Massimo Spattini

E’ difficile, per chi fa parte del mondo del Fitness e del Body building, non conoscere un professionista come il dr. Massimo Spattini ed ancor più difficile è ignorare il suo notevole trascorso agonistico nel mondo del Body Building.

L’eccellente preparazione medico scientifica di Massimo ha fatto si che, nel tempo, egli divenisse una delle più illustri ed autorevoli fonti riguardanti il benessere fisico legato all’allenamento con i pesi e la conseguente salute che ad esso consegue.

Personalmente nutro profonda stima per un professionista del calibro di Massimo poiché ha legato alla sua passione una solida istruzione universitaria che l’ha reso preparato ed in grado di sfatare le mille credenze che animano, ancora oggi, il mondo dell’allenamento con i pesi, spesso tramandate da falsi guru che si nascondono dietro le spoglie di un corpo del passato.

E’ stato un piacere poter intervistare una grande persona come Massimo e lo ringrazio per la collaborazione! Non voglio dilungarmi troppo, quindi vi lascio all’intervista:

Emanuele Pizzi: Da quanti anni sei nel mondo del Body building? Qual è stata la scintilla che ha fatto scattare la passione?

Massimo Spattini: Dal 1975 quindi ormai 35 anni. Ho iniziato ad allenarmi coi pesi a 17 anni per potenziare il fisico in quanto praticavo vari sport a livello agonistico (tennis-sci-motocross) ma ero un po’ gracile (1.80 x 61 kg). Poi, in seguito ad un infortunio in moto che mi aveva lesionato un piede, sono stato costretto a sospendere per qualche mese tutti gli sport dinamici e mi sono dedicato solo ai pesi. I miglioramenti ottenuti in quel periodo e le sensazioni provate (più mi allenavo e più volevo allenarmi , cosa che non mi capitava con gli altri sport) mi hanno fatto capire che quella era la mia strada. Poi il film ROCKY e la copertina di SPORTMAN di maggio 1975 con una foto di FRANK ZANE nella posa di tricipiti hanno fatto il resto.

Massimo Spattini e Silvester Stallone dopo un allenamento alla palestra Santa Monica di Los Angeles

E.: Ti ricordi la tua prima gara? Prova a raccontarla

M.: La prima gara è stata il campionato regionale IFBB nel 1981. Mi ero preparato per quella competizione allenandomi in un appartamento da me attrezzato che usavo come palestra personale insieme a due o tre amici. Allora andava di moda la dieta carne ed acqua ma io, fresco degli studi di biochimica del corso di medicina, avevo seguito una dieta equilibrata con sufficienti carboidrati per evitare l’abbassamento del metabolismo basale e la neoglucogenesi che avrebbe comportato catabolismo a livello muscolare. Ricordo ancora gli occhi “sgranati” di atleti anche loro in preparazione che mi vedevano mangiare pasta e riso a poche settimane dalla gara.

Gareggiai nella categoria dei pesi massimi che allora era sopra gli 82 kg. Pesavo 81,5 e ricordo che per fare il peso poco prima bevvi 500 cc di acqua, cosa anche questa che fece restare attoniti la maggior parte dei concorrenti che credo fossero circa due o tre giorni che non bevevano (allora era di moda così). Volevo vincere nei massimi e così fu. In quell’occasione (nonostante la pasta e l’acqua) palesai la miglior definizione della gara e Renato Caleffi, che seguiva una dieta proteica (con anche ricotta e salame) che non gli permetteva di definirsi, mi chiese di aiutarlo nella preparazione della successiva gara. Fu il “mio “ primo atleta e divenne anche un grande amico col quale l’anno successivo aprii la palestra New Center Gym: 2000 metri quadri di macchine e bilancieri, a quei tempi la palestra di body building più grande d’Europa.

Massimo Spattini e Renato Caleffi in posa sulla terrazza del World Gym a Venice

E.: La più brutta gara alla quale hai partecipato?

M.: La gara più brutta è stata senz’altro i “Campionati Italiani nel 1985”. Avevo vinto precedentemente la “Notte dei Campioni” battendo Traverso che era un po’ il body builder emergente del momento, avevo vinto in virtù di una definizione che ancora non era stata vista. Alcuni hanno detto che in quell’occasione ho cambiato i parametri di valutazione della definizione in gara. Io contavo rigorosamente le calorie e le percentuali dei macronutrienti.

Ai campionati Italiani ero quindi uno dei favoriti e una volta su palco la sensazione fu confortante. Arrivai però solo quarto inspiegabilmente. A detta di molti esperti, fra i quali cito Filippo Massaroni, che per l’occasione mi aveva accompagnato e mi aveva dato preziosi consigli nella fase finale della preparazione, avrei dovuto vincere. A parte la delusione del momento, il più brutto venne dopo perché non riuscivo a farmene una ragione, non riuscivo ad allenarmi, avevo addirittura pensato di aver contratto una malattia a livello neuro muscolare in quanto il manubrio da 15 kg che normalmente sollevavo con totale noncuranza sembrava un manubrio da 30 kg che richiedeva uno sforzo quasi massimale. Ero veramente preoccupato ma il mio professore Mario Passeri mi trovò esente da qualsiasi patologia e mi diagnosticò un problema di tipo psicologico da superare con un atteggiamento positivo.

Dovevo capire cosa era successo e parlai direttamente con il presidente FRANCO FASSI che mi disse: “meritavi molto di più ma hai usato una brutta musica”. Rimasi sconcertato, la base della mia routine era la colonna sonora di “Urla del silenzio”, una musica intensa e drammatica che si addiceva al mio stile di pose.

Massimo Spattini in un confronto con Traverso alla Notte dei Campioni

E.: Quale gara ricordi in maniera particolare nella tua carriera?

M.: Devo dire che sono due le gare che ricordo particolarmente: la vittoria ai Campionati Italiani nel 1986 e la vittoria alla selezione per i Campionati del Mondo nel 1988. Dopo la delusione per il quarto posto ai Campionati Italiani nel 1985 avevo deciso di saltare un anno di gare per potermi allenare curando i punti più carenti e fare quel salto di qualità che avrebbe reso impossibile defraudarmi della vittoria. Dovete sapere che con il mio amico e socio Renato Caleffi c’era anche un sano rapporto di competizione e ricordo una volta che ci sfidammo in un massacrante allenamento a chi faceva più serie per le gambe e alla fine terminammo concordando la parità al numero di 50 serie.

Ebbene il fatto che quell’anno non gareggiassi e che invece Renato fosse in gran forma e motivato lo faceva esordire con esternazioni del tipo “fai bene a non gareggiare quest’anno perché senz’altro ti batterei perché io sono un peso massimo migliore di te”. Dopo molteplici discussioni sul merito di queste affermazioni alla fine sbottai “va bene, è inutile che andiamo avanti a sostenere chi è meglio, gareggio anche quest’anno così chi vince parla e chi perde sta zitto”. Avevo però già prenotato delle vacanze per il periodo Pasquale , avrei iniziato la preparazione al ritorno dalle vacanze con meno di tre mesi di tempo.

Il destino volle che durante le vacanze mi procurassi un’infezione ad un dito con febbre a 40 che mi costrinse a letto per tutta la settimana e mi fece perdere circa 5 kg purtroppo non di grasso ma di muscolo. Ma ormai la sfida era lanciata e mi buttai a capofitto nella preparazione. A due settimane dalla gara Renato Caleffi decise di rientrare nella categoria dei medio-massimi ed io vinsi la categoria dei massimi usando la stessa musica dell’anno precedente. L’altra gara per me importante è stata la selezione per i Campionati del Mondo nel 1988.

Dopo la vittoria del Campionato Italiano ora l’obiettivo era a livello internazionale , avevo però bisogno di tempo e l’occasione giusta si sarebbe presentata per la selezione dei mondiali che si sarebbe tenuta a Parma, la mia città, a ottobre. Per me quell’occasione era importante, significava accreditarmi come il migliore in assoluto del momento. Alla competizione avrebbero partecipato i migliori pesi massimi degli anni 80: Leo Caminotto, Antonio Dell’Amico, Marco Venturi, Piero Nocerino, Rosario Bonaccorsi ma, soprattutto, Giovanni Curtarelli, il primo vero peso massimo italiano, già più volte vincitore di innumerevoli selezioni e grandi piazzamenti a livello internazionale.

Era il punto di riferimento di tutti noi che gareggiavamo in quel momento, era il primo in Italia ad avere un fisico che potesse essere accostato a quello di Schwarzenegger senza creare imbarazzo. Mio coetaneo e concittadino, ci eravamo confrontati tante volte in palestra in allenamenti e discussioni su diete e preparazioni, lui più dotato muscolarmente e geneticamente, istintivo ed esagerato nell’allenamento, io più hard gainer, razionale e programmatore, più dotato strutturalmente. Forse potremmo dire la linea, la tecnica e la scienza contro i muscoli, l’istinto e il cuore.

Era la prima volta che ci confrontavamo sul palco ed era proprio a Parma, la nostra città che avrebbe incoronato il miglior body builder dei massimi degli anni 80. Si capì subito che la battaglia era fra noi due, cercò di intromettersi nello scontro Bonaccorsi ma dopo una “plicata” in diretta sul palco del suo spessore addominale si rese conto di aver sbagliato preparazione e ci lasciò la scena.

il delegato regionale FIACF-IFBB Adriano Guareschi si congratula con Massimo Spattini dopo la vittoria ai Campionati Italiani

Massimo Spattini in un confronto con Rosario Bonaccorsi

Alla fine prevalsi aggiudicandomi la gara. Se devo essere sincero in quella specifica occasione ritengo che Giovanni Curtarelli avesse una forma fisica dal punto di vista della definizione migliore della mia. La mia vittoria fu dovuta alla miglior linea e simmetria, alla mancanza di punti carenti e ad una miglior shape muscolare. Come mai proprio in quella gara da me tanto attesa non raggiunsi la mia massima definizione che era per me il mio cavallo di battaglia è da imputare al fatto che feci la preparazione della gara allenandomi con SAMIR BANNOUT.

Samir, Mr Olympia 1983 e campione del mondo WABBA professionisti 1985, dopo alcune vicissitudini e contrasti con l’IFBB e Joe Weider, tornava sul palco del Mr Olympia (a detta dello stesso detentore del titolo Lee Haney era l’unico di cui si dovesse preoccupare). Avevo deciso di trasferirmi a Los Angeles per preparare la gara, mi ero reso conto che ormai i miei molteplici impegni di lavoro non mi permettevano di concentrarmi al meglio sulla preparazione di gara. In occasione delle vacanze estive(che avrei prolungato ) mi recai a Los Angeles dove iniziai ad allenarmi con Samir, col quale avevo fatto amicizia sin dalla mia prima visi

ta in California nel 1984. Allenarsi con un Mr Olympia doveva essere il massimo dello stimolo e anche la possibilità di usare tecniche di allenamento ad altissimo livello. Il problema fu appunto che io mi dovetti adattare alle tecniche di allenamento del Mr Olympia. Samir si allenava con un metodo che io definirei “LILV” (low intensive – low volume) cioè poco intenso e poco volume, cioè faceva solo 6-8 serie per gruppo muscolare e senza neanche arrivare all’esaurimento per serie, ma solo arrivando ad un buon pompaggio e allenando i muscoli solo una volta alla settimana. Probabilmente per lui andava bene così, io ero abituato a fare almeno il triplo di volume ed il doppio di intensità ma forse sbagliavo per cui mi adattai all’allenamento di Bannout aspettando di vedere i risultati.

I risultati però non arrivarono e quando, circa tre settimane prima della mia gara, tornai in Italia, cominciai ad allenarmi due-tre volte al giorno con una media di 18-20 serie per muscolo allenando ogni gruppo muscolare due volte alla settimana; il mio fisico reagì immediatamente acquistando separazione e qualità ma non ebbi il tempo di arrivare a quel livello di definizione che era il mio solito standard. Morale della favola: ad ognuno il suo allenamento!

Massimo Spattini con Samir Bannout al World Gym di Venice

E.: Hai qualche gara in programma?

M.: No l’ultima gara che ho fatto sono stati i Mondiali in Australia nel 1988 e al riguardo potrei scrivere un romanzo di intrighi di palazzo e giochi di potere. In quell’occasione si verificarono delle situazioni di cui ora non voglio parlare che mi dissuasero dal competere ancora per evitare pericolose ricadute di immagine. Forse un giorno racconterò tutto. In realtà non fu una decisione definitiva, continuavo ad allenarmi come se avessi dovuto gareggiare di nuovo da un momento all’altro ma procrastinando sempre il mio rientro e, non trovando più le necessarie motivazioni, alla fine non gareggiai più. Ora non rientra più nei miei obiettivi.

E.: C’è qualche persona che negli anni ti ha dato la forza o gli stimoli per continuare il tuo percorso nel Body building?

M.: No, la forza e gli stimoli li ho sempre tirati fuori dalla mia volontà nonostante la maggior parte delle persone che avessi intorno tendessero a dissuadermi : mio padre era un artista-intellettuale, mio fratello professore universitario, i miei amici medici o laureandi o laureati un po’ snob,e le ragazze che frequentavo mi dicevano che stavo bene così, ma che non dovevo diventare più grosso. Per me, però, non era solo una questione di estetica o di agonismo, era una sfida contro la natura che mi voleva confinare in un fisico magro e longilineo ed io, con la forza della volontà e della ragione, volevo affermare la romantica e sempre perpetuata ricerca della supremazia dell’uomo sulla natura.

E.: Un episodio che ricordi piacevolmente nel mondo del Body building?

M.: Sinceramente se penso al mondo del body building più che episodi, che senz’altro sono numerosi, ricordo con piacere la mia amicizia con Art Zeller (il più grande fotografo di body building) artefice delle più famose foto di Arnold Schwarzenegger.

ART ZELLER a Marina del Rei durante il servizio fotografico fatto a Massimo Spattini e Cinzia

Massimo Spattini e Cinzia in una foto del servizio fotografico di Art Zeller a Marina del Rey

Mi aveva preso in simpatia mi diceva sempre che ero un “nice guy” (bravo ragazzo), mi faceva da Cicerone per i meandri di Los Angeles consigliandomi gli acquisti nei posti migliori e addirittura aiutandomi a programmare il soggiorno alle Hawaii.

Ricordo con grande piacere e nostalgia quando aspettava che finissi di allenarmi al World Gym per poi andare a fare insieme colazione al Cafè Rose, ricordo le cene con Arnold Schwarzenegger al ristorante Schatzi on Main e le serate a casa sua con Alex Ardenti (che diventò poi il suo erede naturale come miglior fotografo), Samir Bannout, Joe Bucci e altri amici italiani, passate a guardare la proiezione delle sue meravigliose e storiche foto. Ricordo con estrema dolcezza quando, immancabilmente, tutte le volte che scendevo dalla sua BMW vecchia di almeno 25 anni, ma sempre tirata a lucido, mi diceva “slowly Massimo…slowly” ed io invece, irrimediabilmente, avevo già sbattuto la portiera “un po’” troppo forte.

Grazie a questa amicizia posso citare un episodio sopra gli altri: Art Zeller mi chiese di posare per un servizio fotografico con mia moglie Cinzia Ruggeri. La cosa mi fece un enorme piacere perché ormai Art Zeller non faceva più servizi fotografici ad atleti infatti viveva con i diritti delle foto su Arnold Schwarzenegger e con la sua pensione di dipendente delle poste. Fu per me un grande onore ed Art giustificò questa sua richiesta dicendomi: “tu, oltre ad essere un “nice guy” (bravo ragazzo) , hai uno dei fisici più eleganti e simmetrici al mondo, al pari di Frank Zane e Bob Paris ed è un piacere fotografarti insieme alla tua splendida moglie, “you are the best couple I ever seen”.

Massimo Spattini e Arnold Schwarzenegger dopo un allenamento al World Gym di Venice

E.: Un amico di gara? O che appartiene a questo mondo? Descrivilo

M.: Ovviamente gli amici di una vita dedicata al body building sono tanti ma non voglio citarli per paura di dimenticarne qualcuno. Voglio però fare solo un nome, quello di Lohengrin Rovesti, mio coetaneo, un atleta di buon livello, più volte partecipante al MR: UNIVERSO NABBA, mio grande amico. Cito Lohengrin perché è morto nell’estate del 2009 colto da infarto mentre era in vacanza in Grecia.

Non era un atleta che si mettesse in mostra, era timido e riservato ma sempre disponibile e leale, che dava anche di più di quello che aveva. E’ sempre stato sfortunato ma cercava di non abbattersi per le varie disavventure che gli capitavano (infortuni, problemi familiari, problemi finanziari ed altro) e nonostante tutto continuava ad allenarsi perché il body building per lui era l’amore eternamente contraccambiato ma che, alla fine, forse, l’ha tradito.

Rovesti Lohengrin (secondo da sinistra) e la squadra del New Center Gym

E.: Cosa ne pensi del Body building di oggi e quello di ieri?

M.: Innanzitutto bisognerebbe specificare cosa significa quello di ieri, gli anni 60 e 70? Gli 80 e 90? Pensando al body building degli anni 80, cioè degli anni nei quali ho gareggiato, ritengo che siano stati anni favolosi .Era veramente il boom del body building, pensavamo tutti di poter diventare famosi come Arnold Schwarzenegger, i quotidiani ci mettevano in prima pagina col resoconto delle nostre vittorie , la rivista ufficiale della IFBB vendeva decine di migliaia di copie e ricordo che spesso, quando ero in giro per l’Italia per seminari e manifestazioni, la gente comune mi riconosceva per strada.

Lo standard fisico di allora era proponibile anche ai non addetti ai lavori, basti pensare che io nell’86 ho vinto i campionati italiani IFBB categoria massimi al peso di 90 kg per un’altezza di 181. Oggi un atleta per essere vincente nella categoria massimi deve pesare almeno 20 kg di più. L’ultimo vincitore del Due Torri 2010 pesava 125 kg. Penso che il body building di oggi sia inquinato ormai da personaggi che ne hanno tradito l’essenza. Un tempo noi parlavamo di allenamento e alimentazione continuamente, adesso i body builder parlano solo di farmaci. Certi “preparatori” sono in realtà spacciatori che hanno portato progressivamente i propri clienti all’abuso farmacologico per trarne un maggior guadagno.

Credo che il body building di oggi rappresenti una nicchia estrema che non può essere apprezzata dalla comunità, può solo sperare di essere tollerata e per questo bisognerebbe assumere comportamenti e atteggiamenti meno allarmanti.

E.: Il gruppo muscolare che hai più faticato a portare a livelli attuali e con che routine l’hai allenato?

M.: Il gruppo muscolare che più ho faticato a portare a livello degli altri credo siano state le braccia. Ho superato i 50 cm a caldo in fase di massa al peso di 105 kg ma ho sempre dovuto dedicare particolare attenzione all’allenamento delle braccia. Mi sono trovato bene ad allenarle due volte alla settimana con un allenamento basato su esercizi pesanti ad esecuzione esplosiva ed un 2° allenamento con i bicipiti ed i tricipiti in super set con pesi moderati in isotensione continua e con un’esecuzione lenta e controllata. L’applicazione delle serie 21 (scomporre il movimento in tre parti, ciascuna di 7 ripetizioni) molto simili a quello che oggi viene definito ZONE TRAINING, mi ha dato grandi risultati ed ero solito inserire questo metodo una volta all’anno per circa un mese.

Massimo Spattini in un servizio fotografico di Alex Ardenti

E.: Il tuo miglior gruppo muscolare?

M.: Ritengo che il mio miglior gruppo muscolare siano stati i deltoidi. Ricordo che quando andavo in California per allenarmi anche i grandi campioni professionisti mi chiedevano che allenamento facevo per le spalle. Sono sempre stato un perfezionista nell’allenamento delle spalle ricercando più la corretta esecuzione del movimento e l’isolamento piuttosto che il carico, anche se sono arrivato ad usare 110 kg x 8 ripetizioni con il lento dietro.

Massimo Spattini e Enrico Veronese – allenamento spalle – Palestra Marina Athletic Club di Santa Monica – Ph. Alex Ardenti

E.: La tua attuale routine d’allenamento?

M.: In realtà attualmente non ho proprio una routine d’allenamento, diciamo che comunque nella maggior parte delle volte divido gli allenamenti in tre: A) SPALLE – BICIPITI – TRICIPITI B)DORSALI – PETTORALI C) POLPACCI – QUADRICIPITI – FEMORALI a seguire senza giorni prestabiliti, posso allenarmi tre giorni alla settimana come cinque, dipende dal tempo e da come mi sento. Faccio normalmente tre esercizi per gruppo muscolare da quattro set per gruppi muscolari grandi, da tre set per gruppi muscolari piccoli, però a volte posso fare un esercizio in meno oppure (più spesso) un esercizio in più di pompaggio.

Sono sempre stato più portato al volume di allenamento piuttosto che all’intensità o, a dire il vero, mi sono sempre allenato con alto volume ed alta intensità per ottenere il massimo sviluppo. Adesso che il mio obiettivo non è più lo sviluppo ma il mantenimento e la qualità muscolare mi rendo conto che ottengo più risultati quando faccio un volume di allenamento maggiore.

Credo che questo sia un fattore comune per gli over 40 che hanno bisogno di più allenamento per indurre una risposta di adattamento muscolare e che spesso hanno anche problemi articolari che non permettono carichi massimali. Il mio allenamento dura però al massimo un ora e quindici minuti perché mantengo delle pause tra un set e l’altro abbastanza brevi, tra i 45 e 60 secondi. Pratico inoltre l’attività aerobica dalle tre alle 6 volte alla settimana al mattino a stomaco vuoto pedalando sulla cyclette orizzontale mentre studio o leggo riviste del settore. Pratico inoltre una volta alla settimana Pilates, Wing Tsun e Qi Gong e quindi a volte mi alleno tre volte al giorno.

E.: C’è qualcosa che rimpiangi del Body building passato?

M.: Del body building passato rimpiango forse i miei 25-30 anni di età ma rimpiango anche le gare organizzate da Adriano Guareschi al Palazzetto dello Sport di Parma con quattromila e più persone di pubblico e la gente che faceva il tifo, gli atleti americani che venivano in Italia a fare i seminari, Sportman, la IFBB di Franco Fassi che, ad onor del vero, è stata l’unica che è stata in grado di dare per un certo periodo, visibilità, credibilità ed immagine agli atleti e al body building; rimpiango i bei fisici di atleti come Giovanni Curtarelli, Leo Caminotto, Cristiana Casoni, Silvia Zanet (per citarne alcuni)… che hanno fatto la storia del culturismo di quegli anni e rappresentano sempre un modello di riferimento per quel tipo di body building.

Anche ora ci sono bei fisici e bei ragazzi ma non rappresentano più lo standard di riferimento vincente, in quanto vengono premiate le masse muscolari enormi, le estreme definizioni anche se abbinate a dimorfismi quali ventri deformi e protuberanze artificiali.

E.: Cosa consiglieresti ad un ragazzo che entra in palestra oggi e vuole praticare questo sport?

M.: Soprattutto di non avere fretta. I risultati maggiori si hanno col tempo giusto e la costanza. Gli consiglierei di frequentare dei corsi per istruttore di body building, dei corsi di alimentazione, di studiare, di informarsi il più possibile al riguardo. Io quando ho cominciato a praticare body building a 17 anni ho subito capito che la conoscenza del funzionamento del corpo umano sarebbe stata fondamentale per ottenere i migliori risultati. Finito il liceo classico mi sono iscritto a Medicina con lo specifico intento di acquisire le maggiori conoscenze che potevano essere utili per il mio sport. Per lo stesso motivo

mi sono poi specializzato in Medicina dello Sport e successivamente in Scienza dell’Alimentazione. I giovani devono capire che la conoscenza è potere. Come percorso agonistico consiglierei di dedicarsi alla gare Altezza/Peso.

E.: Qualche rimpianto?

M.: Quello di non aver partecipato al Mr Olympia 1999 per il quale avevo già avuto un invito dall’organizzatore. Ma questa è una storia lunga che forse un giorno racconterò. Rimpiango inoltre di non essere riuscito a portare avanti il progetto editoriale di Sportman. Purtroppo dinamiche di grossi interessi di grandi gruppi editoriali con poteri di influenzare la distribuzione ed una scarsa adesione da parte delle aziende del settore non mi hanno permesso di proseguire nel progetto. Peccato, perché, a mio parere, il nuovo Sportman era un ottimo prodotto.

Editoriale di Sportman – 2006

E.: Per il Body building, durante tutti questi anni che ti hanno portato a diventare il campione e professionista che sei, a cosa hai rinunciato?

M.: Sono sempre state delle scelte, mai delle rinunce!

E.: In off season mantieni comunque una bf bassa oppure non ti preoccupi e pensi solo ed esclusivamente alla massa?

M.: Quando gareggiavo l’obiettivo era aumentare la massa muscolare, nell’off season aumentava la percentuale di grasso corporeo, stavo attento però a non superare mai il 10% che corrispondeva poi nel mio caso a dover perdere non più di dieci kg tra grasso e acqua per preparare una competizione. Adesso cerco di mantenere sempre una bassa percentuale di grasso corporeo al 7% che abbasso ulteriormente nel periodo estivo.

E.: Qual è secondo te la miglior strategia alimentare e di allenamento per definirsi?

M.: Ritengo innanzitutto che ogni strategia debba essere personalizzata e anche per la singola persona va modulata a seconda della situazione. Comunque la mia strategia comporta una progressiva riduzione da circa il 10, a massimo il 20 per cento delle calorie rispetto alle calorie di mantenimento soprattutto a discapito dei carboidrati che comunque mantengo senza mai andare al di sotto dei 180/200 grammi e un progressivo aumento del volume di allenamento. Alleno tutti i gruppi muscolari due volte a settimana con una tabella di sei giorni alla settimana con allenamento bi-giornaliero. L’attività aerobica tutti i giorni per 60 minuti a stomaco vuoto oppure 30 minuti dopo ciascun allenamento coi pesi.

E.: Che integratori preferisci in definizione e in massa?

M.: Innanzitutto mantengo un’integrazione base che tengo tutto l’anno e consiste in : multivitaminico, multiminerale, omega 3, acido lipoico, proteine del siero, glutammina, vitamina C, vitamina E, vitamina D, glucosammina condroitinsolfato. In fase di massa all’integrazione base aggiungo creatina, BCAA, maltodestrine, proteine al 90%. In fase di definizione all’integrazione base aggiungo acetilcarnitina, termogenici, arginina, fosfatidilserina, crisina, HMB, BCAA, creatina.

E.: Che cosa ti ha insegnato il Body building nella vita?

M.: Senza alcun dubbio il body building è servito a plasmare la mia forza di volontà e ad imparare che i risultati che si ottengono sono il frutto di quello che uno fa. La mentalità agonistica sportiva è quella che poi ho utilizzato nelle altre attività della mia vita per poter essere vincente. Lo sport e soprattutto gli sport di fatica e individuali come il body building insegnano ad impegnarsi costantemente nel rispetto delle regole per raggiungere il massimo risultato con i propri mezzi.

Quest’ottica trasferita nella vita normale (e a volte anche nello stesso sport) non è sempre rispettata perché entrano in gioco interessi economici, privati e politici che cambiano le carte in tavola e quindi bisogna adattarsi per non essere prevaricati. Credo però che la passione e l’ideale sportivo, .trasferiti anche nelle attività lavorative, siano una molla incredibile di inestimabile valore.

E.: Il tuo rapporto col cibo? E’ solo un mezzo per plasmare il tuo corpo oppure ti piace la buona cucina?

M.: Ho sempre avuto un rapporto molto tranquillo col cibo, in linea generale direi che mangio per nutrirmi nella maniera corretta nell’ottica della salute e della forma fisica. Sono talmente convinto dell’importanza di un’alimentazione corretta che assolutamente non sento la mancanza di cibi elaborati ed io per buona cucina intendo per esempio un piatto di riso con lenticchie accompagnati da salmone selvaggio d’ Alaska e broccoli per finire con un dessert di frutti di bosco misti, non certo la nouvelle cousine o i piatti tipici della tradizione emiliano-romagnola.

E.: Una frase che ti rappresenta

M.: “Non è tanto chi sono io ma è quello che faccio che mi qualifica”

E.: Un pensiero che ti porta spesso alla riflessione

M.: Quando ero giovane avevo l’idea di essere quasi immortale e onnipotente, il mio atteggiamento era totalmente positivo e ottimistico, non pensavo che a me potesse capitare alcunché di spiacevole. Poi la vita mi ha insegnato che non è così e che noi comunque siamo il prodotto di quello che facciamo e pensiamo. Superati i 50 anni il pensiero dell’ineluttabilità della fine della vita diventa inevitabile.

Ho recentemente perso entrambi i genitori, mia madre per un tumore e mio padre per complicanze cardiovascolari e li ho visti spegnersi lentamente ed inesorabilmente nonostante i miei sforzi. Nello stesso periodo ho visto scomparire improvvisamente alcuni miei amici coetanei per problemi cardiaci (Lohengrin Rovesti e Giovanni Curtarelli) e a quel punto ti rendi conto che, al contrario di quando sei giovane che pensi di essere immortale, la vita ha un termine. La riflessione che ne scaturisce non è legata alla paura ma ad una consapevolezza acquisita che mi porta a dare più importanza a cose che abbiano un reale valore, a gestire il mio tempo in maniera più equilibrata per dare più spazio ai rapporti umani e poter costruire cose che lascino un segno.

Sono rimasto impressionato come dopo la morte di mio padre, grande pittore allievo e da alcuni considerato erede di Morandi, la sua assenza sia stata in parte mitigata dalla presenza in casa mia delle sue opere ed è come se tramite i suoi quadri fosse sempre presente con me. In questo momento mi sto anche impegnando con mio fratello a valorizzare ulteriormente la sua opera di artista che ritengo non debba essere, e non sarà, dimenticata.

Inoltre questa consapevolezza dell’ineluttabilità della morte o repentina o terminale, mi porta sempre più a completare il mio percorso evolutivo scientifico-culturale: da medico rivolto alla peack performance a medico anti-aging, intendendo come anti-aging un approccio globale dove l’attività fisica, la corretta alimentazione, l’integrazione alimentare, la gestione dello stress e il bilanciamento ormonale devono essere tenuti in considerazione soprattutto nell’ottica della prevenzione delle malattie degenerative legate all’invecchiamento per mantenere sempre al meglio le capacità funzionali e non semplicemente nell’ottica di un beneficio estetico che comunque viene di conseguenza.

Massimo Spattini con il padre Claudio Spattini

Massimo Spattini in un disegno del padre Claudio Spattini

E.: Quando sei in vacanza riesci ad allenarti e a stare in dieta?

M.: Quando sono in vacanza o viaggio per lavoro scelgo alberghi dotati di palestre e quindi mi alleno sempre. Per quanto riguarda la dieta anche in vacanza mi attengo agli stessi principi prediligendo riso, carne magra, pesce, verdura, frutta, frutta secca, yogurt. A volte, quando sono in giro, per gli snacks uso le barrette proteiche. E’ anche vero che io normalmente vado in vacanza in California e sotto questo punto di vista per quanto riguarda le palestre e i cibi salutari e proteici sono estremamente facilitato. Pensate che se negli USA vuoi comprarti un normale sandwich al tacchino ti servono almeno 150 gr di tacchino e se ti vuoi fare un frullato trovi sempre la possibilità di aggiungere frutta secca e proteine in polvere.

Massimo Spattini in allenamento sulle parallele durante una vacanza alle Hawaii

E.: Di cosa ti occupi attualmente?

M.: Attualmente esercito la mia professione medica come specialista in Medicina dello Sport e specialista in Scienza dell’Alimentazione; ho inoltre recentemente acquisito la “Certificazione in Medicina Anti-aging” della A4M (American Academy Antiaging Medicine) superando l’esame finale a LAS VEGAS. Sono il secondo medico italiano ad aver conseguito questo obiettivo dopo il Dottor Filippo Ongaro, già consulente per la NASA e medico responsabile della ESA (European Space Agency).

Il mio interesse per la medicina Anti-aging rappresenta una naturale evoluzione del mio interesse nei confronti della medicina dello sport e dell’alimentazione rivolti alla performance atletica, il bagaglio culturale di esperienza acquisita nella pratica di queste due specializzazioni con atleti di alto livello mi hanno permesso di imparare metodologie e strategie che opportunamente adattate si prestano al mantenimento della massima performance fisica ed estetica come prevenzione del decadimento delle funzioni legate all’invecchiamento.

La medicina Anti-aging è’ una branca della medicina nuova ed estremamente affascinante che richiede in realtà un ritorno ad un vecchio approccio della medicina, cioè quello della visione globale dell’individuo nella sua interezza psico-neuro-fisica ed un rifiuto della medicina esclusivamente sintomatologica, che non è in grado di trovare le cause ma se mai solo sopprimere o estirpare il sintomo della malattia. Nel mio background ci sono anche due anni di scuola di Omotossicologia e due anni di Medicina Cinese. Questi studi, che non mi hanno portato a praticare queste discipline, hanno però contribuito a farmi avere una mentalità più aperta nei confronti delle medicine energetiche che già hanno la prerogativa di considerare un individuo nella sua globalità.

Per questi motivi e, ovviamente, anche per un interesse personale, come fu quando mi iscrissi a medicina, l’avvicinamento alla medicina Anti-aging che di fatto pratico già da anni, è stato del tutto naturale. Infine devo segnalare la mia attività come Presidente dell’Accademia del Fitness. Fondata nel 1997 è una scuola di formazione per operatori del settore del Fitness con corsi per istruttori, personal trainer, educatori alimentari, preparatori fisici, pilates e master monotematici. A breve partirà il corso di formazione per istruttori “Fitness Anti-age” rivolto a formare figure professionali deputate a tradurre in pratica sul campo le indicazioni e prescrizioni dei medici che trattano l’Anti-aging.

A proposito di questo argomento organizzo il 4 giugno a Parma un convegno specifico riguardante l’Alimentazione Anti-aging. Il convegno è rivolto agli operatori del settore ma anche a tutte le persone interessate alla propria salute e benessere. Interverranno nomi prestigiosi nel campo della Scienza dell’Alimentazione, della Medicina dello Sport e della Medicina Anti-aging. Chi fosse interessato può consultare il sito www.accademiadelfitness.com

Foto di gruppo dei docenti e staff di un corso dell’Accademia del Fitness. In alto, da sinistra: Cinzia Ruggeri, Maurizio Forconi, Letizia Bottelli, Piero Nocerino, Enzo Ferrari, Silvia Zanet, Federico Focherini, Andrea Bertona. In basso da sinistra: Ciro di Cristino, Massimo Spattini, Enrico Veronese, Fabrizio Martinetto

E.: I tuoi progetti per il futuro?

M.: per quanto riguarda i progetti in effetti ne ho tanti ma fino a che si tratta di progetto preferisco non parlarne … posso dire che comunque è mi intenzione continuare ad allenarmi e rimanere in forma fino a 100 anni.

Foto scattata il 20 dicembre 2010 (alle 9 del mattino appena sveglio) con lo sfondo dei grattacieli di New York il giorno del mio 53° compleanno

Agnese Russo

Trovo inutile scrivere una prefazione per un atleta come Agnese, le sue foto già dicono tutto e le mie parole risultano superflue…lasciamo che sia lei a parlare:

Emanuele Pizzi: Da quanti anni sei nel mondo del Body Building? E qual’ è stata la scintilla che ha fatto scattare la passione?

Agnese Russo: Sono nel mondo dell’agonismo dal 2003, la passione per il bodybuilding è invece scattata invece qualche anno prima, sono semplicemente entrata in una palestra perché avevo voglia di mantenermi in forma e di evadere un po’ dai miei studi in ingegneria, e poi mi sono appassionata sempre di più a questo sport.

E.: Ti ricordi la tua prima gara? Prova a raccontarla

A.: La prima gara è stata nella primavera del 2003, praticamente presa dalla sala della palestra e messa sul palco. Ero piuttosto impacciata e intimidita a dire il vero, ma sono piaciuta e a me è piaciuto il palco.

E.: La più brutta gara alla quale hai partecipato? Quale gara ricordi in maniera particolare nella tua carriera?

A.: Difficile rispondere a queste domande, ogni gara mi ha regalato sempre tantissime emozioni, sia belle che brutte, e contemporaneamente, indipendentemente dal fatto che le abbia vinte o abbia avuto quello che pensavo di meritare o meno.

E.: Hai qualche gara in programma?

A.: Anche questa è una domanda cui è difficile rispondere, ho ricevuto la convocazione per i prossimi mondiali femminili IFBB, ma non ho ancora deciso se parteciparvi o meno. Ogni gara e ogni preparazione costa grossissimi sacrifici e non sempre ne vale la pena o è il momento giusto per poterli affrontare.

E.: C’è qualche persona che negli anni ti ha dato la forza o gli stimoli per continuare il tuo percorso nel Body Building?

A.: Sicuramente senza il mio compagno e trainer mi sarei fermata da un bel pezzo e non sarei arrivata ai livelli cui sono adesso, mi ha aiutata in tutto e per tutto, mi ha motivata e mi ha dato il meglio che poteva darmi. Un’altra persona a cui sono molto riconoscente è il presidente della mia federazione che mi ha sempre spronata a credere in me e a dare il meglio.

E.: Hai un episodio che ricordi piacevolmente nel mondo del Body Building?

A.: Tanti, forse di più le mie prime trasferte all’estero con la squadra nazionale, in cui ero più ingenua e genuina di adesso e mi godevo meglio lo spirito di gruppo, dopo le prime invece ho scoperto individualismo e rivalità inutili e ingiustificate che non vedevo prima.

E.: Un amico/a di gara? O che appartiene a questo mondo? Descrivilo/a

A.: Vorrei parlare proprio delle persone con cui ho condiviso la prima trasferta IFBB, Antonella, Rosita, Carla, Alice…..persone semplici, che hanno gareggiato all’estero prima di me quando la federazione italiana all’estero muoveva i primi passi e contava poco, e anche le atlete erano più semplici e meno sopra le righe, pur avendo ottenuto ottimi risultati, soprattutto per quei periodi.

E.: Cosa ne pensi del Body Building di oggi e quello di ieri?

A.: Sembro vecchia con queste risposte nostalgiche, ma mi piace di più quello di ieri, che io non ho nemmeno vissuto tra l’altro, ma quando mi capitano sotto gli occhi video di atleti di una generazione fa mi capita sempre di pensare: ma quanto erano belli ed eleganti, magari un po’ lisciotti per gli standard attuali, ma belli davvero.

E.: Il gruppo muscolare che più hai faticato a portare ai livelli attuali e con che routine l’hai allenato?

A.: Decisamente le spalle, le ho allenate in tutte le salse possibili!

E.: Il tuo miglior gruppo muscolare ?

A.: Credo le gambe.

E.: La tua attuale routine di allenamento?

A.: Tre volte a settimana circa 45 minuti, sia in preparazione gara che in off season, solo allenamento con i pesi, mai cardio (quello semmai lo faccio a spasso per vetrine. Di solito Lunedì: spalle-bicipiti-addominali, Mercoledì: dorsali-tricipiti-richiamo spalle-addominali, Venerdì: gambe complete-glutei-richiamo spalle-addominali. Metodi vari, in alcuni periodi cambio programma ogni due settimane.

E.: C’è qualcosa che rimpiangi del Body Building passato?

A.: Si come dicevo prima l’eleganza, il carisma….c’è un qualcosa che è andato perduto a favore di performance fisiche più estreme.

E.: Cosa consiglieresti ad un ragazza che entra in palestra oggi e vuole praticare questo sport?

A.: Di provare per divertirsi, mettersi alla prova e avere uno stimolo in più per migliorare la propria forma fisica, ma di non prendersi e non prendere il mondo dell’agonismo troppo sul serio.

E.: Qualche rimpianto?

A.: Boh, forse ho sbagliato qualche volta i modi e i tempi, probabilmente con il senno di poi avrei potuto fare meglio in diverse situazioni, però quando ero in gara il senno di poi non ce l’avevo ancora, ho dovuto fare i miei errori e le mie esperienze.

E.: Per il Body Building durante tutti questi anni che ti hanno portato a diventare la campionessa che sei a cosa hai rinunciato?

A.: Ho sempre cercato di rinunciare il meno possibile alle altre cose della vita, però quando si affronta una gara la fatica è tanta, la dieta molto spesso limita il sociale, non tanto per colpa di chi fa la dieta, ma di chi non la fa e non ha elasticità di capire…quindi qualche rinuncia di sicuro c’è e più di qualche cosa che passa in secondo piano, sono scelte, che però non si possono fare costantemente e a lungo, a volte bisogna invece rinunciare a gareggiare.

E.: In off season mantieni comunque una bf bassa oppure non ti preoccupi e pensi solo esclusivamente alla massa?

A.: In off season cerco di mantenermi sempre in buona forma, nei limiti del possibile perché comunque quando il fisico viene portato all’estremo per una gara poi ha bisogno di un periodo di riposo e il metabolismo richiede dei tempi fisiologici per riassestarsi. Questo ad esempio è uno degli aspetti che mi piace meno dell’agonismo, a me piace di più trovare il mio equilibrio, la mia buona forma, e mantenerla, gli sbalzi on e off season, per quanto piccoli nel mio caso, li tollero poco.

E.: Qual’è secondo te la miglior strategia alimentare e di allenamento per definirsi?

A.: Ognuno ha la sua e soprattutto ognuno ha la giusta accoppiata allenamento-alimentazione in base alla propria genetica e al proprio metabolismo e stile di vita. Ci sono tante strade perseguibili e la cosiddetta maturità atletica consiste anche nel trovare quelle più efficaci per noi.

E.: Che integratori preferisci in definizione ed in massa?

A.: In definizione uso solo le proteine in polvere a volte per comodità, un multivitaminico e il calcio, qualche volta ho usato dei drenanti e integratori di omega3.

E.: Che cosa ti ha insegnato il Body Building nella vita?

A.: E’ stato gratificante vedere come con disciplina e forza di volontà ho potuto cambiare il mio corpo, e come questo abbia costato e costi costantemente sacrifici…quando i miei pazienti vengono da me chiedendomi come si fa a ottenere un corpo scolpito io rispondo sempre: “intanto cominciamo a migliorare, poi il punto d’arrivo lo deciderai tu, perché strada facendo capirai qual’è il miglior compromesso per te tra ciò che puoi ottenere e i sacrifici che comporta”.

E.: Il tuo rapporto con il cibo? È solo un mezzo per plasmare il tuo corpo oppure ti piace la buona cucina?

A.: Il cibo non è solo nutrimento, penso che questo nessuno possa negarlo, poi si tratta di cercare il miglior compromesso per mangiare con gusto e tenersi in linea nello stesso tempo.

E.: Una frase o una parola che ti rappresenta

A.: Armonia.

E.: Un pensiero che ti porta spesso alla riflessione

A.: Continuare a gareggiare o appendere il costume al chiodo?

E.: Quando sei in vacanza riesci ad allenarti e stare a dieta?

A.: Sono una persona che si adatta facilmente e che ha le conoscenze scientifiche per potersela cavare ovunque e comunque in questo campo, se c’è in programma una gara a breve però i margini sono molto stretti allora bisogna programmare bene le cose e non sempre è possibile conciliare il tutto con una vacanza.

E.: Di cosa ti occupi attualmente?

A.: Ora faccio la Dietista e ho una mia linea di costumi da gara, in passato lavoravo in una azienda di telefonia come ingegnere.

E.: I tuoi progetti per il futuro?

A.: Boh? Quello di diventare dietista è realizzato da poco, adesso vediamo.

Personal & Wellness trainer e preparatore atletico
Emanuele Pizzi

Rosario Bonaccorsi

E’ sempre difficile scrivere una prefazione che preceda un’intervista ad un campione come Rosario Bonaccorsi poiché le parole rischiano di diventare davvero troppe o, a volte, troppo poche.

Rosario, nell’accettare subito la mia proposta di intervista, ma poi anche nel rispondere alle domande, ha dimostrato di essere una persona dotata di molta umiltà, qualità – questa – non facile da trovare in numerosi atleti italiani, i quali, in conseguenza del loro percorso agonistico, credono di essere “arrivati” senza, però, capire, a mio parere, che è proprio il confronto con le persone e, in particolare, con i fans, ad essere alla base del bagaglio di un Campione!

Big Rosario ha una linea eccellente, old school che piace tanto a me e a tutti gli amanti della cultura fisica intesa come espressione artistica di armonia e bellezza!

Se dovessi creare un termine di paragone ribattezzerei Rosario come “l’Ercole Farnese”. Il termine di paragone non è certo la rappresentazione della statua che vede Ercole al termine delle sue fatiche, ma, piuttosto, quella di un campione che saggiamente ha lottato sul palcoscenico dando tutto se stesso……Unico rammarico è che mi piacerebbe vederlo ancora sul palco…..

Senza perdere altro tempo, veniamo all’intervista:

Emanuele Pizzi: Da quanti anni sei nel mondo del Body Building? E quale è stata la scintilla che ha fatto scattare la passione?

Rosario Bonaccorsi: Domanda difficile, faccio sport da sempre, ho sempre amato gli sport individuali, con i quali ho sempre avuto un ottimo feeling. Mi è sempre piaciuta la velocità e tutto quello che di esplosivo la circonda, la forza è parte integrante della velocità, ed io oltre ad essere naturalmente veloce sono sempre stato anche forte, da piccolino amavo fare competizioni di velocità e di forza con i miei amici…. i pesi lì ho scoperti a 18 anni, nel 1977, mentre praticavo judo nella mia città “Catania”, avevano allestito una stanzetta con dei pesi, li ho mosso i miei primi passi, ma è stato un rapporto molto incostante fino 26 anni di età…… penso che sia scattata lì.

E.: Ti ricordi la tua prima gara? Prova a raccontarla

R.: Certo, dopo la mia prima esperienza a 18 anni (praticai pesi per circa 2 mesi, ma in seguito ad un incidente mi sono fermato) ricominciando nel 198081 anche quella volta per circa due re mesi, facendomi convincere da Dario Campana, proprietario di una palestra in Novara, a partecipare ai campionati Piemontese FIACF-IFBB da lui organizzati, gara che mi vide arrivare 2° su altri partecipanti con anni di allenamento alle spalle, la sensazione non la ricordo ero troppo giovane ho forse sono passati troppi anni, ma già allora mi resi conto che mi piaceva.

Ho poi ripreso per qualche mese un paio di anni dopo questa volta facendo due gare un piemontese che ho vinto ed un gran prix a Limbiate secondo dietro ad un granitico Carasi preparato da Alex Carmeli.

Poi ancora oblio fino al 1986, quando finalmente mi sono deciso a fare sul serio.

Ovviamente si parla di pesi, lo sport in generale l’ho sempre praticato passando dal karate al judo al pugilato al tennis sci squash football americano aikido etc.etc.

E.: La più brutta gara alla quale hai partecipato?

R.: Il campionato Nord Italia del 1987, mi presentai a quella gara veramente in forma, (allora nei massimi eravamo veramente tanti, basta pensare che Belchieri uno dei più bei massimi dell’epoca arrivo forse terzo o quarto) lo svolgimento della gara era a Parma (Spattini, Caleffi i fratelli Zambelli…tutti di Parma ), io ero netto primo…, lo senti , la gente lo sente, la differenza tra me ed il secondo era tanta, troppa….. ma arriva il verdetto… primo Caleffi… che dire.. Piero Forti (mi preparava lui) balza in piedi vuole mangiarsi i giudici… il pubblico di Parma tutto in piedi che inveisce e tira monetine ed altro sul palco, Caleffi accucciato sulla sua coppetta…. ricordarlo adesso mi viene da ridere … io scendo dal palco e calmo Forti …il pubblico continua a rumoreggiare …. Risalgo sul palco e prendo a posare , il pubblico mi applaude si calma, mi chiedono autografi e comunque un trionfo, ma il torto è stato grande …. Esco dal palazzetto e finalmente posso rilassarmi …. Crisi di nervi …mi sfogo …. Piango di rabbia … poi a mangiare.

E.: Quale gara ricordi in maniera particolare nella tua carriera?

R.: Diverse, l’anno successivo il 1988, a seguito comunque della mia forma nel 1987 è riconoscendomi comunque delle potenzialità, il maestro e Presidente Franco Fassi mi da via libera alle selezione per i campionati europei (allora bisognava avere almeno vinto un campionato italiano per potervi partecipare), mentre io a parte i vari trofei nazionali ai quali avevo partecipato e vinto, non avevo detto titolo, ma comunque ho questa opportunità, mi prepara sempre Piero, la selezione si tiene a Trento ci sono tutti i migliori italiani: Spattini-Curtarelli-Nocerino-Venturi–Caminotto-Dell’amico e tanti altri…. Insomma tutti …. Vinco …… e stavolta piango di gioia.

L’altra nel 1990, la mia prima gara da professionista IFBB, a Rimini, gara del circuito post Olympia.

Anche lì wild card offertami da Mister Fassi, pensando che avrei potuto rappresentare al meglio gli italiani nel circuito Pro Ifbb.

Ottengo un quinto posto davanti a Samir Bannout, Rn Love e tanti altri, pensando che fino ad allora oltre l’ultimo posto non si era mai andati sono stato felicissimo di essere il primo a centrare una finale top five nei pro ifbb.

Nella foto da sinistra a destra Samir Bannout, Rosario Bonaccorsi e Gary Strydom (Rimini circuito IFBB post Olympia, 1990)

E.: Hai qualche gara in programma?

R.: No, e ti spiego il perché. Dopo una pausa dalle gare di circa 14 anni, anni in cui ho fatto altri sport, ma sempre praticando qualche mese all’anno un poco di pesi, sono rientrato, causa anche il riavvicinarmi alle attività di palestra come lavoro, e dopo un paio d’anni di sacrifici e sforzi per riavvicinarmi a quello che ero un tempo (cosa ardua oltre che impossibile…il tempo passa per tutti e non perdona), torno a fare un paio di gare importanti, grazie anche al presidente IFBB Betto Mondello, che in virtù dei miei trascorsi mi inserisce nella nazionale Ifbb, dietro mia richiesta, a partecipare al Campionato Mondiale Master IFBB che si tiene ad Agrigento (motivo per cui mi è venuto in mente di partecipare….. era vicino casa), mi presento al trofeo 2Torri nei Master con un peso personale di 107 kg. in scarica di carbo,

penso che a 46 anni e 15 lontano dalle gare sia un bel risultato, faccio una bella gara, e penso, che forse meritavo di vincere, ho proporzioni simmetria volume tiraggio, tutto in regola ….. anche se Vergiani era in forma e non ha rubato niente …. ma a parità di preparazione credo di non presentare i difetti strutturali che ha lui, (cifosi e carenze varie dai dorsali alle braccia ai polpacci …. tutto questo senza nulla togliere al campione che è) ma qui esce il nome.. peso politico … influenza sponsor … certo tutto involontario …forse … ma influisce sui giudizi … nulla toglie che ti danneggia, comunque arrivo secondo … forse lo meritavo .. ma ancora oggi guardo i video e le foto e non riesce ad andarmi giù…. Una volta ero preso a modello dai più … possibile che con gli anni mi sia trasformato così in rospo e che a parità di condizione non riesco a stare davanti a Vergiani?

Comunque tornando al perché non voglio più gareggiare, questa è stata la prima delusione.

Ai mondiali arrivo, dopo ricarica perfetta a 109 kg. Bello pieno e tirato, non pretendevo di vincere sicuramente ma stavo tranquillamente nei cinque, a detta di tutti, ed era già una bella soddisfazione dopo il lavoro fatto …. tutti i giudici italiani presenti in giuria e non solo, mi garantiscono che sono nei cinque … forse quarto … mi sta bene sono contento … dopo 15 anni … chiamano i finalisti … il mio nome non c’è … dire che ci sono rimasto di male e dire poco … come al solito dopo mi riguardo il tutto ricontrollo con foto video …. credo che anche qui almeno un quinto posto lo meritavo, comunque questo fa capire quanto poco contiamo a volte … io non volevo regali, ma almeno quello che mi spettava.

Tralascio la gara fatta la settimana dopo a Catania dove vince meritatamente Vergiani (io ero ormai out e visibilmente appannato).

Da queste esperienze, rimango perplesso, mi rimane la voglia di farmi ancora un mondiale master, e il 2 torri, gare di sicuro prestigio, certo di arrivare ancora più grosso è tirato …. l’anno scorso volevo iniziare la preparazione.. stavo bene già a luglio (mi allenavo e mangiavo pulito già da febbraio), ma poi ho pensato: ma ne vale la pena?

Sai a 50 anni non è più come quando si è giovani va male un anno, poco male riprovi l’anno dopo o dopo ancora… adesso non ci sono più gli anni dopo, siamo al capolinea, non ci si può permettere di essere defraudati di qualcosa o di sbagliare qualcosa, non ci rimane più molto tempo, si è molto più delicati in tutto, la schiena i gomiti le spalle , la sofferenza nell’allenamento intenso…. non è più come quando si è giovani e senza dolori articolari e l’energia alle stelle.

Io credo di aver fatto delle belle cose in carriera, poche forse, ma possono bastarmi.

Ragion per cui queste erano le domande che mi sono fatto, e la risposta è stata …… ok appendo il costume al chiodo, evito altri mal di pancia … Adesso mi limito a fare il giudice e ad aiutare qualche mio allievo con intenzioni bellicose.

E.: C’è qualche persona che negli anni ti ha dato la forza o gli stimoli per continuare il tuo percorso nel Body Building?

R.: Sono tanti gli amici che mi hanno aiutato e stimolato, fare dei nomi servirebbe solo a dimenticarne qualcuno facendo dei torti.

E.: Hai un episodio che ricordi piacevolmente nel mondo del Body Building?

R.: Come dicevo prima nella gara di Rimini, sul palco con Piero Nocerino …. devo dire che con lui ci siamo sempre divertiti alle gare, ma in particolare in quella gara dove mi hanno spremuto come un limone, devo dire che la sua vicinanza mi ha aiutato non poco, episodio che ricordo con particolare piacere perché resto convinto che se non era per lui che mi faceva ridere e mi tirava su il morale, non so se avrei resistito così come ho fatto.

E.: Un amico di gara? O che appartiene a questo mondo? Descrivilo

R.: Un ragazzo che seguo ed al quale voglio bene, che mi sta vicino, con il quale d’estate giochiamo a tamburelli ed altro, riuscendo a passare insieme momenti diversi rispetto al bb, uno dei tanti ragazzi amanti del bb che aveva cominciato in modo sbagliato, con me sta lavorando in senso opposto, curiamo il corpo dentro e fuori in maniera pulita ….. i risultati, se devono venire verranno con il sacrificio il tempo e la pazienza ……

E.: Cosa ne pensi del Body Building di oggi e quello di ieri?

R.: Nel mondo poco è cambiato, hanno inserito dei campionati differenti per evolution, Hp e similari, ma non li confondono con i b.b. In Italia non è così. Troppe categorie di peso con hp che vanno anche fino a -6 con gare dallo svolgimento lunghissimo e gente che sempre meno viene a vederle.

Gare sempre meno spettacolari con atleti per cat. Inferiori a due ……

E.: Il gruppo muscolare che più hai faticato a portare ai livelli attuali e con che routine l’hai allenato?

R.: Non ho mai avuto grosse carenze muscolari, ad eccezione del trapezio che è uno di quei muscoli che cresceva meno o comunque meno appariscente in quanto la clavicola larga, ma non ho mai avuto grossi squilibri, anzi forse la mia fortuna è sempre stata la proporzione tra tutti i muscoli senza averne uno che eccedesse con buona armonia generale .

E.: Il tuo miglior gruppo muscolare?

R.: Come sopra ma se devo dare forse una piccola preferenza va alle spalle.

E.: La tua attuale routine di allenamento?

R.: Non ho parlato prima di allenamento per un semplice motivo ho sempre allenato tutti i muscoli con la stessa intensità, dando la priorità a giro per tutti i gruppi, faccio dai polpacci alle braccia da sempre, anche adesso che ho smesso agonisticamente , e mi alleno meno, non è cambiato niente: dai polpacci in su alleno tutto.

Posso dire cosa è cambiato con gli anni, e cioè è diminuito il tempo totale dell’allenamento che tra virgolette non è mai stato elevato comunque, e questo in virtù dei cambi energetici dovuti agli anni che passano e per cui devi adattare la fatica con l’energia a disposizione.

Per quanto riguarda invece l’allenamento, dopo i primi approcci ho da sempre utilizzato un sistema di allenamento che sta a metà tra l’heawy duty ed il classico piramidale, ma senza mai scendere sotto le sei rip. Aumentando sempre i carichi ad ogni serie è riposando il meno possibile tra una serie e l’altra, con tutte le varianti a seconda del periodo e della voglia allenante, con periodi in cui utilizzi i sistemi stripping o quelli in cui inserisci allenamenti con serie giganti e super serie.

La routine utilizzata è sempre la stessa ossia:

polpacci due volte la settimana

femorali due volte la settimana

glutei ( una volta non si facevano) due volta a settimana

Questo ovviamente con obiettivi di gara, adesso tutto solo una volta a settimana.

pettorali – dorsali – spalle – quadricipiti – tricipiti – bicipiti una volta a settimana

bene o male questo è il tipo di routine che ho sempre fatto.

L’allenamento è istintivo, nel senso che è sempre uguale e l’istinto và all’utilizzo dei pesi e le ripet., tranne quando sono stanco o non ho voglia allora faccio un tipo di allenamento con serie gigante in modo da allenarmi in non più di dieci minuti.

Gli esercizi sono sempre gli stessi, non uso schede e non cambio esercizi con calcoli preordinati, cambio quando sento che un esercizio mi comincia a dare problemi o dolori articolari oppure comincio a non sentire più le sensazione che ne traevo all’inizio, quindi lo cambio con qualcosa di alternativo che mi ridia le sensazioni allenanti che sempre cerco quando mi alleno.

E.: C’è qualcosa che rimpiangi del Body Building passato?

R.: Quelle belle gare con tanti atleti partecipanti, dove la competizione attirava un pubblico da grandi occasione e gli atleti in gara erano gratificati da questo.

E.: Cosa consiglieresti ad un ragazzo che entra in palestra oggi e vuole praticare questo sport?

R.: Tapparsi le orecchie e gli occhi e pensare che le cose per migliorare nel nostro come in tutti gli altri sport sono la costanza la pazienza la dedizione ed il tempo per avere risultati veri e duraturi.

E.: Qualche rimpianto?

R.: Con il senno di poi forse avrei fatto scelte diverse oggi, ma so che le scelte fatte allora sono state quelle giuste.

Nel 1991 mi sono trovato a dover scegliere se dover continuare a fare il b.b. ( con buone opportunità facendo il b.b. professionista in America) oppure portare avanti la società che avevo messo su da un anno e che mi dava una tranquillità economica, ma che non mi permetteva di continuare ad allenarmi in maniera agonistica …. Ho preferito la seconda.

E.: Per il Body Building durante tutti questi anni che ti hanno portato a diventare il campione che sei a cosa hai rinunciato?

R.: Quando fai qualcosa in cui credi non esistono rinunce, fai quello che devi perché ti piace per libera scelta e perché alla fine i risultati, positivi o negativi, faranno parte delle cose che ricorderai e che potrai raccontare.

E.: In off season mantieni comunque una bf bassa oppure non ti preoccupi e pensi solo esclusivamente alla massa?

R.: Ho sempre iniziato le preparazioni alle gare con un peso inferiore o uguale a quello con cui mi presento in gara, dopo ogni gara tendo a rilassarmi un poco, quindi mollo leggermente gli allenamenti e la dieta questo mi comporta avendo un buon metabolismo, una diminuzione del peso corporeo oltre ad una diminuzione del trofismo muscolare, cosa che sfrutto alla ripresa degli allenamenti, la differenza tra la diminuzione della forza e la diminuzione del volume muscolare è differente, si perde comunque (almeno nel mio caso) più forza che volume, quindi alla ripresa degli allenamenti impegnativi, per tornare ad avere la stessa o più forza di prima i miei muscoli si trovano davanti ad una nuova sollecitazione che a parità di forza mi permette di mettere ancora uno o due kili di muscoli in più.

E.: Quale è secondo te la miglior strategia alimentare e di allenamento per definirsi?

R.: L’allenamento migliore è quello che uno sente, diversamente si deve affidare ad un preparatore che gli sottoporrà delle schede con delle varianti fino a trovare le giuste combinazioni di allenamento insieme all’atleta, il mio pensiero e che tutti i tipi di allenamento sono efficaci, ma funzionano in maniera differente da atleta ad atleta.

La dieta deve essere bilanciata sempre mangiando in maniera pulita e senza sgarri, aumentando le calorie man mano che con il lavoro aerobico si innalza la soglia metabolica in modo da arrivare sotto gara con un metabolismo abbastanza alto da permetterti di mangiare sia carbo che pro e grassi in maniera bilanciata continuando a definirti.

E.: Che integratori preferisci in definizione ed in massa?

R.: Vitamine sempre o quasi, proteine e Bcaa alternate o integrate con Hmb,

E.: Che cosa ti ha insegnato il Body Building nella vita?

inserendo poi degli omega 3 e dell’acido linoleico, si possono aggiungere dei volumizzatori (integratori a base di creatina glutammina ribosio taurina etc ..) con percentuali di creat. E glut. ( specie la creat.) non alte in modo da non creare problemi ai reni anche con assunzioni prolungate, poi si possono inserire sotto gara vit. C, carnitina e molti altri integratori comunque utili, ma non basilari lontano dalle gare

R.: Non posso dire cosa mi ha insegnato il bb, ma quello che tutti gli sport mi hanno insegnato, ed è il rispetto per la tua persona. ma soprattutto il rispetto per gli altri, sia dentro che fuori dalle palestre.

La finalità agonistica e solo nel momento delle competizioni, che devono essere comunque vissute con gioia un momento da condividere con altri atleti che hanno sopportato i tuoi stessi sacrifici, dove la carica agonistica non deve sconfinare nell’aggressività quando non si raggiunge il risultato che ci si aspetta.

E.: Il tuo rapporto con il cibo? È solo un mezzo per plasmare il tuo corpo oppure ti piace la buona cucina?

R.: Questa è una bella domanda, amo la buona cucina mi piace mangiare, e cucino anche discretamente bene…. mi salva un poco il fatto che pur essendo un massimo naturale ho un buon metabolismo.

E.: Una frase o una parola che ti rappresenta

R.: Impulsivo.

E.: Un pensiero che ti porta spesso alla riflessione

R.: Mi piace capire i concetti o studiarli fino ad avere una visone a 360 gradi, ma essendo un impulsivo tendo…… a non riflettere….

E.: Quando sei in vacanza riesci ad allenarti e stare a dieta?

R.: Allora per quanto riguarda la dieta come già dicevo mi piace mangiare, pur stando attento se sono un poco appesantito, anche se d’estate … le tentazioni sono tante, mentre per l’allenamento se posso cerco sempre di fare qualcosa per non impigrirmi.

E.: Di cosa ti occupi attualmente?

R.: Insegno in una palestra.

E.: I tuoi progetti per il futuro?

R.: Avendo appeso il costume al chiodo, tirar su dei ragazzi che abbiano la stessa nostra passione

Ho cercato di non essere prolisso anche se a volte mi faccio prendere la mano (ho cancellato molto di quello che ho scritto per non annoiare chi avrà voglia di leggermi, ti ringrazio per avermi dato la possibilità di raccontarmi e spero che il mio scritto non vada ad annoiare chi legge, ma leggendo tra le righe trovare un incoraggiamento ad andare avanti, non esistono segreti o pillole magiche, ma solo costanza passione e dura fatica….

Ciao Rosario Bonaccorsi

E.: Grazie a te Rosario e Ciao!

Personal&Wellness trainer e preparatore atletico
Emanuele Pizzi

 

Mara Besacchi

Nel pensare ad una piccola introduzione che presentasse Mara, mi sono accorto che ogni lettera, parola o frase è inutile e superflua per descrivere questa donna e atleta che, nel tempo, è riuscita a plasmare corpo e spirito tramite una ferrea volontà che contraddistingue una guerriera del ferro.

Mara, attraverso mille difficoltà, è arrivata – grazie a se stessa – alla sua meta! Senza perdere altro tempo, eccovi l’intervista:

Emanuele Pizzi: Da quanti anni sei nel mondo del Body Building? E qual’ è stata la scintilla che ha fatto scattare la passione?

Mara Besacchi: Mi alleno dal 1998; ma seriamente da molto meno. La scintilla fu la volontà di recuperare un sottopeso causato da uno stato di anoressia.

E.: Ti ricordi la tua prima gara? Prova a raccontarla

M.: Vista la stagione l’unica gara del periodo era il Gran Prix Freeway di Massa Carrara. Ricordo bene con affetto il fatto che rifiutai il mallo e anche l’uso del perizoma per vergogna…Ora quando rivedo quelle foto sorrido…di muscoli nemmeno l’ombra, ma tanta voglia di arrivare. Ci eravamo preparati in soli due mesi; anche se a oggi, con esperienza e studio, riconosco che i metodi di preparazione e di allenamento che mi erano stati propinati erano completamente errati (era il 2001); quando nel 2004 cambiai preparatore vidi immediatamente i risultati arrivare. Anche se, ti confido, che nel 2009 (dopo 4 anni di lontananza dalle pedane del Body Building voluta per dedicarmi a gare di powerlifiting) ho fatto il vero salto di qualità (in termini di allenamento, alimentazione, salute e risultato fisico) affidandomi alla supervisione di un grande: Pier Venturato…

Mara Besacchi ai Campionati Italiani WABBA del 2004 (vincitrice del titolo assoluto)

E.: La più brutta gara alla quale hai partecipato?

M.: Non è bello dire la gara ne la federazione organizzativa dove meno mi sono trovata bene, ma non c’è una gare negativa in tutte le sua sfaccettature. Ci sono magari delle gare alle quali sono più affezionata .

E.: Quale gara ricordi in maniera particolare nella tua carriera?

M.: Il Campionata Europeo 2004; per la maestosità dell’organizzazione, i personaggi presenti e le mie emozioni.

E.: Hai qualche gara in programma?

M.: Preferisco non parlarne….ti chiedo scusa.

E.: C’è qualche persona che negli anni ti ha dato la forza o gli stimoli per continuare il tuo percorso nel Body Building?

M.: Solo me stessa; per lo più ho invece trovato persone che tentavano di dissuadermi. D’altronde, gli sforzi fisici e mentali per prepararsi ad una gara sono talmente tanti e impegnativi che la motivazione può arrivare solo da dentro.

E.: Hai un episodio che ricordi piacevolmente nel mondo del Body Building?

M.: Uno in particolare no…

E.: Un amico/a di gara? O che appartiene a questo mondo? Descrivilo/a

M.: Daniela Trevisol. Bellissima persona: cortese, gentile, umile, colta, amica che rivedo ogni volta con molto piacere. Una delle persone di cui ho più stima. Abbiamo vissuto insieme molte competizioni ed eventi extra-gare, e ho avuto così il piacere di conoscerla come persona oltre che come splendida atleta.

E.: Cosa ne pensi del Body Building di oggi e quello di ieri?

M.: Tocchi un tasto delicato. Posso darti il mio pensiero che molti non condivideranno. Oggi si è perso il senso dell’estetica, della bellezza e della misura. Le cause sono moltissime, non escluse le giurie che parlano parlano, ma non penalizzano mai davvero gli eccessi. Da qui gli atleti che si spingono sempre oltre rischiando la salute e perdendo la grazia e la bellezza di un corpo lavorato. Cosa che si poteva apprezzare negli anni 80. Spesso gli atleti poi dimenticano che sono in pedana 1 solo giorno….e arrivano a forme tozze e sgraziate con cui poi devono convivere tutto il resto dell’anno….ed escludiamo il discorso salute; non mi sembra qui il momento di affrontare ciò.

E.: Il gruppo muscolare che più hai faticato a portare ai livelli attuali e con che routine l’hai allenato?

M.: Il deltoide: ottenuto allenandolo 3 volte a settimana: 22 serie ogni allenamento nell’ultimo anno.

E.: Il tuo miglior gruppo muscolare?

M.: La schiena.

Mara Besacchi ai Campionati del mondo WABBA 2005 (Prima classificata)

E.: La tua attuale routine di allenamento?

M.: Una o due volta a settimana ogni gruppo: circa 20 serie per ogni gruppo.

E.: C’è qualcosa che rimpiangi del Body Building passato?

M.: La bellezza di uomini e donne: bellezze proponibile e raggiungibile; nonché mantenibile per tutto l’anno e la maggior considerazione che gli altri sportivi e la gente comune avevano di noi. D’altronde abbiamo fatto tutto da soli…rendendoci spesso ridicoli.

E.: Cosa consiglieresti ad un ragazza che entra in palestra oggi e vuole praticare questo sport?

M.: Accurata scelta della persona a cui affidarsi e tanta determinazione.

E.: Qualche rimpianto?

M.: Di essermi affidata all’inizio (inesperta e neofita) a dei “PRATICONI”

E.: Per il Body Building durante tutti questi anni che ti hanno portato a diventare la campionessa che sei a cosa hai rinunciato?

M.: Le rinunce sono soggettive: vacanze, vita sociale; sacrifici che non pesano se l’obiettivo è quello desiderato e liberamente scelto

E.: In off season mantieni comunque una bf bassa oppure non ti preoccupi e pensi solo esclusivamente alla massa?

M.: Mi mantengo in forma. Il mio peso varia massimo di 3 kg. Non ha molto senso ne è salutare ingrassare eccessivamente ogni volta per poi tornare in forma.

Mara Besacchi al Trofeo due torri 2009 (Sesta classificata)

E.: Qual’è secondo te la miglior strategia alimentare e di allenamento per definirsi?

M.: E’ la stessa tutto l’anno; Variano sole le quantità %; ma le variazioni in preparazione sono anche quotidiane e soprattutto estremamente soggettive quindi impossibili da stilare.

E.: Che integratori preferisci in definizione ed in massa?

M.: “Massa”….termine strano….in definizione sicuramente non manca mai un’integrazione di glutammina e amminoacidi. Utilizzo molti composti fito/omeoterapici per la mia messa in forma a rispetto della salute.

E.: Che cosa ti ha insegnato il Body Building nella vita?

M.: Lo spirito di sacrificio ed il volermi bene nel senso più ampio del termine.

E.: Il tuo rapporto con il cibo? È solo un mezzo per plasmare il tuo corpo oppure ti piace la buona cucina?

M.: Parli con una donna che arriva da un passato di disturbi alimentari; oggi per me il cibo ha solo una funzione. Non amo molto la buona cucina, ne i ritrovi a tavola (cerimonie, ricorrenze…..); preferisco una cucina semplice e una buona compagnia.

E.: Una frase o una parola che ti rappresenta

M.: Poliedrica; e sono convinta che la mente sia l’unico ostacolo a ciò che non riusciamo a raggiungere.

E.: Quando sei in vacanza riesci ad allenarti e stare a dieta?

M.: Si, sempre (se serve), a meno che sia io a decidere di non farlo…

Mara Besacchi al campionato del mondo WABBA 2009 con Pier Venturato

E.: Di cosa ti occupi attualmente?

M.: Sono area manager in un’azienda farmaceutica. Amo il mio lavoro e ne ottengo molte soddisfazioni. Inoltre (cosa non meno importante) lavoro con persone meravigliose.

E.: I tuoi progetti per il futuro?

M.: Preferisco non espormi. Ne ho molti; alcuni a breve termine altri meno…

Mara.: Grazie di cuore per l’opportunità ……

Emanuele.: Grazie a te

Personal & Wellness trainer e preparatore atletico
Emanuele Pizzi

Leo Caminotto

L’attribuzione del titolo di Maestro a Leo Caminotto deve essere concessa, a mio avviso, “ad honorem” poiché è un atleta, ma, soprattutto, un uomo che si è distinto nella vita come un guerriero.

Nonostante il forzato abbandono dal mondo agonistico, infatti, Leo ha saputo continuare a percorrere la via del Body Building trasmettendo la sua passione ed esperienza alle nuove leve.

E’ una persona che non molla mai e del resto ha alle spalle un passato agonistico che lo rendono un eccezionale tecnico ed allenatore. Nei suo muscoli, nelle linee del suo corpo è scolpita la storia del Body Building italiano e quando Leo con estrema gentilezza ed umiltà ha accettato la mia proposto di intervista ne sono rimasto molto felice poiché ha avvalorato già quello che pensavo di lui che oltre ad essere un grande del Body Building è anche una grande persona!

Non voglio dilungarmi troppo, quindi lascio ai lettori l’intervista:

Emanuele Pizzi: Da quanti anni sei nel mondo del Body Building?

Leo Caminotto: Ho iniziato all’età di 20 anni. Per cui direi da 28 anni circa.

E.: Qual’è stata la scintilla che ha fatto scattare la passione?

L.: Sono sempre stato attratto dai fumetti della Marvel con i vari supereroi. Ho sempre avuto una particolare ammirazione per gli uomini muscolosi. Quando studiavo storia il mio sogno era quello di avere un fisico come quello di Ercole, celebre eroe della mitologia. A 16 anni ebbi un piccolo incidente, fui ricoverato all’ospedale ove conobbi un ragazzo che aveva una piccola palestra casalinga. Mi invitò ad allenarmi da lui con i suoi attrezzi abbastanza rudimentali. Allenandomi 4 volte alla settimana per due ore a seduta (all’epoca si seguiva la moda di fare tante serie e tante ripetizioni), iniziando dopo 10 ore di lavoro, passai da 79 kg ad 88 kg nel giro di 6 mesi. A quell’epoca non c’erano integratori, vitamine e altro.

E.: Ti ricordi la tua prima gara? Prova a raccontarla

L.: Sono stati i Triveneti IFBB, che vinsi all’esordio. La rivista Sportman parlò di me come una sicura promessa e, infatti, dopo pochi mesi vinsi gli italiani juniores.

Leo Caminotto alla sua prima gara

E.: La più brutta gara alla quale hai partecipato?

L.: Non ho ricordi di una brutta gara. Di solito la più brutta è quella in cui non vinci: ma per me partecipare a una gara era comunque un evento bellissimo ed esaltante.

E.: Quale gara ricordi in maniera particolare nella tua carriera?

L.: La gara in cui in Norvegia nel 1989, nella categoria pesi massimi degli Europei IFBB, arrivai secondo alla prima partecipazione. Due anni prima avevo vinto consecutivamente i Giochi del Mediterraneo in Turchia e a Cipro.

E.: C’è qualche persona che negli anni ti ha dato la forza o gli stimoli per continuare il tuo percorso nel Body Building?

L.: Ho avuto la fortuna di avere una famiglia che mi ha sempre fortemente appoggiato: fratelli e genitori straordinari che mi hanno sempre spinto al massimo.

E.: Hai un episodio che ricordi piacevolmente nel mondo del Body Building?

L.: Il cameratismo dietro le quinte fra i vari sportivi, la stretta di mano di Franco Fassi, l’opportunità di aver conosciuto campioni straordinari come Tom Platz, Piero Venturato, Frank Zane e molti altri.

Leo Caminotto premiato da Franco Fassi agli Italiani svolti a Sanremo nel 1992

E.: Un amico di gara? O che appartiene a questo mondo? Descrivilo

L.: Penso al dottor Massimo Spattini, col quale ho gareggiato diverse volte e con cui condivido anche oggi una grande amicizia.

Leo Caminotto con Massimo Spattini

E.: Cosa ne pensi del Body Building di oggi e quello di ieri?

L.: Di quello di oggi preferisco non parlarne. Quello di ieri è stato un sogno meraviglioso che io ho avuto la fortuna di vivere, partendo da un paese di campagna di 2000 abitanti: ho girato il mondo, ho lavorato a Cinecittà, sono stato protagonista di 14 copertine, ho firmato un libro dedicato al German Volume Training e molto altro.

E.: Qual è il gruppo muscolare che più hai faticato a portare ad un ottimo livello competitivo e con che routine l’hai allenato?

L.: Non ho mai avuto particolari difficoltà a far crescere i muscoli. Purtroppo nel 1990 ho strappato il basso pettorale e da allora ho riscontrato alcune difficoltà nel suo sviluppo. Lo allenavo con il German Volume Training.

E.: Il tuo miglior gruppo muscolare?

L.: Gambe e schiena.

E.: La tua miglior routine di allenamento?

L.: Sono sempre stato un istintivo: andavo in sintonia con la forma del giorno. Comunque, sempre tante ripetizioni, dalle 10 alle 15 e poco riposo fra una serie e l’altra.

E.: C’è qualcosa che rimpiangi del Body Building passato?

L.: Il fatto che personalità e fisico si sviluppano e costruivano in parallelo.

E.: Cosa consiglieresti ad un ragazzo che entra in palestra oggi e vuole praticare questo sport?

L.: Di cercare un vero appassionato che possa indirizzarlo nella maniera ottimale, curare tantissimo l’alimentazione e l’allenamento e pensare all’uso di qualche buon integratore dopo 8-9 mesi.

E.: Qualche rimpianto?

L.: Non ho nessun rimpianto.

E.: Per il Body Building durante tutti questi anni che ti hanno portato a diventare un campione a cosa hai rinunciato?

L.: A nulla perché per me allenarmi e gareggiare è sempre stato un piacere. Mi sono divertito avendo fatto tanta televisione, esperienze nella moda e altro che non mi ha mai lasciato rimpianti.

E.: Come ti comportavi in off season, mantenevi comunque una bf bassa oppure non ti preoccupavi e pensavi solo esclusivamente alla massa?

L.: Dato che sono sempre stato molto richiesto per esibizioni e servizi fotografici, tranne i primi 5-6 anni in cui praticavo il classico periodo di off season, solitamente mi mantenevo intorno a una percentuale di grasso corporeo dell’8-10% (considerando che sono 1.84 con un peso compreso fra i 115 e 120kg, e in gara 110kg).

E.: Qual’è secondo te la miglior strategia alimentare e di allenamento per definirsi?

L.: E’ molto soggettivo, altrimenti saremmo tutti identici e potremmo diventare campioni facilmente. Bisogna conoscere le esigenze del proprio corpo. Per quello che riguarda il mio fisico, io assumevo 2 grammi di proteine per ogni kg di peso corporeo (chiaramente con una percentuale di grasso corporeo dell’8-10%). Mangiavo circa 5 volte al giorno suddividendo i miei pasti in 55% carboidrati, 35% proteine e 10% grassi.
Avevo una grande considerazione delle vitamine e degli integratori naturali. Supponendo ciò che potrebbero domandarsi alcuni lettori, è doveroso specificare che ho utilizzato anche cicli di anabolizzanti nel periodo agonistico della mia carriera.

E.: Che integratori preferisci in definizione ed in massa?

L.: Per me non c’era nessuna differenza. Assumevo un buon multivitaminico 5 giorni su 7, molti aminoacidi ramificati, glutamina e creatina (e carnitina solo sotto gara).

E.: Che cosa ti ha insegnato il Body Building nella vita?

L.: Ha plasmato la mia forza di volontà e la disciplina.

E.: Il tuo rapporto con il cibo? È solo un mezzo per plasmare il tuo corpo oppure ti piace la buona cucina?

L.: Sicuramente gradisco la buona cucina. Durante i periodi agonistici mi permettevo qualche extra solo una volta alla settimana.

E.: Una frase o una parola che ti rappresenta

L.: Intensità.

E.: Un pensiero che ti porta spesso alla riflessione

L.: Il successo porta all’invidia.

E.: Quando gareggiavi, nei periodi di vacanza riuscivi ad allenarti e stare a dieta?

L.: Certamente, mai trovato nessuna difficoltà.

E.: Di cosa ti occupi attualmente?

L.: Gestisco un negozio di integratori e una grossa palestra, organizzo eventi sportivi (come il trofeo Athenas, che forse potrei riorganizzare nel prossimo futuro). Ogni tanto faccio il commentatore per le reti Mediaset (ho commentato su Italia 1 l’ultimo Mr. Olympia).

E.: I tuoi progetti per il futuro?

L.: Ho avuto la fortuna di incontrare un appassionato di informatica, Gianluca Musumeci, il quale mi ha proposto di fare da consulente tecnico per una applicazione per iPhone ed iPod dedicata all’allenamento. Dal nostro incontro sono nati egoFITNESS ed egoFITNESShome (http://www.worldgymclub.it/egofit), che sono stati entrambi primi in classifica nelle vendite per quasi un anno, con diversi articoli in quasi tutti i quotidiani della stampa nazionale. Recentemente il settimanale Panorama l’ha incluso in copertina, fra le 100 applicazioni che ti cambiano la vita.

Personal & Wellness trainer e preparatore atletico
Emanuele Pizzi

Piero Nocerino

Piero Nocerino è un personaggio storico del Body Building italiano. Io lo definisco “l’intellettuale” del CULTURISMO…Chi ha avuto modo di parlargli oppure di leggere i suoi scritti, infatti,si rende conto di quanta cultura ed esperienza traspaia dalle sue parole.

Anni fa mi imbattei casualmente nel suo Blog e rimasi folgorato dall’essenza delle sue parole. Piero racconta eventi con una sorta di forma romanzata che lasca il lettore incuriosito di proseguire.

La definizione “intellettuale” , come dicevo prima, si colloca, nella mia mente, in maniera complementare ad un personaggio letterario creato dallo scrittore scozzese James Matthew Barrie nel 1902, ossia l’eterno fanciullo Peter Pan. Non so come mai si verifichi, in me, questa associazione mentale, ma vedo in Piero una spiccata arguzia ed un’ intelligenza fanciullesca (intesa come freschezza mentale)…Vedo un uomo alla continua ricerca del sapere e con la continua volontà di rimettersi in gioco ogni volta, senza l’esuberanza o la saccenza di chi, come lui, ha, nel mondo del Body Building un trascorso notevole.

Ecco l’intervista:

Emanuele Pizzi: Da quanti anni sei nel mondo del Body Building? E qual’ è stata la scintilla che ha fatto scattare la passione?

Piero Nocerino: Mi sono sempre guardato allo specchio in maniera strana. Da sempre. Credo di essermi portato dalla vita precedente un modello, uno stereotipo fisico di riferimento che non e’ mai cambiato. Non c’e’ stata alcuna scintilla, mi ero portato l’incendio da casa.

E.: Ti ricordi la tua prima gara? Prova a raccontarla

P.: Credo siano stati i Campionati Regionali Piemontesi, nel 1981. Ricordo che andai alla gara con mia madre, in treno. Litigai con lei la sera prima, perché non voleva che andassi…. e per ritorsione mi ingozzai un litro di latte in un sorso solo. Quanta ingenua stupidita’….Mi accontentò, e per la prima volta vidi un contesto agonistico. Ricordo un particolare: I miei avversari erano enormi, da vestiti. Pensai che sarebbe stata la prima e l’ultima volta, visto il livello. Ma non tenni conto del fattore “maglioni”. Mi ricordo che più loro si spogliavano, più rimpicciolivano. Un eccesso di lana? E ricordo che il pubblico gridava a gran voce il mio numero…”dieci, dieci….”. Nessuno mi conosceva, e vinsi anche l’assoluto. Ricordo l’emozione che ebbi nel mettere i gettoni nel telefono della prima cabina che trovai, ancora imbrattato di mallo, per chiamare il mio maestro, Renato Bertagna. Il resto della mia carriera ha solo sfiorato pallidamente l’emozione e la felicità di quell’evento.

Piero Nocerino a 22 anni

E.: La più brutta gara alla quale hai partecipato?

P.: Non ricordo gare “brutte”. Alcune erano organizzate male, altre erano tristi…..in verità ci sono rimasto molto male quando ad Campionato Mondiale in Germania arrivai secondo dietro all’organizzatore della gara stessa. Era già pronto il mazzo di fiori da consegnargli….la ritenni una grande disfatta per il mio sport. Il giorno successivo avevo già elaborato il lutto, e ricominciai per l’anno successivo.

E.: Quale gara ricordi in maniera particolare nella tua carriera?

P.: L’ultimo mondiale al quale ho partecipato, a Terracina. Nei Massimi, un mio avversario era cieco. Da quel momento ho ritenuto opportuno non lamentarmi più di alcuna avversità fisica.

E.: Credo che un Body Building non appenda mai il costume al chiodo…detto questo a quando il tuo rientro agonistico?

P.: Se tutto va bene, vorrei ripresentarmi ai Campionati Italiani IFBB. Per alcuni motivi. Il primo è il disperato tentativo di rimanere attaccato alla giovinezza e alle sensazioni ad esse correlate. Il secondo è per l’amicizia e la stima che mi lega a Dennis Giusto e Rossella Pruneti, gli organizzatori. Sono onorato di essere “carne da gara” in un evento creato dalla loro passione. Il terzo è che vorrei che i miei figli vedessero il loro papà nella condizione fisica che lo rende felice. Rifare gli “Italiani” 26 anni dopo averli vinti, a Pompei, nel 1984, ritengo sia materia da Guinness dei Primati….

Piero Nocerino oggi, in una forma fisica davvero strepitosa (grande Piero!)

E.: C’è qualche persona che negli anni ti ha dato la forza o gli stimoli per continuare il tuo percorso nel Body Building?

P.: Le persone che mi hanno amato non mi hanno mai spinto verso le gare, e le capisco. E’ difficile amare una persona e spingerla verso il BB agonistico. Questa mia avventura vuole dimostrare a chi mi sta intorno che è possibile primeggiare con buone analisi ed ecografie. Ho dato troppo ad allenamento e dieta. Si può ottenere moltissimo con pochissimi sacrifici, credetemi…

E.: Hai un episodio che ricordi piacevolmente nel mondo del Body Building?

P.: Il Bodybuilding stesso è “l’episodio” che ha cambiato la mia vita. In questo contenitore, la bobina dei tratti piacevoli scorre impazzita da sempre. Ogni crampo, ogni notte insonne per l’emozione, ogni delusione, sono i tasselli del puzzle della mia vita. Ho imparato tantissimo dalle sconfitte, e a loro dedico tutte le mie vittorie. Una frase strana, immagino….

E.: Un amico di gara? O che appartiene a questo mondo? Descrivilo

P.: Per coloro che considerassero i “culturisti” come mera carne da macello, ho cattive notizie. Siamo stati, e siamo tuttora invasi da uomini veri e di contenuti. Se hai bisogno di qualche nome, posso partire da Venturato, Defant e Zardinoni. Tutti ragazzi dal cuore particolare. Amo Eros Sammartino, un talento naturale col quale vado d’accordissimo. Ma sono “intimo” anche di Thomas Benagli, di Simone Meiattini, di Dennis Giusto. E moltissimi altri ancora…Della generazione appena terminata, mi ritengo un fan assoluto di Enzo Ferrari, un fenomeno “globale” di carisma, talento fisico e intelligenza assoluta. Dei giovanotti, sono estimatore di Alan Baroncini,di Paolo Fontana di Alessandro Galli e di Alex Zuccaro. Gente con cui parlo volentieri di tutto, ed è quello che conta. Ma dimentico sicuramente molti amici, a cui chiedo preventivamente scusa. Volevo solo ricordare un mio amico del cuore, più di un fratello, per me. Non è famoso, anche se è stato terzo agli italiani IFBB di qualche anno fa. Si chiama Corrado Malandrino, ha un negozio a Bologna che ama e io amo il suo modo di “stare nelle cose”.

nella foto da sistra a destra: Emilio They, Thomas Benagli, Domenico Cirillo, Daniela Follis, Piero Nocerino, Eors Sammartino (Aquafan Riccione agosto 1992)

E.: Cosa ne pensi del Body Building di oggi e quello di ieri?

P.: Ti racconto un piccolo aneddoto: Ero ancora un giovanotto di belle speranze, e mi trovavo a Lecce per le vacanze. Andai ad allenarmi da un famoso campione che abitava a Copertino, Fernando Fiorita. Ricordo che mi stavo scatenando al pulley basso, con il solito sistema filosofico:” se questa macchina ha 100 kg in dotazione, ci sarà un motivo…”. Fernando si mise al mio fianco. Io pompavo la ghisa per quanto il mio cuore poteva…Alla fine dell’ennesima serie mi disse: ” Sei giovane, un giorno capirai che ciò che cerchi non è giusto, e che i bei corpi sono quelli espressi dal format di Steve Reeves…”. Lo ritenni un errore di valutazione. Avevo solo 20 anni, ma avevo capito di essere affiancato da una persona non adatta all’attivazione dei miei sogni. La crescita, in ogni ambito della vita, deve creare una frattura per potersi evolvere, come una sorta di “splitting cell” miofibrillare riferita alla filosofia dello sviluppo globale. Lui avrebbe voluto che seguissi le sue orme, io volevo cambiare strada. Adesso sono tentato di attuare la stessa operazione con i ragazzini della mia palestra, e vorrei offrire Levrone, come modello ideale. Ma sarebbe lo stesso errore che riconobbi in altri, molti anni fa. Ognuno è figlio dei propri tempi, e lascerò idolatrare i totem attuali agli atleti del futuro.

E.: Il gruppo muscolare che più hai faticato a portare ai livelli attuali e con che routine l’hai allenato?

P.: Le maggiori difficoltà le ho vissute con la schiena. Ho una pessima capacità articolare, e le braccia si accollavano in gran parte l’onere del gesto atletico. Ho dovuto far ricorso ad una grande concentrazione neuromuscolare per arrivare dove le mie aspettative imponevano. L’uso dei ganci è stato determinante, in questo senso. Il mio obbiettivo è di farlo diventare dal peggiore al miglior gruppo muscolare ai Campionati Italiani 2010. Mi diverto ad assegnarmi compiti ingrati, e mi diverto a contestare le mie piccole follie sorridendo e mettendomi “sotto”. Sono curioso di vedere come va a finire…

E.: Il tuo miglior gruppo muscolare?

P.: Se mi sputo sul petto, questo cresce. Devo davvero stare attento a non esagerare, un petto troppo grosso rovina il senso di “insieme”. Magari avessi questo “difetto” per i deltoidi….per questi non c’è mai un problema di eccesso.

E.: La tua attuale routine di allenamento?

P.: Attualmente sono in “EVO system”. Tutto molto “basic”. 45 minuti di allenamento “paleolitico”, in regime ATP-CP .Evito l’eccesso di acido lattico, a differenza di pochi mesi fa, dove mi ammazzavo di stripping e superserie…Giovanni Cianti mi ha consigliato di aumentare i carichi, lavorare in controllata esplosività, riposare tra le serie fino a completo ripristino dei fosfati. In pratica, devo essere in grado di eseguire, per tutte le serie, lo stesso numero di reps. Mantengo il peso e le reps e lavoro sui tempi di recupero. Zero “cardio”. A meta’ Aprile comincerò ad inserire una serie finale di rest-pause, e vedremo cosa succederà. Di sicuro, posso dire di allenarmi come mi piace, spero che il “sistema” organico ed i risultati apprezzi…

E.: C’è qualcosa che rimpiangi del Body Building passato?

P.: I soldi che giravano, persino in Italia. Adesso c’è da piangere. Mi dispiace per le nuove generazioni, io me la sono goduta.

E.: Cosa consiglieresti ad un ragazzo che entra in palestra oggi e vuole praticare questo sport?

P.: Di essere “proprietario” delle proprie scelte. E’ pieno di vampiri, ragazzo, stai molto attento a chi ti propone il “tom-tom” del successo passando attraverso la chimica!

E.: Qualche rimpianto?

P.: Mi sono allenato troppo e ho frequentato la vita troppo poco, dai 20 ai 30 anni. Avrei potuto ottenere di più, allenando meno i muscoli e più i sentimenti. La mentalità “No pain, no gain” è un’emerita stronzata che alimenta un romanticismo fuori luogo. I muscoli crescono facilmente, o non crescono affatto. Il DNA è una crudele realtà…

E.: Per il Body Building durante tutti questi anni che ti hanno portato a diventare il campione che sei a cosa hai rinunciato?

P.: Ecco, appunto…..la questione più assillante è aver smarrito la strada degli studi di Medicina. Mia madre non me lo perdonò, e io non mi perdono di averla delusa.

E.: In off season mantieni comunque una bf bassa oppure non ti preoccupi e pensi solo esclusivamente alla massa?

P.: Non supero mai l’8% di grasso. Io mi alleno per me e per lo specchio. Sono un severo Narciso, e il vero Bodybuilder lo è tutto l’anno. Mi rattrista vedere campioni al 20% di grasso, in off season, la ritengo un’offesa al culto del corpo che ci accomuna. In gioventù, partivo a 110 all’8% di grasso e arrivavo al 4,5%, sempre a 110 kg. Questo mi ha consentito di potermi esibire in ogni periodo dell’anno.

E.: Qual’è secondo te la miglior strategia alimentare e di allenamento per definirsi?

P.: E’ quella che non segui per più di 2 mesi. Poi, e’ tempo di cambiare. La Metabolica/chetogenica, è quella che nel rapporto tra calorie assolute ingerite e risultati ottenuti, mi ha lasciato più sbalordito. Per una gara, arrivai a mangiare 12.000 K/cal al giorno, e tirarmi senza toccare alcun agente lipolitico. Pensai di aver trovato la chiave di volta della mia vita. Per la gara successiva, riprovai, ma non ebbi lo stesso successo. Questo rapporto causa-effetto, funziona bene la prima volta, poi il giochino si rompe. Mi è successo molte volte, soprattutto per le diete “estreme”. La EVO-diet accontenta molto bene la mia ricerca di un centro di gravità permanente, ora sto dando un’occhiata approfondita alla dieta dei “gruppi sanguigni”. Mi incuriosisce e mi sembra estremamente sensata. E’ il mio prossimo “entusiasmo” didattico….

E.: Che integratori preferisci in definizione ed in massa?

P.: Massa e definizione hanno un’unica meta. Il muscolo grosso…e il muscolo si nutre di Proteine e aminoacidi, di Glutammina, BCAA e Creatina. Quest’ultima è utile solo per i possessori di fibre bianche, però. Non amo stimolare l’Adrenalina nel preworkout, non ne ho bisogno, e si rischia un eccesso di Cortisolo. Ho creato un po’ di integratori che ho proposto alla SAN, e che sono stati molto apprezzati. Vaso Hp supreme e Strike mi piacciono da morire. Strike prima, e Vaso Hp subito dopo l’allenamento. L’allenamento rimane l’unica calamita per gli integratori, lavorate con i supplementi nei suoi dintorni temporali.

E.: Che cosa ti ha insegnato il Body Building nella vita?

P.: Che vita e Bodybuilding possono coesistere felicemente. E non credere che sia un concetto banale ne’ di semplice esportazione.

E.: Il tuo rapporto con il cibo? È solo un mezzo per plasmare il tuo corpo oppure ti piace la buona cucina?

Nei primi anni mi allenavo per mangiare, ora mangio per allenarmi. L’età mi ha regalato una sana inappetenza. C’è anche da dire che l’insulina endogena non ha grandi impulsi nel mio corpo. Pochi carbo chiamano pochi carbo. Mi alleno meno e mangio meno, avrei dovuto pensarci prima.

E.: Una frase o una parola che ti rappresenta

P.: Lasciatemi fuori dal mondo degli adulti.

E.: Un pensiero che ti porta spesso alla riflessione

P.: Vivo costretto in un mondo di adulti. Sto bene solo con persone non alterate dalla vita.

E.: Quando sei in vacanza riesci ad allenarti e stare a dieta?

P.: Vacanza? Non conosco questa parola…

E.: Di cosa ti occupi attualmente?

P.: Di crescere i miei figli tra i sorrisi e la serenità. Se parli del lavoro, abbiamo una palestra a Cesena, la Perfect Gym, e la Newtritions, un’azienda sufficientemente famosa per gli addetti ai lavori da non necessitare di troppe descrizioni.

E.: I tuoi progetti per il futuro?

P.: Abbiamo diversa “carne al fuoco”. Dalle bio forze derivate da medagliette particolari, a cibi iperproteici deliziosi…Ci si evolve. Tutto questo sarà presentato alla fiera del Fitness a Rimini, dal 13 al 16 Maggio. Aspettiamo tutti i tuoi “lettori” con sorprese notevoli…

Personal & Wellness trainer e preparatore atletico
Emanuele Pizzi

Massimo Venturelli

Che dire di Massimo…Per troppo tempo, a mio avviso, è rimasto fuori dalle scene, nonostante abbia avuto ed ha – tutt’ora – una forma fisica invidiabile.

Sono veramente contento che abbia deciso di ritornare alle gare e rimettersi in gioco, poiché lo ritengo un ottimo atleta: linee appartenenti alla old school, armonia, ottima definizione (che, oggi, molti atleti si scordano) e, per finire, un carattere eccezionale, una persona umile che prontamente ha risposto alla mia iniziativa di intervistarlo.

Rovistando un po’ nel passato agonistico di Massimo si vede come la cultura fisica abbia segnato la sua vita e come, nel tempo, ha saputo plasmare il suo corpo. Se dovessi raffigurare la parola “Culturismo” – ben diversa dall’abusato termine “Body Building”- beh…Massimo ne sarebbe un degno rappresentante.

Eccovi l’intervista:

Emanuele Pizzi: Da quanti anni sei nel mondo del Body Building? E qual’ è stata la scintilla che ha fatto scattare la passione?
Massimo Venturelli: Quest’anno a giugno saranno esattamente 32 anni che pratico il bodybuilding….preciso che nel 1978 si usava ancora il termine culturismo e la mia prima palestra era in un semplice garage e attrezzata solo di pesi e bilancieri.
Premetto che fin da ragazzino ero un ammiratore dei fisici possenti e muscolosi e divoravo fumetti dei super eroi,ma la scintilla che mi fece decidere di andare in palestra scattò quando mi feci una lussazione ad una spalla giocando a calcio e quindi dopo 20 giorni di fasciatura dovetti fare una riabilitazione e fu proprio un amico a portarmi in palestra e da quel momento lasciai il calcio per la palestra.

E.: Ti ricordi la tua prima gara? Prova a raccontarla
M.: La mia prima gara fu un campionato piemontese A.I.C.A.P. gareggiai solamente perché mi convinsero i proprietari della palestra (garage).
Ero molto agitato e uno dei motivi fu il fatto che andai a fare questa gara senza sapere cosa avrei dovuto fare infatti prima di quel evento non ebbi mai avuto l’occasione di vedere una gara!…Comunque andò bene feci un 2° posto nelle piccole taglie dietro ad un eccellente Pino Lo Surdo.
In quell’occasione vidi per la prima volta gente “grossa” e conobbi il mito di allora Piero Venturato che pur essendo mio coetaneo era già proiettato a livelli internazionali.

E.: La più brutta gara alla quale hai partecipato?
M.: Gare brutte? Non ricordo… perché se a volte ho colto delle insoddisfazioni di classifica la mia filosofia mi ha sempre fatto superare l’episodio dandomi lo spunto per migliorarmi.

E.: Quale gara ricordi in maniera particolare nella tua carriera?
M.: Le gare che ricordo di più in particolare sono sempre state legate al risultato oppure al luogo di patecipazione.
1984 Brescia 1° cl. Campionato Nord Italia (piccole taglie) A.I.C.A.P.
1987 Roma 1° cl. Campionato Italiano A.I.C.A.P.(piccole taglie) A.I.C.A.P.
1987 Atene 2° cl Campionato Europeo W.A.B.B.A. (piccole taglie)
1988 Guadalupa 6° cl. Campionato del Mondo W.A.B.B.A (posto da favola…un paradiso terrestre!)
2000 Acqui Terme (AL) 1° cl. Campionato del Mondo W.P.F. (pesi medi)
….ecco queste sono le gare che ricordo di più

Nella foto Massimo Venturelli alla sua prima gara nel 1981, Torino – Campionato Piemontese A.I.C.A.P. 2° classificato

2000, Acqui Terme – Campionato del Mondo W.P.F. 1° calssificato cat. pesi medi

E.: Hai qualche gara in programma?
M.: Quest’anno mi rimetto in gioco con lo stesso entusiasmo di quando ero ragazzino e siccome compierò 50 anni mi preparo per il Campionato del Mondo W.A.B.B.A. (over 50)

E.: C’è qualche persona che negli anni ti ha dato la forza o gli stimoli per continuare il tuo percorso nel Body Building?
M.: In questo lungo percorso sono molte le persone che mi hanno sostenuto e anche sopportato,in primis i miei genitori (in particolare il mio caro papà che non c’è più… lui non voleva farlo vedere ma era il mio primo fans)…ora ho una compagna fantastica che mi aiuta nell’alimentazione….mi ritengo molto fortunato! grazie Laura!

E.: Hai un episodio che ricordi piacevolmente nel mondo del Body Building?
M.: Un episodio che ricordo volentieri è stata la vittoria al Campionato del Mondo. Questo traguardo l’ho colto quando avevo già 40 anni…tutti lo sapevano meno io……ma è stato bello per questo!…e pensare che volevo partecipare solo negli over 40, ma quando mi presentai al peso furono i giudici stranieri a convincermi a fare anche la categoria dei pesi medi.

E.: Un amico di gara? O che appartiene a questo mondo? Descrivilo
M.: Ho molti amici di gara conosciuti nel tempo un amico/rivale è stato Pino Lo Surdo…in seguito il grande Sauro Burnelli di Bologna poi Diego Martines, io ho sempre avuto un carattere tranquillo e socievole e dicono che questo è un mio pregio e mi faccio volere bene da tutti….a livello internazionale Thierry Pastel grande atleta di colore che forse i giovani non conoscono.

1985, Padova – Campionati Italiani A.I.C.A.P. 2° classificato; in ordine da sinistra a destra Massimo Venturelli, Pino Losurdo, Vinicio Rinaldi e Gaetano Audace

E.: Cosa ne pensi del Body Building di oggi e quello di ieri?
M.: Il livello di sviluppo muscolare di oggi chiaramente è portato ad avere uno sviluppo muscolare notevole ma ahimè lasciatemelo dire questo va a discapito della linea e le vite da vespa che si vedevano una volta. Il bodybuilding che ho conosciuto io aveva degli obiettivi diversi e diversi erano i canoni estetici. Forse l’opinione pubblica accettava di più il culturista di allora.
Una volta per accedere ad un campionato regionale dovevi fare una selezione detta esordienti e piazzarti pure bene e poi entrare nei primi 3 al regionale per accedere ai nord Italia e a sua volta entrare nei 3 per partecipare agli italiani…..ricordo gare in cui gli atleti non stavano tutti nel palco e venivano presentati in 2 manche.

E.: Il gruppo muscolare che più hai faticato a portare ai livelli attuali (in gara) e con che routine l’hai allenato? Il tuo miglior gruppo muscolare?
M.: I miei punti deboli sono sempre stati i tricipiti e dorsali e ho faticato molto a portarli in simmetria con il resto mentre i pettorali e le spalle crescevano subito. Nella mia carriera ho provato vari sistemi di allenamento ma alla fine dei conti il segreto è stata l’intensità ciclizzata ed il tempo……

E.: La tua attuale routine di allenamento?
M.: La mia attuale routine prevede:

lunedì: pettorali, bicipiti, addominali

martedì: quadricipiti, polpacci

mercoledì: aerobica 40′

giovedì: femorali, spalle, addominali

venerdì: dorsali, tricipiti, addominali

sabato: aerobica 40′

E.: C’è qualcosa che rimpiangi del Body Building passato?
M.: Del bodybuilding del passato rimpiango l’entusiasmo della gente nel partecipare alle gare e la grande solidarietà dei concorrenti tra di loro….ho conosciuto campioni e professionisti affermati molto più umili di qualche nostro campione regionale.

E.: Cosa consiglieresti ad un ragazzo che entra in palestra oggi e vuole praticare questo sport?
M.: Dovessi consigliare ad un ragazzo che si accinge ad iniziare gli allenamenti in palestra gli direi subito che la palestra è per tutti ma il bodybuilding no, nel senso che chiunque può praticare la palestra, ma il bodybuilding non è per tutti e per fare questo a parte l’entusiasmo e i buoni propositi devi essere baciato anche da madre natura, poi di affidarsi ad un buon preparatore e ascoltare solo ed esclusivamente i suoi consigli e non lasciarsi confondere le idee da altri pareri.

E.: Qualche rimpianto?
M.: Non ho nessun rimpianto rifarei tutto quello che ho fatto fin’ora….forse pensandoci bene rimpiango il fatto che i miei primi 5 anni di allenamento sono stati molto empirici, nel senso che allora ci si allenava con metodi per sentito dire o rubati da qualche rivista del settore commettendo anche molti sbagli ed è per questo che io ritengo che le nuove generazioni siano molto più fortunate della nostra.

E.: Per il Body Building durante tutti questi anni che ti hanno portato a diventare il campione che sei a cosa hai rinunciato?
M.: Per arrivare dove sono arrivato chiaramente ho fatto molte rinunce, ma questo fa parte del gioco per esempio andare ad un matrimonio a 15 giorni da una gara e farsi fare un menù a parte (ho fatto anche questo)… comunque non mi sono mai lasciato mancare nulla, la mia filosofia di vita mi fa sempre pensare che comunque viviamo una volta sola e bisogna saper valorizzare i piaceri della vita ed io sono una buona forchetta e amo la buona cucina!

E.: Qual’è secondo te la miglior strategia alimentare e di allenamento per definirsi?
M.: Io penso che non ci siano molte strategie per definirsi questa è una particolarità molto legata all’individuo e al suo metabolismo io personalmente negli anni 80 ero famoso per la definizione estrema che portavo in gara. Chiaramente passano gli anni e il metabolismo cambia e devo stringere di più la cinghia, ma ho notato che il mio metabolismo risponde ancora bene nonostante l’età.
Durante l’off season mi piace molto l’idea della dieta a zona , mi trovo bene e in salute e mangio solamente la domenica, mentre in on season passo ad una iperproteica classica….diciamo abbassando notevolmente i carboidrati.

E.: Che integratori preferisci in definizione ed in massa?
M.: Io non sono un grande consumatore di integratori, comunque quelli che prediligo sono le proteine in polvere neutre che io poi correggo con fruttosio, lecitina di soia e magari un po di nescafè.
Altri integratori:

Glutammina
Supradyn
Vit C tard
Polase e mag. 2 solo in on season

E.: Che cosa ti ha insegnato il Body Building nella vita?
M.: Il bodybuilding mi ha insegnato molto, tanto da diventare la mia filosofia di vita.
Per anni è stata anche la mia occupazione principale avendo posseduto nel tempo ben 3 palestre.

E.: Il tuo rapporto con il cibo? È solo un mezzo per plasmare il tuo corpo oppure ti piace la buona cucina?
M.: Il mio rapporto con il cibo è da vero amatore della buona tavola e quindi quando posso non disdegno mai qualche bel piatto prelibato della nostra cucina italiana…e avendo vissuto molti anni da single sono diventato anche un ottimo cuoco! Nonostante ciò quando sono in preparazione la mia dieta diventa ferrea molti mesi prima della competizione.

E.: Una frase o una parola che ti rappresenta
M.: “la calma è la virtù dei forti”

Massimo durante un esibizione

E.: Un pensiero che ti porta spesso alla riflessione
M.: Un pensiero che mi balena spesso in mente e mi fa riflettere è il fatto di quanto l’essere umano con tutta la sua intelligenza non sia degno di essere considerato tale. Ogni giorno i massmedia ci bombardano con notizie assurde di mamme che uccidono figli, di figli che uccidono genitori, guerre dette “sante” che si combattono per non si sa cosa, animali in via d’estinzione per colpa dell’uomo, ambienti ed ecosistemi completamente distrutti dall’inquinamento…..questo mi turba molto e mi chiedo cosa dovranno vedere ancora i nostri figli.

E.: Quando sei in vacanza riesci ad allenarti e stare a dieta?
M.: Quando sono in vacanza dipende da quanti giorni devo rimanere nel posto, io comunque mi fermo al massimo una settimana e non di più quindi se posso cerco una palestra dove poter allenarmi, mentre la dieta per un periodo la mettiamo da parte!

1989, Il Mr Olympia approda in Italia a Rimini e la Technogym allestisce una palestra all’aperto

E.: Di cosa ti occupi attualmente?
M.: Attualmente il mio lavoro è cambiato infatti svolgo un servizio di portineria e centralino telefonico presso un ospedale. La pratica del bodybuilding mi ha reso anche più sicuro di me stesso e forgiato nel carattere diventando molto paziente e tollerante con il prossimo. Io penso che il vero bodybuilder lo si vede solo quando sale sul palco e si leva la camicia…naturalmente intendo caratterialmente.

E.: I tuoi progetti per il futuro?
M.: Progetti per il futuro tanti, ma il primo in questo momento a parte la gara è il sistemarmi definitivamente con la mia nuova compagna sperando che vada sempre bene come in questo momento e crescere bene con principi e valori mio figlio più piccolo Roberto di 11 anni che sta attraversando la fase critica pre-adolescenziale. Il più grande Thomas non mi preoccupa è un ragazzo d’oro con la testa sul collo ha quasi 23 anni ed è al 3° anno di università alla facoltà di farmacia.

M.: E’ stato un piacere rispondere a queste domande e spero di essere stato abbastanza esaudiente.
E.: Il piacere è stato mio!

Federico Focherini

Come molti che oggi praticano culturismo anch’io, tanti anni fa, rimasi affascinato da Arnold Schwarzenegger…Ed è stato proprio lui che ha fatto nascere in me l’amore per il Body Bodylding!

Quando poi, credo circa più di dieci anni fa, vidi Federico Focherini in televisione ad un puntata del Maurizio Costanzo Show, rimasi folgorato da quel fisico granitico ed elegante allo stesso tempo…Da allora decisi che il Body Building doveva essere per me uno “stile di vita”.

Mi documentai su Federico Focherini il quale, proprio in quel periodo, si era aggiudicato il titolo assoluto di Mr. Universo. Federico ha sempre avuto un fisico incredibile ed è sempre stato un eccezionale posatore, anzi, direi “IL POSATORE”per eccellenza. Le sue routines, sia quelle di ieri che quelle di oggi, riescono sempre ad ammaliarmi…Federico riesce a condensare in pochi minuti un livello di arte ed esibizione che raramente si vede nel Body Building.

Federico Focherini, “Fochero” per gli amici, ad ogni sua routine attira l’attenzione del pubblico; ed infatti, durante il suo posing, ho sempre visto e sentito un gran numero di sostenitori.In lui vedo la bellezza estetica di questo sport, quella – per intenderci – della vecchia scuola (ormai scomparsa per dar vita ad osceni ventri dilatati e caricature di esseri umani), ma con un qualcosa in più. Ciò che più mi è dispiaciuto e che, ancora oggi, non riesco a capire è perché uno stato come l’Italia, senza entrare nei particolari, abbia preso Federico a pesci in faccia, “obbligandolo”, in poche parole, a trasferirsi in Sud Africa.

Fochero, sei stato per me fonte di grande ispirazione, ma so che lo sei stato anche per molti altri body builders italiani. La tua tenacia verso il Body Building, nonostante tutte le avversità, è eccezionale! Averti potuto fare questo domande è stato, per me, un grande onore.

Veniamo, ora, all’intervista:

Emanuele Pizzi: Da quanti anni sei nel mondo del Body Building? E qual’ è stata la scintilla che ha fatto scattare la passione?
Federico Focherini: Gareggio ogni anno dal 1986.
Forse quando da piccolo mio padre mi portò al circo e vidi gli “uomini dorati”,ai miei occhi culturisti, rasati,dipinti d’oro che si muovevano su dei cubi nel mezzo dell’arena. Forse non erano niente in tutto,ma per gli occhi di un bambino erano enormi,plastici,irreali!!!!!

E.: Ti ricordi la tua prima gara? Prova a raccontarla
F.: Riccione 1986,Regionali Emilia Romagna WABBA. Avevo solo addominali e i femorali,però avevo biondi lunghi capelli con tanto di ciuffo. Ero juniores e non entrai in finale…..giustamente!!!

E.: La più brutta gara alla quale hai partecipato?
F.: Senza dubbio alcuno il GP 2 Torri 2009 dove sono stato messo 7° e ho avuto la sensazione di essere stato completamente accantonato e dimenticato. Non ero al top della forma perché la settimana prima ero stato malissimo per una gastroenterite paurosa presa qua in Africa. Però non mi è piaciuto il trattamento. Comunque non polemizzo,la prossima volta sarò meglio!

E.: Quale gara ricordi in maniera particolare nella tua carriera?
F.: Quando ho vinto il Mr.Universo Assoluto a Birmingham nel 1996. Voluto a tutti i costi il titolo di categoria ma inaspettato quello Assoluto.

https://youtu.be/h97IS15szNM

E.: Hai qualche gara in programma?
F.: Per la terza volta consecutiva vorrei fare i campionati nazionali Masters Sudafricani IFBB a Durban il 1-2-3-4 settembre, Muscle Evolution IFBB a Cape Town e i mondiali Masters IFBB con la nazionale sudafricana.

E.: C’è qualche persona che negli anni ti ha dato la forza o gli stimoli per continuare il tuo percorso nel Body Building?
F.: Senza mia madre non sarei andato da nessuna parte. Gli stimoli li ho trovati solo dentro me stesso. Se aspettiamo gli altri a darceli è finita!!!

E.: Hai un episodio che ricordi piacevolmente nel mondo del Body Building?
F.: Tanti,non riesco a menzionarli tutti. Forse quando Bill Pearl mi fermò a Essen e mi fece i complimenti per avere vinto l’Universo l’anno prima. Me lo ricorderò per sempre. Sono gioie impagabili. Preferisco un complimento da un campione di quel bodybuilding “mitologico” che uno dai tanti assurdi ed impresentabili campioni di oggi.

Mr. Universo Birmingham UK 1996

E.: Un amico di gara? O che appartiene a questo mondo? Descrivilo
F.: Tanti, Martines e Tamarri, Galeazzo, ecc…..con Tamarri abbiamo fatto decine di gare ,diviso gioie, dolori e fatte e dette tante cazzate!!!! Massimo Spattini forse sopra tutti!!!

E.: Cosa ne pensi del Body Building di oggi e quello di ieri?
F.: Ieri era un raggiungere un traguardo a cui molti ambivano ed era visto con rispetto, oggi è considerato al limite della legalità, veniamo appena prima dei pedofili e degli zingari in una scala di persone da evitare…., è fuggito dai più e non ha il fascino di una volta. Non solo in Italia,anche all’estero è messo male. Qua in Sud Africa è meglio, come da noi 15 anni fa, ci sono ancora quelle rivalità semplici di una volta.

nella foto in ordine da sinistra a destra: Salvatore Solimeno, Federico Focherini, Leo Caminotto e Ricky Ramazzina

E.: Il gruppo muscolare che più hai faticato a portare ai livelli attuali e con che routine l’hai allenato?
F.: Bèh, ora come ora il mio corpo è ben poca cosa. Ho provato di tutto per ogni muscolo. Il problema è che ho subito 24 interventi chirurgici e ho sempre dovuto allenarmi non al 100% delle mie possibilità a causa dei dolori o per evitare peggioramenti.

E.: Il tuo miglior gruppo muscolare?
F.: Credo di non averli, forse addome, ma non credo sia un granché. Almeno meglio delle mie povere braccia!!!!!!

E.: La tua attuale routine di allenamento?
F.: Il grande Gianni Niro mi sta dando consigli preziosi, anche perché dopo la mia assurda condanna il mio stato nervoso fisico è sprofondato per qualche tempo. Con i suoi consigli ho riiniziato da zero, da esercizi e tecniche per ristimolare la forza esplosiva ristimolando quindi i nervi che non davano più impulsi sufficienti ai muscoli, specialmente alle spalle e alla schiena alta. Fra qualche settimana inizierò ad allenarmi più da culturista e meno da pesista.

E.: C’è qualcosa che rimpiangi del Body Building passato?
F.: Sì, certo, ne ho già parlato prima. Soprattutto la passione che va scomparendo. Bèh, te lo credo, non c’è più un solo motivo valido per gareggiare in Italia. Tutto è contro ai ragazzi che vogliono salire su un palco.

E.: Cosa consiglieresti ad un ragazzo che entra in palestra oggi e vuole praticare questo sport?
F.: Prima di tutto gli consiglierei di non gareggiare mai!!! Gli spiegherei quello che nessuno ormai spiega nelle palestre. Esercizi base, evitare le macchine, diventare un maniaco della esecuzione dei movimenti, da qui iniziare con le tecniche di forza. Ma gare….mai!!!!

E.: Qualche rimpianto?
F.: Tanti, troppi, la mia vita è fatta di errori e di atrocità che mi sono capitate. Forse, agonisticamente parlando, l’incidente stradale nella nebbia che mi fece saltare i tricipiti 8 giorni prima del mio debutto Pro IFBB all’Ironman 1998. Quel mattino avevo ricevuto il biglietto aereo da Panatta. Ero al top della mia condizione fisica. 113 kg (veri,non “romani”) veramente tirato. Da allora sono andato sempre più calando, con la sola parentesi discreta del 2002.

E.: Per il Body Building durante tutti questi anni che ti hanno portato a diventare il campione che sei a cosa hai rinunciato?
F.: Ho rinunciato a cose che già non mi interessavano prima ancora di iniziare. Non sono una persona sociale, non mi interessa del sapore del cibo che mangio, se non stessi all’interno di una palestra sarei di sicuro in un posto in cui non mi interessa stare. Quindi non si può parlare di rinunce.

E.: In off season mantieni comunque una bf bassa oppure non ti preoccupi e pensi solo esclusivamente alla massa?
F.: Sono sempre stato asciutto fuori gara. Forse anche perché non sono mai riuscito a diventare grosso davvero, ma anche perché detesto quei bodybuilders che si trasformano in otri d’acqua durante l’off-season. Bisogna avere un buon fisico tutto l’anno, non solo grosso intendo.

E.: Qual’è secondo te la miglior strategia alimentare e di allenamento per definirsi?
F.: E’ difficile dirlo in assoluto, siamo tutti diversi. Di solito una dieta 3 giorni proteine e grassi no carboidrati e 1 giorno senza grassi, con molti carboidrati provoca un trauma al tuo corpo che provvede ad accelerare il metabolismo. 3+1 è un buon inizio per iniziarsi a tirare veramente.

E.: Che integratori preferisci in definizione ed in massa?
F.: Di solito non sono un divoratore di integratori. Dopo l’allenamento assumo 60g Proteine Isolate, 60 g Vitargo e 20g Glutammina. Di solito on-season.

E.: Che cosa ti ha insegnato il Body Building nella vita?
F.: Disciplina e rispetto!!!! Il rispetto non lo conosce più nessuno!!!! Pure qua in Sud Africa!!!!

nella foto Federico Focherini mette il mallo a Flex Wheeler Pro IFBB all’Hungarian GP (Budapest Hungary 2000)

E.: Il tuo rapporto con il cibo? È solo un mezzo per plasmare il tuo corpo oppure ti piace la buona cucina?
F.: Già risposto. Non ho più sapori nella lingua da quando Claudia è morta!!! Non so come mai ma è così davvero!!!

E.: Una frase o una parola che ti rappresenta
F.: Ohhh, non sono così importante e, meglio, non credo di essere così importante da poter avere una frase che mi rappresenti!!!!

E.: Un pensiero che ti porta spesso alla riflessione
F.: Il mio unico pensiero, un monolite che grava sulla mia testa direi, è il perché sono stato rovinato e derubato di tutto dal mio Paese senza che una cosa sia mai accaduta. Capisco essere accusato e condannato per cose non commesse….capita spesso in ogni parte del mondo, ma essere accusato e condannato per una cosa che non è mai capitata è veramente devastante!!!!!!! Sarebbe troppo lungo e triste dilungarmi sulla vicenda di Claudia. A nessuno è mai interessato nulla che io avessi perso Lei e nessuno ha capito perché ho dovuto perdere tutto per nulla.

Federico Focherini e Claudia Bianchi

E.: Quando sei in vacanza riesci ad allenarti e stare a dieta?
F.: Non ci vado mai in vacanza, non me lo posso permettere. Sempre a dieta e mi alleno sempre. Se non mi alleno impazzisco!!!

E.: I tuoi progetti per il futuro?
F.: Rimanere in Sud Africa e riprovare per l’ennesima volta a rifarmi una vita. Una volta all’anno vorrei rientrare in Italia per trovare mia madre e mia sorella (suora di clausura), gli amici che adoro e, se potrò e se ce la farò, risalire sul palco del 2Torri. Solo per rivedere gli amici e risentire quel calore della gente che mi manca tanto.

Hartbeespoort South Africa

FEDERICO FOCHERINI, sito web: http://www.federicofocherini.it/

Roberto Eusebio

Se dovessi ricercare un modello, che nel tempo ha saputo plasmare saggiamente il suo corpo senza eccedere nella sua armoniosità, è sicuramente Roberto Eusebio, esempio di come il body building – praticato in maniera costante – possa cambiare la natura di un corpo.

Appena ho proposto l’intervista a Roberto, ho ricevuto subito la sua risposta affermativa e al sua disponibilità massima indice di grande semplicità nonostante il suo trascorso agonistico.

Senza perdere troppo tempo passiamo all’intervista:

Emanuele Pizzi: Da quanti anni sei nel mondo del Body Building? E qual’ è stata la scintilla che ha fatto scattare la passione?
Roberto Eusebio: Avevo l’età di quindici anni quando il medico curante mi consigliava, anzi mi obbligava a frequentare una palestra (non esistevano ancora i centri fitness). Pesavo 59 chili, per un altezza di un metro e ottanta centimetri; avevo un atteggiamento cifotico, con antiversione del bacino e cominciava ad accentuarsi una curva scoliotica della colonna: insomma quella tipologia di uomo definita “invertebrato”… ironizzo ma è vero avevo problemi seri !! Gli amici mi chiamavano smilzo!! Ero un ragazzo molto insicuro, introverso, non adoravo i giochi di squadra poiché debole strutturalmente e psicologicamente quindi molto fragile. La mia introversione mi portava ad un insicurezza che limitava le opportunità che la vita poteva offrirmi, infatti, studiavo, leggevo, guardavo la tv, questo era il massimo dell’attività fisica che facevo..Guardando la tv, negli anni circa 1981 – 1985, cominciai apprezzare quei fisici che gli ambienti culturistici ed il cinema ci proponeva, come il grande atleta Lou Ferrigno, quest’uomo debole ma che quando lo facevano irritare d’incanto si trasformava nell’incredibile Hulk, invincibile, con quei muscoli nessuno poteva influire nel suo modo di essere, oppure il grande Arnold in Conan il Barbaro,con la sua possente forza muscolare contro le forze della natura, e cosi via con Ercole, interpretato da Steve Rees, e Stallone con Rambo, Rocky , ecc….

Questi personaggi mi incutevano una certa sicurezza una certa forza interiore, che nel mio mondo immaginario mi rendeva invincibile.!!Malgrado questo non impazzivo per l’attività fisica da palestra, anzi era per me una fatica abnorme. Perché avrei dovuto fare tale fatica?Ho passato i primi tre anni di palestra, sorvegliato dai miei genitori che controllavano se frequentassi realmente o se, come a scuola, bigiavo. Non ho mai gradito essere obbligato a fare un qualcosa che non mi piacesse fare! Come tutti del resto!!

Roberto Eusebio  all’età di 16 anni

Quando i miei genitori si arresero al rifiuto categorico che io volessi frequentare ancora la palestra, proprio allora cominciai ad appassionarmi ad essa sul serio! A diciannove anni circa la rivalutai: in fondo, tutto sommato, era anche piacevole, mi riferisco soprattutto alla presenza delle ragazze! Anche se la mia insicurezza mi limitava solo a guardarle …

Avevo fatto tre anni senza vedere neanche un muscoletto che potesse motivarmi a continuare, avevo cambiato almeno cento schede di allenamento; allora cercai di analizzare il perché del mio fallimento. I miei allenamenti erano basati sul sollevare pesi e non sul congestionare i muscoli; cosa vuol dire? Mi concentravo troppo a caricare e mi stancavo (come uno scaricatore di porto), invece la soluzione era molto più semplice: bastava poco carico per strizzare bene ogni distretto muscolare. Ma la verità è che bastava che guardassi bene dentro di me , cominciai ad amarmi iniziando così un lungo studio di chi ero come ero che sensazioni mi dava l’allenamento, quale endorfina produceva il mio fisico per darmi tutto quel piacere ?? e soprattutto quella sicurezza in me che tanto cercavo ??

Sembravo un universitario del fitness: ad ogni singola ripetizione sembrava che pensassi a chissà cosa, in realtà collegavo solo il cervello a quello che stavo facendo. In tre mesi “esplosi”: ottenni quello che non avevo mai ottenuto in anni, ma soprattutto cominciavo ad apprezzare quanto fosse importante conoscermi…A vent’anni pesavo già 76 chili, una bestia di muscoli, ora gli amici mi definivano così.

Roberto Eusebio a 17 anni

 

Non seguivo più tabelle di allenamento, andavo ad istinto, eseguivo esercizi che mi davano piacere,esercizi che mi calmavano e rendevano la rabbia che avevo dentro come una scorta di energia da dosare all’occorrenza nelle altre attività che la vita mi proponeva; fu così convinto ad andare più a fondo di quello che stavo imparando e cominciai ad iscrivermi a corsi per diventare istruttore:ormai ero davvero convinto e gasato! All’età di ventisei anni affrontai la prima gara: sembravo, mi disse il mio preparatore, “una patata grossa ma liscia liscia, senza un minimo di definizione”. Infatti non mi classificai, anzi non voglio neanche ricordarlo. Oltre al fisico mancava anche l’armonia tra il corpo e la mente per poter cosi esprimere sul palco le mie potenzialità.

Non era solo questione di crescere nella struttura muscolare, la vera sfida a quel punto era evolvere anche nel modo di pensare, di percepire la realtà, di proporre le mie idee sulla vita a me e agli altri. Qualcosa ancora non mi rendeva credibile lo sforzo che stavo facendo. L’impegno fisico che aveva trovato finalmente una risposta sul piano concreto si spostava a quel punto sul piano emotivo e psicologico. Avevo bisogno di percepire lo spazio che occupavo, i movimenti con cui mi esprimevo, i contenuti che la mia mente e il mio cuore volevano rendere pubblici. Cosi mi rivolsi ad un famoso coreografo, nonché ballerino, di Padova, che mi definì “un pezzo di legno”! Eppure, più mi confrontavo con altri atleti e più mi rendevo conto che le mie potenzialità era eccezionali: giunture articolari piccole che enfatizzavano la rotondità muscolare, rapporto tra asse bisiliaco e asse bisacromiale perfetti, altezza nello standard, mancava solo un po’ di qualità muscolare che potevo ottenere solo con l’alimentazione; ma, ahimè, a me piaceva mangiare!

Servirono anni di sacrifici, ma, dopo la selezione all’Accademia Olimpia, dove partecipavano i migliori atleti italiani, mi classificai terzo su 120 atleti. Avevo passato un anno a prepararmi: non esistevano amici, serate in discoteca o altro; un anno dedicato a preparare la gara più ambita e importante in Italia per gli atleti di altezza-peso. Vinsi il trofeo Accademia (con relativo ottimo montepremi). Ricordo che prima della gara la tensione era alle stelle: mai stato cosi nervoso in vita mia! Come tutti sapete ce l’ho fatta: mi sono aggiudicato il titolo di CAMPIONE NAZIONALE ASSOLUTO. Eravamo 112 atleti, 22 nella mia categoria stravinta, e agli assoluti, cioè i primi di tutte le categorie arrivai primo, come highlander: ne rimarrà solo uno! Mi sentivo davvero un immortale: sensazione incredibile.

Rimasi a al vertice della mia carriera per un po’ di tempo, ma mantenere l’impegno agonistico significava rinunciare troppo alla vita privata, e decisi così di abbandonare il mondo dell’agonismo, rimanendo però nell’ambiente per trasmettere, ad altri atleti o non, tutte le mie esperienze.

E.: Ti ricordi la tua prima gara? Prova a raccontarla
R.: La prima gara la feci nel 1996, in un paesino sperduto nei pressi di Bergamo… un’organizzazione pessima in un palazzetto che cadeva a pezzi….Vinsi la mia categoria …. non c’era molta competitività, pochi atleti. Scelsi quel contesto perché avevo bisogno dopo tanti anni di allenamento di confrontarmi con altri…e nello stesso tempo finalmente di vincere la mia timidezza… di spogliarmi in pubblico dalla mia introversione .
Questa disciplina non l’ho mai fatta per le competizioni, è sempre stato un modo di lavorare con il mio io interiore, legato, il tutto da una grande passione che mi ha portato fino ad oggi ad una maturazione e non intendo solo professionale, ma di presa coscienza del valore più importante che abbiamo … noi stessi !!

E.: La più brutta gara alla quale hai partecipato?
R.: La competizione che mi lasciò più amarezza fu ai Campionati Italiani, organizzati a Rimini in occasione del Festival nel 1998. In questa gara ero davvero preparato, ma capii quanto fosse importante in questa disciplina, “il bodyfitness”, preparare anche una buona routine con prove funzionali. Questo causò un terzo posto…meritato….avevo lavorato poco sulla coreografia.
Inoltre dal mio punto di vista, l’organizzazione di gare in contesti come il Festival del fitness, fanno assumere a queste, un’ importanza secondaria, come se fosse un contorno dello spettacolo fieristico centro invece di attenzione di fabbriche di business inerenti al fitness. Questo non è corretto nei confronti di atleti che impiegano mesi di duro lavoro.

E.: Quale gara ricordi in maniera particolare nella tua carriera?
R.: Nella mia vita vidi tantissime gare, mi entusiasmava vedere i culturisti messi a confronto nei minimi particolari, apprezzare quanto questi avessero lavorato duro per risaltare i più piccoli DETTAGLI del proprio corpo, dei veri artisti e scultori di corpi ma certamente di anime profonde… Non ricordo bene l’anno, ma fui invitato al Corpus di Bergamo, dove parteciparono alcuni dei piu’ grandi culturisti della storia, come Bob Paris, Samir Bannout, ed Kawak…ed altri.
La cosa che mi fece meravigliare oltre a queste statue perfette, fu per l’ennesima volta, il contesto in cui si esibivano tali campioni. UNA VERGOGNA. Questo mi fece velocemente capire che questa disciplina, non era molto apprezzata e gratificata dalla massa, ma era solamente una nicchia riservata ai veri cultori della costruzione del corpo.
Però nel 1997, se non ricordo male, fui ospitato a vedere una gara a Salsomaggiore, organizzata dall’Accademia Olimpia, rappresentata dal dott. Spattini, prof. Di Cristino e prof. Veronese.
Il presentatore di tale gara era davvero un presentatore (Valerio Merola), la televisione, la stampa, e soprattutto il contesto di quel meraviglioso teatro dove certamente gli spettatori non potevano permettersi il “lusso di aprire una scatola di tonno per fare lo spuntino”. Capii che quella federazione investii più delle altre e la considerazione degli atleti era quella dei protagonisti.
In quell’occasione vinse Andrea Bertona, che per un lungo periodo fu presente su tutte le copertine di riviste del settore. L’importanza della coreografia e soprattutto quello che era richiesto in questa disciplina, inteso come prove funzionali mi affascinò, era per me l’atleta perfetto che radunava le caratteristiche di ogni disciplina, forza, elasticità, resistenza e concentrazione mentale abbinata ad un aspetto fisico ottimale: il Bodyfitness. L’anno seguente vi partecipai anch’io, mi piazzai terzo, fui più che soddisfatto; questa gara non fu facile.

La partecipazione da parte degli atleti, anno dopo anno cresceva, si percepiva la sensazione da parte di tutti che era una gara diversa, era unica. Infatti divenne con il 3° trofeo Accademia Olimpia un ritrovo dei migliori atleti altezza peso di tutta Italia, ai quali era richiesta una prestazione funzionale del proprio fisico coreografata da una routine spettacolare, un vero e proprio spettacolo. A queste gare organizzate dall’Accademia Olimpia parteciparono atleti del calibro di Antonio Vergiani, Marco Acquistucci, Max Bertolani, Andrea Bertona, Paolo Viola, Andrea Romboni, Vittorio Boscolo, e tanti altri ancora… Il terzo trofeo, come tutti sapete, vi partecipai anchi’io e vinsi il titolo di Campione Nazionale Assoluto di Bodyfitness. Fu un anno di preparazione intenso,sia sul piano fisico che per la prestazione atletica. Ma accanto ebbi un famoso coreografo di Padova, prof Ugo Mattia, che mi fece fare il salto di qualità.

E.: Hai qualche gara in programma?
R.: Dopo quest’ultima gara, avrei dovuto partecipare agli europei la settimana seguente, ..in Toscana la selezione… Purtroppo il lunedì successivo alla gara, avvenuta di sabato, un lutto colpì me e mia moglie: davanti al nostro centro fitness, sua cugina/sorella/migliore amica,fu investita da una macchina e mi morì tra le braccia….
La settimana seguente con degli amici mi misi in auto per andare alla selezione degli europei, ma ad un certo punto in tangenziale a Milano, mi misi a piangere e dissi ai miei amici….cosa sto facendo ?

Feci inversione di marcia e tornai indietro……la cosa più importante per me non era la gara, e non lo erano mai state in effetti; la cosa più importante era quella di coltivare il mio interiore amandomi e amando gli altri…per il valore più grande che abbiamo .. “noi essere umani” .. non esiste nient’altro…e quando dico noi lo dico con un’ integrità di anima formata dalla mente e dal corpo.

E.: C’è qualche persona che negli anni ti ha dato la forza o gli stimoli per continuare il tuo percorso nel Body Building?
R.: Sicuramente fin da quando avevo 16 anni la forza l’ho trovata dentro di me, e questo non solo nello sport, ma nella vita… Ognuno di noi possiede una forza ineguagliabile a quella che ci può dare qualsiasi altra persona, dobbiamo solo imparare a gestirla e lo sport in generale è un mezzo molto efficace per farlo.

E.: Hai un episodio che ricordi piacevolmente nel mondo del Body Building?
R.: Sicuramente tutti i miei allenamenti…penso siano stati i momenti più belli in assoluto. E’ chiaro che quando vinsi l’assoluto, è stato un premio di anni e anni non di sacrificio, ma del risultato di una forte passione che mi ha accompagnato nella vita facendomi prendere una strada per me meravigliosa e affascinante.

E.: Un amico di gara? O che appartiene a questo mondo? Descrivilo
R.: Amici ne ho molti, per fare qualche nome che tutti possano conoscere mi viene in mente, Massimo Spattini, Antonio Vergiani, Alessandro Galli, Mauro Sarni, Carlo Bianchi, Carlo Folli, Emilio Thei, Carlo Mulatero, Raffaele Morandini, Alessandro Lanzani, Ermes De Grossi, Andrea Romboni, Max Bertolani, Enrico Levantino, Enrico Veronese, Valerio Merola, Kimberly Lions, Daniela Trevisol,…….e tantissimi altri ancora……..come posso descrivere tutti….!!
E’ un mondo che ci lega. E’ una passione che nasce dentro e che prolifera emozioni che dovremmo trasmettere a tutti, perchè è la scoperta di un tesoro inestimabile quello che nulla ci appartiene solo noi stessi… Da questo, parte l’amore per noi e per gli altri….e tutti coloro, che lo hanno imparato, dovrebbero diventare come una sorta di Sarcerdoti ed insegnarlo agli altri; volersi bene, amarsi, ci dà la possibilità di creare una società sicuramente migliore rispetto a quella che stiamo vivendo attualmente.

E.: Cosa ne pensi del Body Building di oggi e quello di ieri?
R.: Feci una trasmissione su Hystory Channel e l’avvento del bodybuilding negli anni 70/80. Si è commesso un grosso errore, quella di monopolizzare questa meravigliosa disciplina di modellare il nostro corpo a nostro piacimento secondo il nostro pensiero personale.
Quando si monopolizza una filosofia per trarne denaro spesso roviniamo l‘essenza di tale filosofia, che non era certo solamente riservata a coloro che utilizzavano sostanze dopanti ma che certo erano le figure che rappresentavano tale disciplina.
Io credo che per coloro che sono davvero appassionati, non esista oggi o ieri. L ’oggi o ieri è solo per il mercato che chiama wellness, che chiama fitness, che chiama bodybuilding o culturismo; resta comunque una disciplina dedicata a noi, alla nostra persona. L’interpretazione che vogliamo darle è per ognuno personalizzata a seconda di cosa vogliamo realmente da essa.

E.: Il gruppo muscolare che più hai faticato a portare ai livelli attuali (in gara) e con che routine l’hai allenato?
R.: Sicuramente sono le gambe…..Le ho sempre massacrate per cercare di svilupparle il più possibile. Qui ho commesso l’errore !! Non le massacro più…..rispetto la loro genetica e ottengo risultati migliori. Ognuno di noi deve imparare a rispettarsi,e se mamma natura ci ha donato un distretto muscolare con poca fibra…..non possiamo cambiarlo… Ma migliorarlo certamente !!!

E.: Il tuo miglior gruppo muscolare?
R.: Credo siano le spalle. Tra l’altro ritengo che una buona spalla determini una buona linea soprattutto quando si parla di palco; è chiaro che non sottovaluto i miei pettorali o dorsali…..l’importante è imparare ad apprezzare ed amare ogni distretto muscolare…tutto fa parte di noi !!

E.: La tua attuale routine di allenamento?
R.: Purtroppo attualmente il mio allenamento è di riabilitazione del tendine bicipite brachiale che si è distaccato in seguito ad un incidente in moto. Intervento riuscito in modo eccellente. La prima cosa che dissi al medico..: “Mi raccomando dottore la lunghezza deve essere identica all’altro…dott…mi raccomando la simmetria… eh eh eh eh…..”

E.: C’è qualcosa che rimpiangi del Body Building passato?
R.: C’era un altro spirito di sacrificio nell’allenamento….. ma credo che la colpa sia di noi gestori, personal trainer, preparatori, ecc….. Seguiamo giustamente il marketing necessario ad avvicinare le persone a questo mondo…però è proprio quì in questo momento che dovremmo far conoscere la vera essenza del bodybuilding…

E.: Cosa consiglieresti ad un ragazzo che entra in palestra oggi e vuole praticare questo sport?
R.: Impara ad amarti….rispettarti…sei unico….la tua persona è ineguagliabile…scoprila…..è un tesoro quello che hai in tuo possesso !!

E.: Qualche rimpianto?
R.: Se intendi rimpianto perché ho sacrificato una vita per lo sport….assolutamente no…!! Tutto nella vita e dico tutto quello che si fa per passione e con amore qualsiasi essa cosa sia … ….non bisogna avere rimpianti…lo si è fatto perché si desiderava farlo…..

E.: Per il Body Building durante tutti questi anni che ti hanno portato a diventare il campione che sei a cosa hai rinunciato?
R.: A nulla !! Anzi ho vissuto delle esperienze, che auguro a tutti di provare, e non solo con il bodybuilding …ma nella vita !!. Le emozioni sono parte integrante della vita…scegliete l’emozione che vi appaga di più …la vostra anima crescerà e diventerà più saggia e più forte !!

E.: In off season mantieni comunque una bf bassa oppure non ti preoccupi e pensi solo esclusivamente alla massa?
R.: Io ritengo che ci sono delle fasi da rispettare nella vita; ed oltre alle fasi sono convinto che a volte non dobbiamo rinunciare al piacere del gusto…anche questa è un’emozione!! Se non ho competizioni in vista …diciamo che ogni tanto la buona cucina mediterranea soddisfa il mio gusto, che con l’allenamento completano la mia fame di benessere.

E.: Qual’è secondo te la miglior strategia alimentare e di allenamento per definirsi?
R.: Ognuno di noi funziona in modo differente….bisogna imparare a conoscersi. Io ho imparato che più rispetto il mio fisico, più ottengo da lui…la mia alimentazione parte dalla base del dott. Sears….è chiaro che in definizione riduco l’apporto dei carboidrati…comunque la mia alimentazione è soprattutto legata ad una stabilizzazione della glicemia con la dieta a zone….per lo meno come partenza.

E.: Che integratori preferisci in definizione ed in massa?
R.: Io sono un sostenitore degli integratori. Integriamo laddove con l’alimentazione naturale non riusciamo ad arrivare…..a colmare con i macro e micro nutrienti le nostre necessità; però direi che per la vita sociale sregolata che svolgo, l’integratore a base proteica e vitaminica siano quelli di cui necessito maggiormente.

E.: Che cosa ti ha insegnato il Body Building nella vita?
R.: Semplicemente in poche parole : Mi ha fatto crescere!! E non intendo fisicamente !

E.: Il tuo rapporto con il cibo? È solo un mezzo per plasmare il tuo corpo oppure ti piace la buona cucina?
R.: Eh eh eh , a chi non piace una buona cucina è un ipocrita, è colui che si auto-convince di questo.. Mi ripeto ma lo voglio sottolineare: vi sono delle fasi da rispettare nella vita…. Se sei in prossimità di una competizione…non e’ una rinuncia…perchè in quel momento quello che ti appaga di più è la forma fisica….ma in off season…beh se si rinuncia al gusto… è come rinunciare di andare con una bella donna… eh eh eh…!
emozioni….emozioni….fanno parte della vita !!

E.: Una frase o una parola che ti rappresenta
R.: SEMPLICEMENTE ….. SEMPLICE…….

E.: Un pensiero che ti porta spesso alla riflessione
R.: La malattia del futuro….!!! La depressione !! Sto recentemente conducendo studi su questo fenomeno che affligge la maggior parte della popolazione…anche i giovani….bisogna trovare una soluzione al problema al più presto possibile…. lo sport….un’ottima arma !!!

E.: Quando sei in vacanza riesci ad allenarti e stare a dieta?
R.: Lo faccio solo se ho una competizione alle porte….altrimenti mi alleno riposando….anche questo fa parte del manuale e del rispetto del proprio fisico…!! Non sono certo due settimane che compromettono il nostro stato fisico !!

E.: Di cosa ti occupi attualmente?
R.: Lo sport al servizio della scienza…. Come dicevo….l’aspetto estetico a volte diventa la cura di persone che stanno per cadere nel labirinto di uno stato depressivo dovuto alla società che stiamo vivendo, quindi portare l’attenzione di un soggetto ad amarsi….significa fortificarlo e aiutarlo a superare il baratro di incertezza che oggi la nostra società ci offre….
Credere prima di tutto in noi !!
Oltre ad essere titolare di un centro fitness e centro benessere, scrivo articoli per riviste legate alla salute e al benessere, interviste su varie emittenti… Insomma oggi più che mai il mio desiderio è quello di trasmettere a tutti quello che ho dentro io…ma soprattutto che tutti abbiamo dentro !!

E.: I tuoi progetti per il futuro?
R.: Sorrido…ma dico la verità…..!!
Cambiare il mondo !!
Il valore più grande che esiste è quello dell’essere umano !! Coltiviamolo e rispettiamolo….il mondo cambierà…!!
Lo sport , dove l’allenamento, la passione e l’amore per se stessi sono gli ingredienti iniziali per avere risultati umani di alto livello; lo sport dove la moralità è una caratteristica distintiva dell’approccio dell’uomo con se stesso.

ROBERTO EUSEBIO, sito web: http://www.robertoeusebio.it

Giovanni Cianti

Giovanni Cianti, per chi fa parte del mondo del ferro, non ha certo bisogno di presentazioni e poterlo intervistare è solo un onore per me che ho mosso i primi passi nel Body Building grazie ai suoi libri.

Ne ricordo uno, in particolare, con grande affetto e che spesso mi piace rileggere: “IL Grande Libro Del Culturismo” edito da De Vecchi ed illustrato con bellissime foto di un Alex Ardenti molto giovane.

Giovanni Cianti è un maestro della disciplina del ferro, ma non solo…Ed infatti egli si occupa anche di ricerca nel settore della nutrizione, con particolare attenzione alla Sindrome Metabolica insieme allo studio delle basi genetiche e biologiche del lavoro di potenza e velocità. Prima di passare all’intervista vi consiglio di fare un salto nel suo sito personale: http://www.giovannicianti.org

Veniamo all’intervista:

Emanuele Pizzi: Da quanti anni sei nel mondo del Body Building?
Giovanni Cianti: Ho iniziato 46 anni fa nel più classico dei modi: due spranghe di ferro arrugginito e il manuale di John Vigna, “Muscoli e bellezza”. Si era nel 1964…

E.: Qual’ è stata la scintilla che ha fatto scattare la passione?
G.: Frequentavo l’Istituto d’arte di Firenze, ero affascinato dai canoni estetici del mondo Ellenistico (Fidia, Mirone…) e Rinascimentale (Michelangelo, Donatello, poi prevalse Leonardo, arte e scienza come impegno fisico e intellettuale insieme…)

E.: Ti ricordi la tua prima gara? Prova a raccontarla
G.: La prima esperienza furono i Campionati Centro Italia del 1972, vinti nella categoria Medie Taglie. Il giorno precedente avevo vinto l’analogo titolo nel Power Lifting categoria pesi leggeri. Prepararmi contemporaneamente per due competizioni così diverse mi fece raggiungere una forma a quei tempi inusuale e capire molte cose allora sottovalutate.

E.: Quale gara ricordi in maniera particolare nella tua carriera?
G.: L’agonismo per me è sempre stato un mezzo non una finalità. Gareggiavo per avere l’input a spingermi oltre i miei limiti, ad allenarmi ai confini dell’impossibile. Non sono mai stato esibizionista, di mostrarmi in pubblico non mi importava granché, anzi mi infastidiva un poco. Ma l’idea di un obiettivo reale e imminente era benzina super per la mia mente.

E.: Credo che un body builder non appenda mai il costume al chiodo…detto questo a quando il tuo rientro agonistico?
G.: Dopo 25 anni di assoluta e totale sedentarietà ho ripreso l’allenamento “agonistico” da poco non per tornare alle gare ma come sfida con me stesso. L’organismo è ripartito come se non si fosse mai fermato, resistenza, recupero, potenza muscolare. a livello organico i parametri sono quelli di un ventenne, merito questo non della genetica (in verità miserella) ma dell’alimentazione evolutiva che seguo oramai da 12 anni. La macchina è rimasta perfettamente integra e le mie condizioni fisiche sono adesso migliori rispetto a trent’anni fa, ottenute tra l’altro con grande facilità e senza sofferenza.

E.: C’è qualche persona che negli anni ti ha dato la forza o gli stimoli per continuare il tuo percorso nel Body Building?
G.: Si, Giovanni Cianti. Le palle o ce l’hai o nessuno te le dà. Da soli si nasce e da soli si muore, questa è la vita.

E.: Hai un episodio che ricordi piacevolmente nel mondo del Body Building?
G.: Tra l’inizio e la fine della nostra esistenza c’è una interminabile serie di sfide che l’animale-uomo se integro e sano deve affrontare con gioia. Tutta la mia esperienza nel Body Building è stata gioia, conoscere presone stupende, superare ostacoli insormontabili, capire quanto straordinaria sia la nostra attività così aderente ai ritmi e alla nutrizione veri della specie sapiens…La prima volta che ho caricato 200 chili sul bilanciere, l’incontro con Sergio Oliva, lavorare con Joe Weider e Bob Kennedy…

E.: Un amico di gara? O che appartiene a questo mondo? Descrivilo
G.: Marco ex pugile duro e indomito che negli anni furiosi dell’heavy duty mi fu training partner entusiasta e solidale. I nostri allenamenti erano al limite della follia, l’adrenalina pompata alle stelle. “Un’altra serie?” “Facciamola!” “Ancora 20 chili?” “Dai, perché no?” Fu una stagione di guadagni incredibili. Per anni successivamente il riflesso condizionato mi faceva sprizzare adrenalina al semplice pensiero di allenarmi! Grande, fortissimo, modesto, con una capacità di soffrire incredibile.

Giovanni Cianti scrittore agonista grande libro del culturismo ricercatore sindrome metabolica evo diet body building fitness paleo dieta

E.: Cosa ne pensi del Body Building di oggi e quello di ieri?
G.: Nessuna differenza, non è cambiato nulla. C’è solo più consapevolezza e razionalità nelle tecniche, scienza ed esperienza ci hanno aiutato a mettere a fuoco solo quello che conta veramente.

E.: Il gruppo muscolare che più hai faticato a portare ai livelli attuali(in gara) e con che routine l’hai allenato?
G.: Avendo clavicole strette e poche fibre muscolari è stato il blocco spalle-braccia. Lo alleno quasi ogni giorno come fosse un unico muscolo in tri-set.

E.: Il tuo miglior gruppo muscolare?
G.: I pettorali esplosero letteralmente fino al volume attuale nel primo mese di allenamento…tali e quali sono rimasti per 46 anni

E.: La tua attuale routine di allenamento?
G.: Organizzo il lavoro in macrocicli di 6 – 7 mesi. Ogni 4 – 6 settimane sviluppo le sedute in base alle regole della teoria di allenamento oramai ben assimilata da tutti. Dati i decenni di stimoli e sollecitazioni il lavoro è sempre molto intenso e specifico. Si tratta comunque di una traccia, corretta giorno per giorno dalle mie condizioni. La mia mente ha oramai un archivio sterminato di esperienze cui attingere. Ogni allenamento è un dialogo col mio corpo che ascolto e al quale mi lascio completamente andare.

E.: C’è qualcosa che rimpiangi del Body Building passato?
G.: L’ingenuità. Era un giardino d’infanzia per bambini mai cresciuti.

Giovanni Cianti scrittore agonista grande libro del culturismo ricercatore sindrome metabolica evo diet body building fitness paleo dieta

E.: Cosa consiglieresti ad un ragazzo che entra in palestra oggi e vuole praticare questo sport?
G.: Di scegliere una palestra-ghetto non un fitness club, una palestra di nicchia, se vogliamo dirlo in termini di marketing. Fitness e Body Building non hanno niente in comune. Un guru, un maestro che lo introduca in questo meraviglioso modo di intendere la vita. Il Body Building non è uno sport è un modo di vivere.

E.: Qualche rimpianto?
G.: Qualcuno c’è sempre…li preferisco ai rimorsi.

E.: Qualche rinuncia dettata dal Body Building?
G.: Nessuna, senza Body Building non avrei vissuto così pienamente la mia vita. Sarei stato un uomo a metà.

E.: Qual’è secondo te la miglior strategia alimentare e di allenamento per definirsi?
G.: Quella che ci impone la nostra fisiologia evolutiva: carne e verdura da una parte, 6-8 colpi esplosivi a esaurimento con pesi allo spasimo dall’altra. Tutto qui, non serve altro, massa e definizione vengono allo stesso tempo e senza sacrificio. La natura è semplice, siamo noi umani a renderla complicata.

E.: Che integratori preferisci in definizione ed in massa?
G.: Non uso integratori, la mia alimentazione è ricchissima dal punto di vista nutrizionale.

E.: Che cosa ti ha insegnato il Body Building nella vita?
G.: Molto ma non tutto.

E.: Il tuo rapporto con il cibo? È solo un mezzo per plasmare il tuo corpo oppure ti piace la buona cucina?
G.: Buona cucina significa senso del gusto alterato dalla spazzatura alimentare. La tecnologia alimentare (anche la banale cottura) altera il valore nutritivo del cibo oppure come nel caso di cereali e legumi ci rende parzialmente digeribili e assimilabili alimenti che crudi non siamo in grado di consumare, non a caso gravemente dannosi per la nostra salute. Cibo e salute sono la stessa cosa. Se sei malnutrito come il 99% della gente oggi lo è – malnutrita e ipernutrita allo stesso tempo – non puoi essere sano.

E.: Una frase o una parola che ti rappresenta
G.: Curiosità e consapevolezza.

E.: Un pensiero che ti porta spesso alla riflessione
G.: Mi piace la solitudine perché porta meditazione. La gente e il chiasso stordiscono e ti fanno essere superficiale.

E.: Quando sei in vacanza riesci ad allenarti e stare a dieta?
G.: Sempre, è un modo di essere e di vivere. Comunque non sono mai a dieta nel senso che comunemente si dà alla parola. Mi nutro sempre a sazietà secondo appetito e mi alleno solo quando il mio corpo è pronto per farlo. Non c’è costrizione, c’è gioia e potente senso di benessere ed energia.

E.: I tuoi libri e le tue ricerche sono sempre molto interessanti a riguardo hai qualche idea/ricerca?
G.: Lavoro sulla biologia evolutiva che finalmente ci fa capire con estrema semplicità da cosa sono originati i problemi che l’uomo deve fronteggiare da quando esiste la civiltà.

E.: Di cosa ti occupi attualmente?
G.: Di troppe cose che non vorrei e di pochissime che amo.

E.: I tuoi progetti per il futuro?
G.: Una casetta di legno, dipinta di azzurro a Whangarei in Nuova Zelanda, lontano dall’emisfero boreale del pianeta.

E.: Ciao e grazie di nuovo
G.: Grazie a te Emanuele, è stato un piacere!

 

 
Personal&Wellness trainer e preparatore atletico
Emanuele Pizzi