Di origine cinese, è una pianta ornamentale utilizzata fin dall’antichità per le sue doti farmacologiche nelle patologie cardiocircolatorie, nelle bronchiti e nelle manifestazioni asmatiche.
La sua azione benefica è basata essenzialmente sull’alto contenuto di antiossidanti utili a combattere i radicali liberi come i flavonoidi (circa il 24%) e i terpenoidi (circa il 6%).
Inoltre la miscela di glucosidi in esso contenuta rafforza la membrana dell’endotelio che riveste le pareti dei vasi sanguigni. Ha un’azione antiaggregante sulle piastrine, migliora la circolazione cerebrale e protegge il sistema nervoso.
L’utilizzo nello sport parte dal presupposto che l’attività fisica intensa, sia di resistenza organica che di forza muscolare, causa un incremento notevole delle reazioni che utilizzano l’ossigeno (aumento della respirazione polmonare, dell’attività dei mitocondri delle cellule muscolari, ecc.) e conseguente surplus di formazione di perossido di idrogeno. Anche le reazioni biochimiche legate all’accumulo e rimozione dell’acido lattico dai muscoli affaticati, contribuiscono ad innalzare la soglia dei radicali liberi.
Secondo alcuni studiosi, la lisi della membrana cellulare da parte dei radicali liberi (perossili), è una delle cause del dolore muscolare. Lo stesso avviene per i globuli rossi, per cui può determinarsi o accentuarsi uno stato di anemia.
L’atleta allenato è comunque in grado di fronteggiare la presenza di radicali liberi in maniera nettamente più efficace del sedentario o di chi pratica attività fisica saltuariamente.
Stelvio Beraldo
Maestro di Sport