Al termine di importanti gare sportive spesso, in tv, tramite griglie di informazioni statistiche, si prende atto di diversi aspetti del gioco tramite la c.d. “match analysis”. Essa viene regolarmente realizzata per sport come il calcio, il basket, la pallavolo etc…, Giochi di squadra quindi, dove, però, in molti casi, il comportamento di un singolo giocatore non influisce tanto pesantemente sul risultato finale.
Ed infatti, se negli sport “collettivi” un atleta, pur giocando al 50 % del suo massimo, potrebbe portare alla vittoria l’intera propria squadra, lo stesso non avviene negli sport “individuali” come il tennis, dove il comportamento del singolo atleta è di importanza fondamentale per l’esito della partita.
Alcuni punti piuttosto specifici di questa analisi, ad un occhio inesperto, possono apparire irrilevanti al fine del risultato, ma è lecito affermare – invece – che tutte le informazioni presenti sono fondamentali per l’andamento di un match e sono una mappa completa e particolareggiata, per gli allenatori, su cui riflettere e da cui estrapolare quali e quanti siano stati i punti di forza e – parallelamente – quelli deboli, dei propri atleti. L’allenatore, infatti, ha il compito di costruire attorno ad un atleta un allenamento personalizzato e specifico che sia il più produttivo possibile e che vada a potenziare i punti in cui il singolo individuo è più forte, modificando e correggendo, per contro, quelli in cui si è più carenti. Un buon allenatore, in sostanza, deve modellare su ciascun atleta tecniche e tattiche individuali. Appare evidente, infatti, che un allenamento che ha plasmato un grande campione non necessariamente darà gli stessi risultati ove somministrato ad un altro atleta!Questo discorso, posto in essere per atleti di alto livello, può essere sviluppato anche per quelli di livello inferiore. A maggior ragione, gli atleti in erba, hanno bisogno di affinarsi nella tecnica e di sviluppare al meglio le proprie potenzialità. Attraverso questo tipo di analisi è, quindi, possibile essere più specifici e far sì che un allenamento sia più produttivo ed eviti lavori inutili e controproducenti. In questo modo si potrà studiare, in linea di massima, cosa, durante lo sviluppo sportivo di un atleta, si deve andare a potenziare e cosa, invece, si dovrà correggere, nell’allenamento individualizzato. Si cercherà di ottenere, in tal modo, un’ottimizzazione degli allenamenti che verteranno, così, su aspetti più specifici della preparazione relativa ad ogni singolo atleta.
Interessante è l’applicazione della match analysis nel body building su esercizi di base come squat, panca piana, stacchi da terra etc., poiché il rilevamento di tutte le componenti del gesto atletico implicano direttamente il carico finale e la corretta esecuzione dell’esercizio in questione.
Cristina Mezzanotte
Dr.ssa in scienze motorie