OPC da corteccia di Pino Marittimo

Ha un’azione antiossidante sul sistema venoso-arterioso, occhi, pelle. Supera la barriera ematoencefalica e dei capillari. Sinergizza con la Vit. C.

E’ un valido aiuto nei casi di: infiammazioni, allergie, vene varicose, emorroidi, gambe pesanti

E’ Il più potente antiossidante naturale

50 volte più potente della Vitamina E20 volte più potente della Vitamina C16 volte più attivo dell’estratto di uva

E’ un prodotto a base di OPC

“OPC è l’abbreviazione di Oligomere ProCyanidine, prodotto vegetale estratto dalla corteccia del Pino Marittimo e dalla Vitis Vitifera con procedimento brevettato. Chimicamente è definito un flavanolo. Da ricerche e studi effettuati da diversi studiosi l’OPC è in grado di superare la barriera ematoencefalica e di rendersi immediatamente biodisponibile al 100% legandosi alle proteine e in particolare al collagene. Il nostro corpo lo sfrutta interamente con risultati immediatamente percepibili. L’OPC è sempre più raro nella nostra alimentazione ed è necessaria e indispensabile la sua somministrazione.”

“OPC: la vitamina antinvecchiamento- vitalità e salute ad ogni età”

In questo libro, frutto di un’accurata ricerca, gli autori informano ampiamente sulla scoperta e sull’applicazione della tanto cercata ‘vitamina P’, uno dei rimedi più efficaci contro l’invecchiamento precoce, la debilitazione del sistema immunitario, le malattie cardio-circolatorie e vascolari e molti altri disturbi. Lo straordinario spettro d’azione dell’OPC è illustrato dagli autori in una forma accessibile a tutti, attraverso tanti esempi di applicazione ed un’ampia casistica:

In pochi giorni, grazie alla sua speciale azione sul collagene, l’OPC migliora in modo impressionante lo stato dei vasi sanguigni (come nel caso di debolezza alle vene). L’OPC è il più forte antiossidante finora conosciuto in grado di prevenire problemi cardio-circolatori e vascolari, allergie, debilitazioni del sistema immunitario e cancro. Con l’OPC è possibile proteggere la vista anche in età avanzata e in molti casi (come la cataratta) migliorarla nettamente. Come nuova sostanza naturale nella cosmesi l’OPC fa scomparire le rughe e conferisce un aspetto giovanile. L’OPC ha dato buoni risultati anche come rimedio terapeutico per allergie, eczemi, infiammazioni croniche, bronchite o asma.

La scoperta dell’OPC

La scoperta dell’OPC, da parte del professor Masquelier, fu in realtà un casuale derivato della sua tesi di laurea sul pigmento rosso della nocciolina americana. Masquelier arrivò alla conclusione che la pellicina rossa delle noccioline non conteneva nessuna sostanza velenosa. Contemporaneamente, oltre alla sostanza rossa, ne scoprì un’altra incolore, con un forte effetto protettivo per i vasi sanguigni: l’OPC.

La prima applicazione sull’uomo dell’OPC, ricavato dalla pelle delle noccioline, fu fatta sulla moglie del relatore di Masquelier, la quale era incinta e soffriva di edema alle gambe. Gli edemi sono accumuli di linfa tra le cellule, che si formano a causa di un’elevata permeabilità dei vasi linfatici e sanguigni. Le gambe si gonfiano, si stancano e fanno male. Somministrarono alla signora un estratto di OPC e 48 ore dopo era guarita. Ciò diede l’impulso per lo sviluppo intenso della prima medicina vasoprotettiva, ancora oggi in vendita in Francia.

Che cosa è l’OPC e come agisce

L’OPC appartiene al grande gruppo delle sostanze vegetali, note come polifenoli. Di fatto l’OPC fu sempre denominato erroneamente quale flavonoide, cioè bioflavonoide. Invece è un flavanolo. I flavonoidi non sono attivi biologicamente, mentre l’OPC è biodisponibile al 100%, cioè sfruttato dal corpo interamente. Al contrario dei flavonoidi, l’OPC si lega alle proteine, particolarmente al collagene ed all’elastina, parti costitutive della parete dei vasi. Il collagene si trova anche nei tendini, nelle cartilagini e nelle ossa. Il compito del collagene e dell’elastina consiste nel costruire le pareti dei vasi e mantenerle resistenti ed elastiche. L’OPC legandosi a loro – cosa che la vitamina C non è in grado di fare – ne attiva contemporaneamente la sintesi e il metabolismo ed evita che vengano distrutti precocemente.

Alcuni fatti sull’OPC

L’OPC è assorbito nel sangue, nell’arco di minuti, attraverso la mucosa orale o quella gastrica e da lì è distribuito in tutti i tessuti.

Già dopo pochi minuti lo si segnala nel sangue.

E’ biodisponibile al 100%

E’ idrosolubile

Raggiunge la concentrazione più elevata nel sangue dopo circa 45 minuti ed entro 72 ore è consumato completamente nel corpo.

Grazie alla sua piccola molecola, attraversa la barriera del sangue, del cervello e del midollo spinale, come la vitamina C, e riesce ad agire anche in posti che la maggior parte delle altre sostanze non raggiungono.

Già due ore dopo aver preso l’OPC la resistenza dei vasi sanguigni si raddoppia.

Impiego

Nei tanti anni di ricerca scientifica sull’OPC non si sono osservati effetti collaterali di nessun genere. L’OPC non è tossico, anzi sotto tanti aspetti ha effetti risananti e benefici. E’ un agente che mantiene, o meglio ristabilisce, lo stato di salute e perciò è impiegato sia come farmaco sia per la prevenzione, come integratore alimentare. Alcuni studi dell’Istituto Pasteur documentano che l’OPC non è tossico, non è cancerogeno e non agisce come mutageno.

Particolarmente utile per

Vasi:

Vene varicose – gambe piagate – gambe pesanti

Sistema cardiocircolatorio – irrorazione periferica

Emorroidi – ristagno linfatico – edemi

Allergie:

Polline – febbre da fieno – acaro della polvere- alimentare

Ai peli d’animale – da contatto: al nickel – ai gioielli d’argento

Occhi:

Cataratta – Degenerazione della macula- glaucoma

Debolezza della vista dipendente dall’età – congiuntivite

Sensibilità alla luce – secchezza delle congiuntive

Pelle:

Formazione precoce di rughe in vivo

Acne – eczemi – psoriasi – cellulite

Elasticità della pelle – accelerazione della guarigione delle ferite

Radicali liberi:

Potente antiossidante ad azione interna ed esterna – indispensabile dopo lo sport per la ripresa della forma migliore – per combattere gli effetti del fumo – per combattere i radicali liberi dovuti all’assunzione di medicinali (pillola ecc.)

E per finire:

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Luteina

La Luteina ha un’azione antiossidante su occhi, cuore, colon, fegato, mammelle, sistema riproduttore femminile.

E’ un Fotoprotettore e attraversa la barriera ematoencefalica. Un valido aiuto nei casi di: vista affaticata, riduzione della concentrazione, stanchezza, esposizione solare, esposizione al computer.

Generalità

Chimicamente la luteina appartiene alla famiglia dei carotenoidi, in particolare ai derivati polari idrossilati della xantofilla, i pigmenti liposolubili che si trovano nelle piante. Nel mondo animale essa è contenuta nel corpo cellulare dei fotocettori, a livello della macula, l’area centrale della retina, dove, assieme al suo isomero strutturale zeaxantina, svolge un’azione protettiva di fondamentale importanza.

Poiché gli organismi animali non sono in grado di sintetizzarli, i pigmenti maculari devono essere assunti con la dieta, e benché la loro quantità a livello della retina sia regolata geneticamente, essa è influenzata fortemente dall’alimentazione e dallo stile di vita in generale. Gli alimenti più ricchi di luteina sono il tuorlo d’uovo, il mais, i vegetali verdi (lattuga, broccoli, spinaci, piselli), il kiwi e la zucca.

Proprietà biologiche e indicazioni

Attività antiossidante: E’ stato dimostrato che la luteina è resistente ai danni provocati dai processi ossidativi che avvengono continuamente nel nostro organismo, dovuti sia all’esposizione ad agenti esterni: luce, inquinanti ambientali (compreso il fumo di sigaretta) e alimentari, sia allo stesso metabolismo cellulare che produce sostanze ossidanti nocive. La luteina possiede un’azione protettiva perché agisce da radical scavenger, neutralizzando l’ossigeno singoletto ed altri possibili radicali dell’ossigeno. Inoltre è in grado di neutralizzare gli stati molecolari eccitati nelle molecole sensibili all’ossidazione; per questo può agire interrompendo il processo di perossidazione dei fosfolipidi di membrana[ii] e l’auto-ossidazione dei lipidi cellulari.

Integrazione alimentare: Benché l’azione antiossidante della luteina sia fisiologicamente localizzata a livello della retina, un incremento della sua assunzione (con la dieta o tramite l’uso di integratori alimentari) può portare un beneficio a tutto l’organismo. Un supplemento è utile sia qualora l’alimentazione non ne fornisca un apporto sufficiente, sia in momenti di particolare stress psico-fisico, (attività fisica, affaticamento mentale, invecchiamento, convalescenza).

Prevenzione del cancro al colon: E’ ormai accertato che i radicali liberi sono uno dei fattori responsabili dello sviluppo di diverse malattie, fra cui i tumori. Ricercatori americani hanno condotto uno studio a questo proposito, confrontando l’alimentazione di soggetti sani con quella di un gruppo di pazienti sofferenti di cancro al colon nei due anni precedenti la diagnosi del tumore. Dai risultati è emerso che alte dosi di luteina riducono del 17% il rischio di sviluppare cancro del colon, confermando una tesi che i ricercatori cercavano di dimostrare da tempo: esistono determinati alimenti in grado di prevenire lo sviluppo di tumori, specialmente quelli a carico del tubo digerente.

Prevenzione delle malattie cardiovascolari: Numerosi studi clinici sembrano indicare che la luteina, in virtù della sua attività antiossidante, riduca l’incidenza di malattie coronariche e cardiache in generale, proteggendo le pareti vascolari. Un suo supplemento, inoltre, può contribuire alla prevenzione dell’aterosclerosi, malattia notoriamente associata all’azione dei radicali liberi.

Attività fotoprotettrice: La funzione più importante dei pigmenti maculari luteina e zeaxantina è la protezione dal danno fotochimico ossidativo: disponendosi perpendicolarmente rispetto alle membrane cellulari, infatti, risultano particolarmente efficienti nell’assorbire e schermare la radiazione luminosa prima che essa raggiunga i substrati ossidabili nei fotorecettori e nell’epitelio pigmentato. Si è osservato, in modelli animali, che una dieta priva di carotenoidi comporta perdita del pigmento maculare cui conseguono deterioramento delle membrane cellulari ed accumulo di lipofuscina nell’epitelio pigmentato. Nell’uomo, simili condizioni, portano a riduzione del pigmento maculare, associata ad alterazioni fluorangiografiche tipiche, sviluppo di cataratta in menopausa e soprattutto degenerazione maculare.

Prevenzione della degenerazione maculare: Per tale patologia, causa principale di cecità in età senile, non esiste ancora una cura efficace, ma intervenendo sui fattori di rischio è possibile una razionale prevenzione. Benché vi sia una componente genetica non modificabile, infatti, è stato dimostrato che correggere abitudini di vita sbagliate (smettere di fumare, evitare l’uso di alcolici, praticare attività fisica, abbassare i livelli serici di colesterolo) e un supplemento mirato di pigmenti oculari possono prevenire l’insorgenza della degenerazione maculare, con effetti benefici sulla funzione visiva in generale. E’ scientificamente provato che una dieta ricca di vegetali verdi, ricchi di luteina, migliora le capacità visive, specie la visione notturna, e riduce del 57% il rischio di sviluppare degenerazione maculare. Un supplemento di luteina, infatti, produce un maggiore accumulo a livello della macula; in questo modo si riduce la quantità di luce che raggiunge i fotorecettori e la retina risulta protetta dal danno ossidativo.

Prevenzione della cataratta: Da studi clinici condotti su un elevato numero di donne, è emersa una stretta relazione fra un elevato consumo di vegetali verdi, ricchi di pigmenti oculari, e una bassa incidenza di cataratta in menopausa. Ciò indica che un supplemento di luteina può essere utile nel prevenire l’insorgenza di tale patologia nel tempo.

Dosaggi d’impiego e tossicità

Studi scientifici dimostrano che 6 mg al giorno di luteina e zeaxantina, assumibili con una dieta opportuna, sono sufficienti per ridurre del 57% il rischio di degenerazione maculare. Non essendo stati riportati effetti collaterali, né tossicità da sovradosaggio, né interazioni con farmaci, la dose che viene normalmente suggerita come integratore alimentare varia da 6 a 20 mg al giorno, in funzione delle specifiche esigenze, da assumere preferibilmente durante i pasti per migliorarne l’assorbimento.

Forme d’impiego

La forma migliore di luteina e zeaxantina è quella cristallina pura, che si ricava dal fiore della calendula con un procedimento standardizzato. Nell’estratto non purificato del fiore, invece, sono presenti le forme non cristalline dei due composti, assieme ad altri componenti (gomme, steroli,ecc.) che sono meno efficaci dal punto di vista della integrazione. La luteina viene formulata in capsule, spesso in associazione con zeaxantina e con altre sostanze ad azione sinergica: mirtillo, Ginkgo Biloba, concentrato di spinaci, zinco, selenio e vitamina E (impiegata come conservante). Le informazioni contenute nella seguente nota informativa sono allo stato attuale delle nostre conoscenze accurate e corrette. Esse vengono tuttavia offerte senza alcuna garanzia riguardo a possibili errori. In particolare non si assumono responsabilità per ciò che attiene alla loro applicazione

E per finire:

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La Quercetina

La Quercetina ha un azione antiossidante su prostata, capelli, sistema venoso-arterioso, ha un’azione sinergica con la vitamina C e riesce ad attraversare la barriera ematoencefalica.

E’ un valido aiuto nei casi di: ipertrofia prostatica, alopecia androgenica, infiammazioni, allergie, calvizie, capelli bianchi.

  • è un fitoestrogeno polifenolico appartenente al gruppo dei favonoli, presente nelle mele, nelle cipolle (soprattutto quelle rosse), nel té verde e nel vino rosso, nel mirtillo e nel ribes, iperico, verza. La quercetina supera la barriera ematoencefalica, al pari di molti flavonoli. Viene comunemente usata dai medici per curare le allergie e gli stati infiammatori come l’asma, la febbre da fieno, l’eczema, la gotta, la pancreatite e la prostatite.
  • inibisce a livello trascrizionale l’espressione del recettore al DHT, e il tasso di inibizione è dose dipendente.La down-regulation del recettore al DHT a sua volta inibisce l’attività di tutti i geni androgeno-inducibili, implicati nei fenomeni di androgenizzazione anche cutanea e nello sviluppo e la progressione del carcinoma della prostata.
  • sinergizza con la finasteride nel ridurre l’ipertrofia prostatica.
  • inibisce l’attività ossidativa e riduttiva dell’enzima 17beta idrossisteroido deidrogenasi tipo 5, un enzima chiave nel metabolismo degli ormoni androgeni ed estrogeni. La quercetina ha una potente azione antiossidante di membrana, similglutatione ridotto, e inibisce i danni provocati dai radicali liberi dell’ossigeno.La quercetina, combatte le malattie cardiache in due modi: prima di tutto impedendo al colesterolo LDL di ossidarsi e quindi di aderire alla pareti delle arterie, e in secondo luogo impedendo alle piastrine del sangue di aggregarsi formando pericolosi coaguli.
  • è da 10 a 20 volte più potente della vitamina E nel proteggere dall’ossidazione le lipoproteine a bassa densità LDL, ossidazione riconosciuta essere un potente meccanismo di innesco del processo aterosclerotico. Il rallentamento dell’ossidazione delle LDL contribuisce alla protezione del miocardio e in generale ad abbassare il rischio di malattia cardio-vascolare. L’ossidazione del colesterolo LDL è infatti il fenomeno che sta alla base della formazione delle placche aterosclerotiche e quindi del rischio cardiovascolare compreso l’infarto del miocardio. La placca aterosclerotica si sviluppa lentamente; solitamente, il processo ha inizio con un danno allo strato delle cellule endoteliali, che rivestono un’arteria. L’endotelio, così danneggiato, lascia filtrare liberamente le LDL e le piastrine provenienti dal torrente circolatorio. Le piastrine rilasciano determinati fattori di crescita che inducono le cellule della muscolatura liscia, che si trovano al disotto dell’endotelio, a moltiplicarsi ed a migrare nella zona danneggiata. Nel contempo i monociti (globuli bianchi) giungono in questa zona, si attivano e diventano macrofagi. Le cellule della muscolatura liscia e i macrofagi ingeriscono, con un meccanismo di endocitosi, una parte delle LDL, degradandole e diventando cellule schiumose. Le lipoproteine che si legano ai macrofagi non sono semplicemente le LDL circolanti, bensì le LDL ossidate che si formano quando queste interagiscono con i radicali liberi. Se i livelli delle LDL nel sangue sono però troppo elevati un’altra parte di queste lipoproteine non riesce ad entrare nelle cellule e si deposita nei vasi. Il colesterolo che si trova nella struttura delle LDL, insieme alle cellule schiumose, formano un ateroma, cioè un tappo, che nel tempo può ispessirsi e restringere il lume della arteria, provocando a seconda del distretto anatomico formatosi, un infarto o un ictus.
  • è un potente inibitore sia della sintesi che dell’attività della cicloossigenasi 2, influenzando così il metabolismo dell’acido arachidonico. L’inibizione dell’attività della cicloossigenasi diminuisce l’aggregazione piastrinica con riduzione della tendenza allo sviluppo di trombi. La cicloossigenasi 2 (COX-2) catalizza la sintesi della prostaglandina E2, che gioca un ruolo chiave nell’infiammazione e nelle malattie associate, come acne, malattie cardiovascolari, neoplasie. Le cellule tumorali a diversi stadi (a volte anche in quelli pretumorali) esprimono la COX-2, che parrebbe coinvolta nei processi di neoangiogenesi, cioè nella formazione di nuovi vasi sanguigni che danno nutrimento al tumore e gli permettono di svilupparsi. In pratica, la COX-2 sembrerebbe essenziale perché le cellule tumorali si moltiplicano. E inattivandola con gli anticox2 si potrebbe riuscire a bloccare lo sviluppo del tumore. La quercetina inibisce l’attività della lipoossigenasi e quindi la sintesi di LTB4, 5-HETE e 12-HETE, implicate sia in molti processi infiammatori che nella cancerogenesi. L’attività antitumorale dei composti fenolici è complessa ed ancora molto poco conosciuta. In generale, come riportato sopra, molti agiscono come antiossidanti nei confronti dei radicali liberi che si originano durante il trattamento (trasformazione, conservazione, cottura) degli alimenti o durante i processi metabolici dell’organismo. È anche possibile che meccanismi di azione diversi siano simultaneamente attivi. In vitro, molti di essi, quali la quercitina ed il resveratrolo, hanno mostrato chiare proprietà antitumorali.
  • esercita un potente effetto differenziante e antiproliferativo in cellule neoplastiche indirizzandole verso la mortecellulare programmata (apoptosi). La quercitina, arresta lo sviluppo dei tumori del colon negli animali da esperimento, e ha un effetto antiproliferativo in vitro sul carcinoma della prostata androgeno-indipendente. Infiammazione e Alzhaimer: in alcune forme di Alzhaimer l’innesco è un fenomeno infiammatorio a livello cerebrale in cui unruolo importante sembra svolto dalla COX-2.

E per finire:

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Il Coenzima Q 10

Il Coenzima Q10 ha un’azione antiossidante su cuore, pancreas, polmoni, colon, prostate, cervello e muscoli. Beta bloccanti, statine e ipoglicemizzanti orali ne riducono i livelli endogeni.

Un valido aiuto nei casi di: poli terapie farmacologiche, stanchezza, astenia, fumo, stress, attività fisica pesante, obesità, cardiopatie

Antiossidante e antinvecchiamento

Simile per struttura alla vitamina E, il coenzima Q10, o ubidecarenone, è indispensabile per la respirazione e rigenerazione cellulare, partecipando attivamente al ciclo di Krebs di produzione dell’energia.Svolge un ruolo centrale nel funzionamento del muscolo cardiaco, ed è anche un potente antiossidante.

La carenza di coenzima Q10 si evidenzia negli anziani (ma sempre di più anche nei giovani), nelle affezioni coronariche, nella soppressione immunitaria e nelle affezioni periodontali. E’ dunque essenziale nei trattamenti e nella profilassi delle cardiomiopatie, ischemie, angina pectoris; per chi voglia incrementare i propri livelli di energia e per combattere l’invecchiamento.

Patologie cardiocircolatorie

La più nota ripercussione della mancanza di CoQ10 è l’affezione coronarica; pazienti con vari disturbi cardiaci dimostrano una consistente carenza di CoQ10 a livello ematico. Quando possibile, la biopsia svela generalmente una carenza a livello del miocardio.

All’inizio degli anni ’90 almeno 50 studi a livello internazionale hanno dimostrato l’efficacia del Q10 in patologie cardiovascolari quali le cardiomiopatie, aritmie, affezioni coronariche, insufficienza cardiaca congestizia, prolasso della valvola mitrale e ipertensione. Quando pazienti in attesa di trapianto cardiaco sono stati sottoposti alla somministrazione di 100 mg. di Q10 al giorno per 30 giorni il miglioramento è stato talmente netto da rendere non più necessari i trapianti.

In uno studio di 6 anni su 126 pazienti anziani affetti da cardiomiopatia dilatata cronica (classe II-III-IV ), sottoposti alla somministrazione di 100 mg di CoQ10 orale al giorno, l’87% dei pazienti mostrarono sensibili miglioramenti nell’arco di sei mesi. A parte due casi accompagnati da prurito, non vi furono altri casi di effetti collaterali o sintomatici riportati in sei anni di uso quotidiano di CoQ10. Altri studi hanno dimostrato l’efficacia del Q10, a dosaggi di almeno 100 mg. al dì, nelle cardiomiopatie. In 3 diversi studi, la somministrazione di 100 mg. al dì di Q10 a migliaia di pazienti infartuati ha prodotto un miglioramento di funzioni respiratorie, edema e palpitazioni nel 75% dei casi, se senza nessun effetto collaterale.

E’ stato accertato che i pazienti cardiaci hanno mediamente il 25% in meno do Q10 rispetto al normale, un dato significativo se si considera che con una carenza di Q10 del 75% il cuore cesserebbe di battere! Un altro dato importante in rapporto al ruolo cardiologico del Q10 è il suo elevato potere antiossidante. Data la sua naturale propensione a migrare verso il muscolo cardiaco (l’organo che ne è in assoluto più ricco), il coenzima Q10 previene l’ossidazione del colesterolo in LDL, e dunque la formazione di ateromi arteriosi.

Diversi ricercatori hanno indicato il Q10 come il più importante antiossidante per prevenire l’aterosclerosi. Infine, diversi studi hanno dimostrato che il Q10 può svolgere una potente azione di normalizzazione dell’ipertensione.

Malattie periodontali

L’area di maggior presenza del Q10, oltre a quella cardiaca, è la periodontale. Ciò spiega, almeno in parte, perché il Q10 sia in grado non solo di prevenire ma anche di combattere piorrea e altre patologie periodontali, come confermato da diversi studi.

Energia e attività antiossidante

Il Q10, come si è detto, è direttamente responsabile per la produzione cellulare di energia, ed è dunque un fondamentale supporto per chiunque eserciti attività fisiche ad alto dispendio energetico, come è ad esempio il caso degli sportivi.

Oltre a ciò, il Q10 è un potente antiossidante, capace di contrastare efficacemente i radicali liberi in eccesso che si producono all’interno della cellula e attaccano i mitocondri. Esso è dunque essenziale per rallentare l’invecchiamento cellulare, e anche per prevenire i danni ossidativi che si producono anche in chi svolga attività fisiche e sportive intense.

Infine, il CoQ10 è in grado di aumentare la capacità respiratoria, soprattutto nel caso di individui affetti da problemi polmonari.

Diabete e obesità

E’ noto che il diabete è strettamente legato all’insorgenza di malattie circolatorie. Il Q10, oltre ad essere efficace su queste ultime, ha dimostrato di poter ridurre il tasso glicemico del sangue nel giro di 6 mesi con un dosaggio di appena 60 mg. al giorno. Anche per quanto riguarda l’obesità il CoQ10 può svolgere un ruolo importante, in quanto sembra favorire il dispendio energetico dei grassi accumulati.

Circa il 50% delle persone sovrappeso sono carenti in Q10, e la supplementazione di Q10 può contribuire ad aumentare notevolmente il successo delle diete ipocaloriche.

Altre patologie

Dato il ruolo globale svolto dal Q10 nell’organismo, sembra evidente che la correzione di eventuali deficienze di Q10 possa produrre risultati significativi nelle più diverse patologie. Ad esempio, è stato rilevato che le persone affette da tumore hanno livelli estremamente bassi di Q10.

Anche se questo non significa che la correzione di tale carenza sia curativa del tumore, tuttavia almeno uno studio importante ha dimostrato la capacità del Q10 ad elevati dosaggi (390 mg. al dì) di migliorare radicalmente, e in alcuni casi addirittura di far recedere, i tumori al seno. Altri studi hanno dimostrato l’azione benefica del Q10 nella malattia di Alzheimer; nella distrofia muscolare; nella malattia di Huntington; nella sterilità maschile.

Evidenze cliniche dell’uso di CoQ10

La normale produzione di CoQ10 all’interno dell’organismo diminuisce con l’aumentare dell’età, particolarmente dopo i 35 anni. L’aggiunta di CoQ10 alla dieta nella quantità di 20/30 mg al giorno, può essere appropriata per tutti gli individui sopra i 35 anni.

Il CoQ10 può anche costituire un efficace supporto per le seguenti patologie: insufficenza cardiaca congestionante, angina pectoris, affezioni cardiache ischemiche, ipertensione, gengiviti e affezioni periodontali.

E per finire:

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Lecitina

Fosfolipide, ovvero lipide complesso costituito da acidi grassi, glicerolo, acido ortofosforico, inositolo, colina e altre vitamine, il suo nome deriva dal greco lekitos, che significa rosso d’uovo, alimento nel quale è stata individuata per la prima volta.

Viene ampiamente utilizzata dall’industria alimentare come emulsionante.

La Lecitina di Soia deriva da una pianta asiatica della famiglia delle leguminose, il fagiolo di soia che è una miscela di fosfolipidi (acidi grassi polinsaturi quali acido linoleico e linolenico) addizionati di fosforo, colina, inositolo ed altri elementi essenziali per l’ottimale funzionamento dell’organismo. Contiene anche un alto contenuto di proteine (35%), carboidrati (33%), grassi (18%). Inoltre ferro, potassio e calcio.

In confronto al fagiolo di soia le nostre leguminose essiccate (fagioli, ceci, lenticchie, ecc.) contengono proteine per circa il 20% e grassi l’1-2%.

Rispetto ai cibi di origine animale, la lecitina di soia presenta un contenuto proteico percentualmente simile, privo però dei pericolosi colesterolo e grassi saturi. Difetta comunque di alcuni aminoacidi essenziali.

polvere soia lecitina tostata emulsionante abbassa colesterolosdd

polvere soia lecitina micronizzata emulsionante abbassa colesterolo

 

 

 

 

 

 

 

Nella prima immagine abbiamo delle polvere di soia tostata, mentre nella seconda immagine abbiamo della polvere di soia micronizzata

I fosfolipidi agiscono essenzialmente sul sistema nervoso (ne costituiscono circa il 25%), migliorandone la funzionalità. La loro azione si estende anche alla membrana cellulare dove stimolano le attività enzimatiche e gli scambi intercellulari. Nel sangue

contribuiscono all’assorbimento del colesterolo e all’equilibrio generale dei grassi. Alimenti ricchi di fosfolipidi, oltre al fagiolo di soia, sono anche le uova, il fegato, le cervella, il germe di frumento e di arachidi.

Nella pratica medica trova applicazione per ridurre il tasso di colesterolo nel sangue e per migliorare i processi cerebrali nelle persone anziane. Può essere utile negli sport che richiedono un’alimentazione iperproteica per ridurre un’eccessiva ingestione di proteine animali e relativi effetti nocivi.

Stelvio Beraldo
Maestro di Sport

Integratori…che cosa sono?

Spesso in palestra, nel web, alla tv o alla radio sentiamo parlare di integratori, ma cosa sono? A che cosa servono e chi li usa?

Col termine integratori solitamente si definiscono un gruppo di sostanze e di alimenti naturali che dovrebbero contribuire a:

integrare il bisogno di nutrienti in caso di carenza o di aumentato fabbisogno

aumentare le masse muscolari e il peso corporeo

migliorare i meccanismi fisiologici di espressione della forza muscolare e della resistenza organica

ritardare l’affaticamento fisico durante l’allenamento

ristabilire più rapidamente il recupero dopo l’allenamento o la gara

Il mercato propone continuamente nuovi integratori alimentari, esaltandone il ruolo “indispensabile” per la massima performance fisica e psichica. Queste incessanti informazioni non sempre sono recepite correttamente dai potenziali utenti, per cui si assiste spesso ad un uso improprio ed esagerato di questi prodotti.

integratori cosa sono massa definizione termogenici body building

Salvo casi eccezionali, gli studi che confermano la validità degli integratori sono quasi sempre controbilanciati da altri studi che ne affermano la totale inutilità.

Un tecnico sportivo serio e qualificato, prima di proporre prodotti per l’integrazione alimentare dell’atleta dovrebbe chiedere allo specialista in Medicina dello Sport di verificare se la dieta giornaliera dell’atleta è equilibrata sotto tutti i punti di vista. Una dieta “sbilanciata” il più delle volte rimane sbilanciata se vengono assunti integratori che non contengono il principio alimentare carente.

Non bisogna mai dimenticare che i cibi normalmente ingeriti, specialmente se naturali, sono sufficientemente ricchi dal punto di vista qualitativo e quantitativo e che l’organismo, a parte per i grassi, non riesce ad immagazzinare il surplus di principi alimentari. In alcuni casi questo surplus, oltre ad affaticare i sistemi fisiologici di smaltimento, può creare uno stato di tossicità.

Un ruolo sicuramente importante degli integratori è quello preventivo, particolarmente per gli atleti che si allenano intensamente e nello stesso tempo sono costretti al dimagrimento per rientrare nei limiti della categoria di appartenenza. Infatti la riduzione prolungata delle calorie necessarie, può determinare la carenza di qualche principio alimentare importante.


Stelvio Beraldo

Maestro di Sport

Lievito di birra

È costituito da un insieme di funghi microscopici (miceti) che si trovano nel mosto della birra e sulla buccia di alcuni frutti. Questi funghi sono utili alla fabbricazione della birra e per la confezione del pane in quanto hanno la caratteristica di trasformare gli zuccheri e di produrre anidride carbonica.

Quest’ultima determina il rigonfiamento del pane.

Il nome lievito di birra deriva dal fatto che in passato, per la fermentazione della birra, ne venivano usati i residuati del mosto. Il calore sopra i 45%, lo rende inattivo. Le sue proprietà vengono diminuite anche dalla presenza della luce e dal contatto con gli antibiotici.

lievito birra body building integratore(fonte: Wikimedia – autore: Hellahulla)

Il lievito di birra essiccato contiene essenzialmente proteine (fino al 38%)) ed aminoacidi essenziali, glicidi (fino al 38%), grassi (fino all’1%), enzimi, fosforo, magnesio, potassio, sodio, calcio, ferro, cromo, zinco, vitamine del complesso B (B1, B2, B6), vitamina H, acido folico e acido pantotenico, biotina. Stimola la produzione di anticorpi, agisce come stimolante delle ghiandole endocrine, migliora la capacità di assorbire gli zuccheri, coadiuva il fegato nell’azione antitossica ed è un tonico generale del sistema nervoso e dell’organismo. Ha proprietà antianemiche e vitalizzanti.

Viene utilizzato negli stati di carenza nutritiva e vitaminica, nelle convalescenze e nelle deficienze immunitarie. Agisce come coadiuvante nella cura di stipsi e coliti. Può essere un ottimo integratore nelle discipline sportive che richiedono il continuo controllo del peso corporeo per prevenire eventuali deficit di principi alimentari.

Stelvio Beraldo
Maestro di Sport

Ginseng

Radiceginseng tonico generale sistema nervoso eccesso sfalsa test antidoping di origine orientale, si sviluppa in circa sette anni depauperando di sali minerali il terreno che la ospita. A seconda del paese di origine ne esistono diverse varietà: cinese, coreana, giapponese, siberiana, polinesiana, etc. La radice coreana è ritenuta la migliore.

È un concentrato di elementi attivi come le vitamine del gruppo B, magnesio, rame, cobalto, ferro, fosforo ed enzimi.

Viene commercializzato come tonico generale del sistema nervoso, in grado di riequilibrare anche la pressione del sangue, aumentare il numero dei globuli rossi ed agire sulla sintesi proteica del midollo osseo.

Viene prescritto come coadiuvante negli stati di stress fisico. Nello sport viene proposto in quanto sembra faciliti l’utilizzo dei substrati energetici muscolari ed abbassi la percentuale di acido lattico che viene prodotto dall’esercizio fisico.

Un’assunzione eccessiva sembra alteri l’attività ormonale col rischio di “falsa” positività agi esami antidoping.

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Stelvio Beraldo
Maestro di Sport

Gingko biloba

Di origine cinese, è una pianta ornamentale utilizzata fin dall’antichità per le sue doti farmacologiche nelle patologie cardiocircolatorie, nelle bronchiti e nelle manifestazioni asmatiche.

La sua azione benefica è basata essenzialmente sull’alto contenuto di antiossidanti utili a combattere i radicali liberi come i flavonoidi (circa il 24%) e i terpenoidi (circa il 6%).

Inoltre la miscela di glucosidi in esso contenuta rafforza la membrana dell’endotelio che riveste le pareti dei vasi sanguigni. Ha un’azione antiaggregante sulle piastrine, migliora la circolazione cerebrale e protegge il sistema nervoso.

L’utilizzo nello sport parte dal presupposto che l’attività fisica intensa, sia di resistenza organica che di forza muscolare, causa un incremento notevole delle reazioni che utilizzano l’ossigeno (aumento della respirazione polmonare, dell’attività dei mitocondri delle cellule muscolari, ecc.) e conseguente surplus di formazione di perossido di idrogeno. Anche le reazioni biochimiche legate all’accumulo e rimozione dell’acido lattico dai muscoli affaticati, contribuiscono ad innalzare la soglia dei radicali liberi.

Secondo alcuni studiosi, la lisi della membrana cellulare da parte dei radicali liberi (perossili), è una delle cause del dolore muscolare. Lo stesso avviene per i globuli rossi, per cui può determinarsi o accentuarsi uno stato di anemia.

L’atleta allenato è comunque in grado di fronteggiare la presenza di radicali liberi in maniera nettamente più efficace del sedentario o di chi pratica attività fisica saltuariamente.

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Stelvio Beraldo
Maestro di Sport

Il Miele

Prodotto dalle api metabolizzando il nettare dei fiori, è il dolcificante naturale per eccellenza ed un energetico di “pronto impiego” in quanto viene assorbito in pochi minuti senza passare attraverso lunghi e laboriosi processi digestivi.

In commercio si trova miele di diverso tipo, a seconda delle zone geografiche da cui proviene. Infatti, salvo il “millefiori”, il più delle volte il miele assume le peculiari caratteristiche derivanti dal tipo di fiori frequentato dalle api.

Se trattato con processi di pastorizzazione, quindi temperature superiori ai 70° gradi circa, perde gran parte del suo valore biologico.

La scelta dovrebbe tenere conto di alcune caratteristiche visive e organolettiche come: miele grezzo, denso, non liquefatto (salvo liquefazione da temperatura estiva o miele di acacia), con odore pungente, acre e vagamente acido, con sapore ricco di sfumature e retrogusti.

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Appena estratto appare so
Stelvio Beraldo
Maestro di Sportlitamente liquido, denso e vischioso. In seguito, a causa della temperatura ambiente, tende a solidificare (cristallizzazione ad opera del glucosio).

Contiene sali minerali (0.05%) come il magnesio, fosforo, potassio, sodio, calcio, ferro, manganese, zolfo, rame, cobalto, cromo, zinco, nichel, litio, silicio. Inoltre acqua (18%), glucidi (80%), fruttosio (42%), glucosio (45%), maltosio (4%), saccarosio (2.5%), trealosio, proteine (0.6%). Vitamine (3%) del gruppo B (B1, B2, B6), biotina, acido folico, niacina, vitamina A, K e C. Sono presenti anche piccolissime quantità di proteine ed aminoacidi essenziali, ormoni, enzimi e acidi. Non contiene colesterolo.

Il miele possiede ampie proprietà terapeutiche e calmanti. Protegge la mucosa gastrica nelle gastriti, tonifica e calma il sistema nervoso, è coadiuvante nelle malattie respiratorie, disinfetta e cicatrizza le piaghe, aiuta ad eliminare i veleni esogeni ed endogeni come alcool, fumo e additivi chimici. Nelle fasi di accrescimento agisce positivamente nel metabolismo proteico, vitaminico e salino.

Preso al mattino, in quantità controllata, può essere un ottimo integratore nelle discipline sportive che richiedono il continuo controllo del peso corporeo per prevenire eventuali deficit di principi alimentari.

 

Stelvio Beraldo
Maestro di Sport