Rabarbaro

Il rabarbaro (genere Rheum) è una pianta erbacea perenne, rizomatosa, appartenente alla famiglia delle Polygonaceae.

E’ ricco di polifenoli, in particolare di flavonoidi e tannini e di derivati idrossiantracenici (reina).

Ha diverse proprietà:

somministrato a piccole dosi, agisce come amaro-digestivo (stimolo della secrezione dei succhi gastrici) ed è blandamente lassativo; a dosi più alte (4 grammi), per la presenza dei glucosidi antrachinonici, agisce come stimolante della peristalsi intestinale, per cui viene usato nella stitichezza cronica con grandi vantaggi, ma, avendo un’azione di vero e proprio purgante, è meglio assumerlo in presenza di episodi di stitichezza occasionale, considerando che può anche dare assuefazione. A medi, bassi dosaggi, invece, c’è da considerare che il rabarbaro è, fra le piante medicinali contenenti glucosidi antrachinonici, quella meglio tollerata, grazie alla presenza dei polifenoli, quindi, non producendo spasmi o dolori colici, anche nei casi di stitichezza cronica è possibile usarlo senza remore. Il rabarbaro ha inoltre attività colagoghe ed è quindi indicato nel trattamento delle malattie croniche del fegato.In più, vista la notevole presenza di tannini, spesso il rabarbaro viene consigliato in caso di infezioni a livello intestinale e, per uso cutaneo, come astringente.

E per finire:

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