Le Maltodestrine

Derivano dall’amido (glicide complesso composto da circa 1/5 di amiloso e 4/5 di amilopectina, che compone i cereali, legumi, ecc., e fa parte dei polisaccaridi, ovvero unione di diverse molecole di disaccaride) e sono polimeri (macromolecole a catena corta) del glucosio (zucchero semplice presente nel sangue e nelle cellule.

Nei muscoli e nel fegato si trova immagazzinato sotto forma di glicogeno. Due molecole di glucosio formano il maltosio che è un disaccaride).

struttura amido mais patate maltodestrine allenamento pre post body buildingStruttura dell’amido

patata microscopio amido maltodestrine pre post allenamento body building energiaFoto di una patata ripresa dal microscopio. Sono visibili gli agglomerati di amido dal colore scuro

Grazie all’amilasi (enzima presente nella saliva e nel succo pancreatico) l’amido viene trasformato in destrine che a loro volta si trasformano in maltosio. Il maltosio a sua volta si trasforma in glucosio. Nelle maltodestrine assume importanza la “destrosio equivalenza” che ne determina i tempi di assimilazione (tempi confrontati con quelli del glucosio). Se questa equivalenza è bassa la presenza di polisaccaridi è elevata, pertanto la loro metabolizzazione procede in tempi più lunghi e costanti. Il contrario se è alta.

Le maltodestrine fanno parte, insieme al fruttosio, delle bevande “energetiche”. Ambedue, pur avendo caratteristiche diverse in quanto il fruttosio è uno zucchero semplice, non procurano il “rimbalzo” ipoglicemico (o ipoglicemia reattiva) che è una reazione dell’organismo all’ingestione di alcuni zuccheri semplici che, dopo un primo innalzamento dei valori glicemici, fanno produrre un eccesso di insulina che tende a riportare la situazione ai valori normali.

In relazione alle dosi di zucchero ingerito, questo può avvenire in maniera esagerata e tale da abbassare i valori glicemici, fino a procurare una ipoglicemia vera e propria ed i sintomi ad essa collegati come stanchezza generale, sudorazione fredda, tremore alle gambe, irritabilità, ecc., che abbassa notevolmente il tasso zuccherino del sangue. Al contrario del glucosio, di rapida assimilazione e utilizzo, le maltodestrine forniscono energia in tempi relativamente lunghi in quanto vengono assorbite lentamente. Ne bastano pochi grammi per mantenere i livelli di glicemia costanti. Durante l’attività fisica permettono di risparmiare il glicogeno dei muscoli.

Dopo il pasto principale e fino a 30-40 minuti prima dell’inizio della gara, possono essere utilizzate delle razioni di attesa composte di frutta e verdura centrifugate, da bere a sorsi ogni 30-40 minuti, oppure bevande energetiche a base di maltodestrine (polimeri del glucosio), quindi zuccheri semplici uniti a sali minerali e vitamine.

Solitamente le maltodestrine sono miscelate opportunamente con glucosio e fruttosio (circa il 20%). Questo permette loro di ritardare ulteriormente il loro utilizzo in quanto intervengono prioritariamente e in sequenza i primi due. Se assunte senza altri componenti viene consigliata una “destrosio equivalenza” intermedia. Come nei glicidi semplici in genere, anche le maltodestrine possono dare “rimbalzo ipoglicemico” se assunte in eccesso. In genere si consiglia di non superare, in ciascuna assunzione distanziata, la soglia di 40-50 grammi (40-50 grammi in 500 cc di acqua).

Stelvio Beraldo
Maestro di Sport

Come non ingrassare durante le festività natalizie…

In qmangiare meno non ingrssare abbuffarsi festività natalizie dimagrire dieta uesto articolo tratteremo qualche piccolo escamotage che vi permetterà di contenere il danno calorico che le festività natalizie posso causare alla vostra forma fisica, mettendo a dura prova anche il fisico migliore.

Ovviamente, vige sempre la regola di non abusare del cibo in maniera esagerata; la moderazione e l’allenamento, infatti, sono sempre la miglior arma di difesa, almeno per chi vuole restare in forma senza “troppi sacrifici”.

Avete in programma di abbuffarvi per un dato evento? Ad esempio le imminenti feste natalizie?

Vediamo insieme alcune possibili soluzioni per limitare i danni:

– PSEUDO RICARICA:

Ad una settima dal fatidico eccesso calorico, cominciate a diminuire l’assunzione di carboidrati per i primi 2 giorni, eliminandoli completamente nei 5 giorni restanti. Abbassate del 15% l’assunzione di proteine e limitate i grassi (ovviamente prediligendo i grassi insaturi), cercando di non superare un dosaggio di circa 15-20gr al giorno, pari a circa 135/180 Kcal.

Utilizzando questa strategia il vostro organismo scaricherà glicogeno per una settimana e perderete l’acqua immagazzinata nei muscoli; come conseguenza avrete un calo di 2-3 Kg e sarete pronti per la vostra abbuffata/eccesso calorico.Quando mangerete pasta, lasagne, etc. etc. il vostro corpo, che in precedenza è stato privato degli zuccheri, li immagazzinerà subito nei muscoli, evitando di trasformarli in adipe.

Questo semplice trucco può funzionare per due giorni consecutivi, ma ricordate di limitare – in ogni caso – le calorie dal terzo giorno in poi. Sia chiaro che la settimana in cui ridurrete i carboidrati in previsione dello “sgarro” deve far capo al concetto di dieta ipocalorica/low carbs. In sostanza, dovrete creare un deficit calorico che spinga il vostro organismo (in questo caso riducendo gli zuccheri) a consumare parte del glicogeno muscolare e parte dei grassi di deposito.

– MASTICAZIONE LENTA:

Quando nel giorno del “grande pasto” vi siederete a tavola, ricordate di masticare lentamente; so bene che vi sembrerà una cosa banale e già detta migliaia di volte, ma lo stomaco – prima di comunicare al cervello la sensazione di sazietà – può impiegarci anche 30 minuti e, quindi, mangiando lentamente, avrete presto la sensazione di sazietà. Conseguentemente, mangerete meno.

– LA VERDURA:

Se sarete voi a cucinare, non dimenticate di preparare molti antipasti a base di verdure poiché esse, contenendo molta acqua e fibre, vi daranno presto una sensazione di gonfiore e di sazietà, limitandovi in questo modo nel consumo dei primi e dei secondi.

Concludendo, durante i prossimi giorni di festa, non dimenticate di bere sempre molta acqua, poiché sarà in grado di aiutarvi nella digestione ed in tutti i processi metabolici (infatti, l’organismo per svolgerli al meglio, necessita proprio di acqua). Ricordate di alzarvi ogni tanto da tavola e di non sdraiarvi appena avrete la sensazione di essere sazi. Cercate – infatti – di muovervi per evitare un possibile blocco digestivo (cosa, per altro, poco piacevole).

 

Personal&Wellness trainer e preparatore atletico
Emanuele Pizzi

LA CULTURA FISICA PER TUTTI… GLI AUDACI

Palestre piene di gente, sale pesi spesso rimpicciolite a beneficio di altri spazi per le ultime novità trovate, persone che eseguono movimenti somiglianti a degli esercizi, assenza di ragioni tecniche sul perché di quei movimenti che ognuno impara dai più anziani, sguardi rivolti a schermi giganti mentre i decibel spaccano i timpani, distributori di bevande più usati dei bilancieri, manubri pesanti coperti da polvere e ragnatele.

Negli ultimi 23 anni ho avuto modo di assistere alla progressiva mutazione delle attività nelle palestre e ne ho, quindi, raccolto delle sensazioni.

Sostanzialmente, grazie alla ragione “soldi”, si è sempre cercata la novità divertente, alimentando sempre più la comune illusione di risultati senza impegno, con venditori che hanno sostituito gli insegnanti competenti e, le macchine strane, gli attrezzi fondamentali. Attraverso racconti divertenti ed analisi tecniche vi parlerò di tutto ciò che, a mio modesto avviso, rappresenta un ostacolo per la crescita ed il benessere psico-fisico.


“LA CULTURA FISICA PER TUTTI… GLI AUDACI, ovvero i perché dell’assenza di risultati”

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Audaci si, ma nei confronti di un sistema tanto riconosciuto quanto inutile. So già che che parlare in questi termini mi creerà dei detrattori, ma per me non è una cosa nuova, anzi. Quindi esordisco con l’invito a sforzarvi di ignorare le teorie imperanti.
Mi direte “ma come, sono anni che faccio palestra e vuoi che ignori quello che ho assimilato finora? E perché mai..!!??”.

Vi espongo alcune ragioni di non poco conto. Se non siete utilizzatori di sostanze dopanti, avete raggiunto la forma desiderata? Quel dannato muscolo carente, ne ha voluto sapere di crescere? Fate parte di coloro che non hanno mai avuto problemi a tendini e/o articolazioni ? Chi vi dà un suggerimento, è poi in grado di spiegarvene le ragioni? Se avete risposto no ad una sola di queste domande, forse avete una ragione per darmi almeno il beneficio del dubbio continuando a leggere.

Avete mai fatto caso che, nelle palestre, tutti fanno gli stessi esercizi nello stesso identico modo e, se glielo chiedete, scoprite che usano lo stesso programma? Ma vi pare?? Ma secondo voi è verosimile che tutti abbiano la stessa costituzione morfologica e fisiologica da non essere così costretti a studiarsene uno proprio? Gambe lunghe con torso corto e viceversa, mr. busto vs mr. braccia, donna mela e donna pera, scapole alate su rachide cifotico… E chi più ne ha più ne metta. Eppure continuo a vedere scempi scambiati per leggi assolute.

Vi racconto di alcune situazioni che sono costretto a vivere di persona fin troppo spesso. Sono lì che ho appena finito una estenuante serie e, con la coda dell’occhio, mi capita di scorgere una stranezza: un poveraccio, inesperto, che cerca di fare la sua prestazione sulla panca orizzontale. Accorro per evitargli che combini guai e poi, dopo aver ricevuto la sua gratitudine, gli chiedo come mai si costringe a questi rischi. Mentre lui mi risponde che senza quell’esercizio eseguito alla morte non si può dire che si stia allenando il petto (!!!!!!!!), lo osservo e noto che la sua impostazione toracica e cingolo-scapolo-omerale è tale da suggerirgli alternative più adatte.

Voi quanta considerazione credete che mi abbia dato? Mentre mi risponde che ci penserà, si avvia ad allenare le spalle con il lento dietro… ( per chi non lo sapesse, questo esercizio è in grado di danneggiare anche le spalle più sane e forti che ci siano ). Lo vedi che scruta bilanciere e si accinge a regolare l’inclinazione della panca. Poi, all’improvviso, il suo sguardo incontra la Smith machine (bilanciere con movimento guidato) che sembra quasi chiamarlo…: ” Dai vieni, io sarò più dolce e comoda, quasi non ti sembrerà di soffrire…”. Lui, come un compagno di Ulisse esposto al canto delle sirene, non resiste e va.

Prende una panca e cerca una posizione corretta (??), gli sembra di avercela fatta, si dirige verso i dischi ed inizia a calcolare il peso necessario mentre carica la macchina; poi decide di aggiungerne ancora (tanto c’è chi lo aiuterà…). Inizia la serie senza nessun adattamento, tanto è già caldo per via della panca orizzontale (!!). Dopo mezza ripetizione comincia a sbuffare, poi passa agli urli, diventando l’attrazione principale della palestra in quei secondi.

Qualcuno pensa che non ce la farà; io decido di avvicinarmi perché so che sto per ripetere l’esperienza di pochi minuti prima… E’ il momento di intervenire. Dopo aver avvicinato le mani ai suoi gomiti, mentre immagino la terribile scena all’interno delle sue capsule dei rotatori, mi accorgo che sto usando i miei bicipiti a tal punto da pensare di saltare il loro prossimo allenamento; quindi decido di diminuire il mio supporto in modo che lui, preso da una sensazione di incapacità, decida di terminare ma… Cosa succede?? Mi dice che deve farne altre 5 !!!!!!!!!!

Terminata la serie (ed anche la mia per i bicipiti), visti i suoi problemi con l’articolazione cingolo-scapolare che già conosciamo, gli suggerisco alternative più adatte, provando anche a spiegargli che non è assolutamente necessaria (so che per molti sto per dire un’eresia…) nessuna forma di distensioni al di sopra della testa per stimolare le sue spalle a crescere.

Voi quanta considerazione credete che mi abbia dato? Questa volta non mi risponde che ci penserà, mi dice che è impossibile ciò che affermo, perché sa che senza distensioni le spalle non cresceranno mai. Mentre una lacrima solca la mia guancia, gli spiego che la principale funzione del deltoide è quella di aprire le braccia, non quella di distenderle in alto, perché in questo caso, c’è solo la parte anteriore che interviene brevemente e tutto il resto lo fanno i muscoli circostanti.

A questo punto, visto che sto svalorizzando quello ha imparato nei suoi “lunghi” 2 anni di pratica e visto che non vuole ridermi in faccia, decide di liquidarmi con “quelle” parole: ci penserò. Poi si avvia a fare le aperture laterali. Dunque, si dirige verso i manubri, ne sceglie un paio che secondo lui servirebbero a scaldarsi, ma che in realtà non riuscirebbe nemmeno a farci una serie corretta, poi comincia a produrre un movimento degno del miglior ballerino di funcky. Braccia angolate (che io definisco a direttore d’orchestra), corpo che sembra in balìa del mare forza 10 su una tavola da surf, gomiti ben assicurati ai fianchi…Il tutto condito con degli urli questa volta un po’ compressi. E lo show ricomincia.

Terminata la serie mi guarda, come se cercasse un consenso, come se volesse chiedermi cos’altro io avessi da dire. Stavolta decido di starmene in disparte, ma si avvicina lui e mi chiede una mano per la serie successiva (sigh!). Prende un peso maggiore (doppio sigh! ) ed inizia il suo movimento mentre io cerco di indurlo ad alzare quei benedetti gomiti ma, dopo alcuni tentativi, mi accorgo anche qui che sto allenando i bicipiti – ma anche un po’ i deltoidi anteriori – e questa volta sono sicuro che il loro prossimo allenamento lo salterò.

Finita la “colluttazione”, mi chiede se per caso lo avessi aiutato troppo. Prendo qualche secondo per pensare ad una risposta non offensiva e… trovato! Gli dico: ” Guarda, quest’altro tipo di esecuzione si sente di più”, e gli mostro quella corretta. Lui mi chiede come mai quella strana (!!!) posizione…Gli rispondo che se non si mantiene col torso un poco proteso avanti saranno ancora i deltoidi anteriori i protagonisti della situazione. Mi rivolge uno sguardo di sufficienza e poi mi dice: ” Ma io non ho mai visto farle in questo modo però..”, mentre io, lo confesso, rimango senza parole. Poi una sorpresa.

Forse colto da un improvviso senso di cooperazione, mi chiede di assisterlo mentre prova con la mia tecnica. Io mi accingo a prendere dei manubri, non troppo leggeri per evitare che si offenda ( io quel peso lì..?? ), lui storce ugualmente il naso, ma ci sta’ ed inizia.

Dopo avergli “estorto” un movimento accettabile – si perché il peso, nonostante io lo abbia ridotto, era fuori della sua portata – mi guarda attonito e mi dice: “Mamma mia, ma sei matto? Mai sentito così tanto!”. Questa volta non mi dice che ci penserà, ma che cambierà subito. Peccato che la volta successiva lo vedrò di nuovo fare il direttore d’orchestra col Funky…

Adesso è il turno dei deltoidi posteriori. Si trova ancora davanti ad una serie di manubri e, inutile a dirsi, ne sceglie un paio troppo pesanti, anche se per un’esecuzione barbara. Con quei pesi vicino si siede sul bordo di una panca, si piega in avanti, incurva “perbene” il rachide – ignorando completamente ogni accorgimento teso ad evitare danni allo stesso – ed inizia uno strano movimento che lo rende più simile ad un talebano che prega Allah mentre Bush lo prende ritmicamente a calci, piuttosto che ad una persona desiderosa di allenare i suoi deltoidi posteriori.

 

Sbuffa, sgomita prima in su e poi indietro, oscilla, salta, pronuncia qualche parola in aramaico – che poi corregge in arabo – e alla fine, sfinito, molla i manubri, quasi volesse testare la solidità del pavimento. Si alza; il suo sguardo è quello di uno in preda ad una crisi mistica ma, dopo una ventina di secondi, diventa quello di uno soddisfatto in cerca di consensi che, “casualmente”, incontra il mio di sguardo ed inizia a chiedermi cosa ne penso.

 

Io, stufo dei discorsi precedenti, gli parlo con rispetto, ma chiaramente. “Amico mio, se vuoi chiamare in causa i posteriori, dovresti fare tutt’altro!”. Al suo “perché?”, rispondo che col suo movimento ed in quella posizione, anche volendo usare più attenzione, quando va bene si innesca quella catena cinetica che io definisco ” trapezio che tira la scapola che tira il deltoide posteriore che tira l’omero che tira etc…” e, quando va male, “trapezio che tira la scapola che tira il grande rotondo che tira l’omero che tira etc..”, bypassando totalmente il muscolo interessato.

Sconcertato mi chiede ancora: “Quindi?”. Così io gli mostro un rematore con busto a 70° ma, prontamente (me l’aspettavo), mi dice che serve per la schiena (sigh! ti pareva!). Cerco di spiegargli che il rematore per la schiena va fatto con torso orizzontale e che, alzandolo, cambia tutto. Lui risponde che non ha mai visto prima questo approccio… Si volta, prende la strada degli spogliatoi mentre io, rattristato, gli guardo quel vuoto che ha tra la scapola alata ed il deltoide anteriore (si, non ha nemmeno il laterale )… Per ora mi fermo qui, ma avrò tante tante tante altre cosette da raccontarvi (spero che mi ritengano all’altezza di scrivere ancora qui…).

Massimo Storto
Personal Trainer, Preparatore Atletico

Acidi grassi omega-3 e omega-6

I grassi possono presentarsi come acidi grassi saturi e insaturi. Negli ACIDI GRASSI SATURI il legame molecolare è più solido e di difficile scissione, quindi di laboriosa digestione ed assorbimento.

Tipici acidi grassi saturi sono lo stearico, butirrico, capronico, palmitico, arachico, etc.

Al contrario, gli ACIDI GRASSI INSATURI hanno un legame chimico più debole. quindi di più facile digeribilità e assorbimento. Tra questi annoveriamo l’acido oleico, linoleico, linolenico e arachidonico. I grassi in genere, oltre a fornire energia, svolgono funzioni complesse e specializzate a vari livelli cellulari. Sono parte integrante dei fosfolipidi, dei cerebrosidi, del colesterolo e di alcuni ormoni. Hanno una funzione plastica nelle membrane cellulari. Sono i fondamentali veicoli delle vitamine liposolubili A, D, E, K.

Alcuni acidi grassi insaturi sono definiti ESSENZIALI (acido linoleico, acido linolenico e acido arachidonico) in quanto non sono sintetizzabili dall’organismo che deve necessariamente assumerli con l’alimentazione.

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Gli omega-3 e gli omega-6 sono una particolare famiglia di acidi grassi essenziali. Degli OMEGA-3, derivanti dall’acido linolenico, i più importanti sono l’eicosapentaenoico (EPA) e il docoesaenoico (DHA). Fonti primarie degli omega-3 sono i grassi di pesce soprattutto dell’aringa, sardina, sgombro e salmone. Inoltre l’olio di pesce, l’olio di lino, semi, noci, legumi e foglie verdi.

Degli OMEGA-6, derivanti dall’acido linoleico, il più importante è l’acido gamma-linoleico (GLA). Fonti primarie degli omega-6 sono gli oli vegetali spremuti a freddo (soprattutto di girasole e mais), vegetali a foglie verdi, cereali, legumi, noci e semi.

Oltre alla funzione energetica contribuiscono alla formazione delle membrane cellulari, regolano il tono della parete dei vasi sanguigni e abbassano la capacità di aggregazione delle piastrine. Agiscono nel contenimento del colesterolo e dell’artrite reumatoide e sono necessari per le funzioni cerebrali e nervose. Agiscono come antiossidanti sui radicali liberi. Hanno un ruolo primario nella produzione degli eucosanoidi, particolari “superormoni” multifunzione (tromboxani, leucotrieni, prostaglandine) che modulano diversi processi ormonali, intervengono sul sistema di difesa immunitario, nei processi infiammatori, sulla pressione e la viscosità del sangue.

Nel bodybuilding, in particolare le PROSTAGLANDINE del gruppo PGF2-alfa, vengono proposte anche per una ipotizzata azione anabolizzante sulla muscolatura scheletrica. Usate negli animali quale fattore favorente la riproduzione, hanno fatto rilevare numerosi effetti collaterali tra cui l’innalzamento della temperatura, disturbi digestivi, alterazione della coordinazione motoria, riduzione della pressione arteriosa, accelerazione della frequenza cardiaca.

Gli omega-3 e omega-6 agiscono in sinergia e non sono intercambiabili. Hanno effetti diversi, spesso contrastanti, pertanto l’assunzione alimentare deve prevedere la presenza equilibrata di entrambi.

biosintesi lipidi testosterone ormoni maschili colesterolo

 

Stelvio Beraldo
Maestro di Sport

Super serie (introduzione al metodo)

Tale metodo tende a sovraffaticare i muscoli interessati mediante l’esecuzione continuata di due serie. Ciò sta a significare che nelle super serie non è previsto alcun tempo di recupero.

E’ bene evidenziare, inoltre, che tale tecnica si basa sull’esecuzione di un esercizio che solleciterà un muscolo agonista e sull’esecuzione continua di un altro esercizio che, invece, andrà a sollecitare il muscolo antagonista rispetto al precedente.

Da qui il nome di super serie antagoniste.

Al metodo delle super serie coinvolgenti muscolo agonista/antagonista (es.: bicipiti-tricipiti) se ne è affiancato un altro, che prevede l’esecuzione di due esercizi, che vanno entrambi a coinvolgere lo stesso muscolo (super serie agoniste)

esempi di super serie antagoniste:

    • Distensioni su panca piana seguite senza pausa da Rematore con bilanciere
    • Curl bilanciere seguito senza pausa da French press con bilanciere
    • Leg extension seguita senza pausa dalla Leg curl
    • Crunch per addome seguito senza pausa da Iper estensioni per i lombari

esempi di super serie agoniste:

    • Distensioni su panca piana seguite senza pausa dalle Croci ai cavi
    • Trazioni a corpo libero seguite senza pausa dal Pulley
    • Lento avanti/dietro seguito senza pausa dalle Alzate laterali
    • Curl bilanciere seguito senza pausa dal Curl a 2 mani alla poliercolina
    • French press con bilanciere seguito senza pausa dal Push down
    • Squat seguito senza pausa dagli Affondi
    • Stacchi a gambe tese seguiti senza pausa dalla Leg curl
    • Calf machine in piedi seguita senza pausa dalla Calf machine da seduto

Lucia Locurcio

Ludus Maximus (I.F.B.B.) 13 dicembre 2009

Ludus Maximus IFBB
Selezione Squadra Azzurra IFBB per le Gare Internazionali IFBB

Mondiali, Europei ,Giochi del Mediterraneo.
I primi 6 si qualificano per gli Italiani 2009

ACCESSO ALLA GARA:
OPEN LIBERO, PREVIO TESSERAMENTO FEDERALE IFBB.

CORPO GIUDICANTE:
5 GIUDICI
Internazionali (stranieri)

QUALIFICA GARE INTERNAZIONALI:

I PRIMI 3 VENGONO SELEZIONATI PER:
MONDIALE, EUROPEO, GIOCHI DEL
MEDITERRANEO

I PRIMI SEI DI OGNI CATEGORIA SI QUALIFICANO AI CAMPIONATI ITALIANI
IFBB 2008

Acquista il biglietto

Il metodo TABATA

Una ricerca condotta da Martin Gibala, direttore del Dipartimento di Cinetica alla McMaster University dell’Ontario, potrebbe esplorare confini audaci nel mondo del fitness.

Lo racconta il New York Times. E il pezzo è diventato subito uno dei più letti dell’edi­zione online del quotidiano.

Studio di una università canadese sulla resistenza fisica
Fitness: sei minuti valgono sei ore
Il nuovo allenamento: sforzi duri per periodi brevi

Nel suo laboratorio Gibala ha applicato a un gruppo di studenti (tutti in buona forma fisica, ma nessun atleta professionista) ciò che all’Istituto nazionale per la salute e la nutrizione del Giappone avevano fatto qualche anno prima con i topi. Un gruppo di ratti era stato fatto nuotare liberamente in una piscina per 6 ore, mentre contemporaneamente un altro gruppo era stato sottoposto a stimoli esterni, con tanto di zavorra addizionale, e fatto nuotare freneticamente per 20 secondi e riposare per 10. Uno sforzo estenuante fatto a intervalli regolari per un totale di 4 minuti.

A esperimento concluso, i ricercatori giapponesi hanno esaminato le fibre muscolari sia dei topi maratoneti, sia di quelli sottoposti a un esercizio sfiancante ma limitato nel tempo, scoprendo che in entrambi si erano veri­ficate identiche modificazioni molecolari che presagivano un miglioramento della capacità di resistenza. Gibala ha applicato la stessa sperimentazione alla macchina umana, sottoponendo i suoi studenti a uno sforzo simile: per loro ha programmato un allenamento alla cyclette differenziato.

Un gruppo ha pedalato 3 volte alla settimana a un ritmo sostenibile per 2 ore, gli altri hanno sparato tutto quello che avevano in corpo in 6 «ripetute» di 20-30 secondi, intervallate da 4 minuti di recupero. Dopo due settimane tutti gli studenti, senza distinzione tra chi aveva pedalato 6 ore e chi lo aveva fatto al massimo delle proprie possibilità per 6 minuti, avevano incrementato la propria forma fisica.

“Il numero e la dimensione dei mitocondri sono aumentati in modo sensibile — sostiene il professor Gibala — un risultato che prima di questo studio veniva associato solo a lavori di lunga durata”.

L’aumento del volume dei mitocondri ha un grande impatto sulle prestazioni di resistenza, migliorando l’utilizzazione dell’ossigeno da parte delle fibre muscolari. Una frontiera interessante, che se esplorata potrà evidenziare come pochi minuti di sforzo estremo possano essere sufficienti per mettersi in forma.

mitocondri metodo tabata sei minuti come sei ore allenamento funzionaleSezione di due mitocondri visti tramite un microscopio elettronico

 

FTK Staff

Water Pipe

Con oggi iniziamo a parlare non solo di quello che facciamo nei nostri allenamenti ma con che cosa lo facciamo. Ovvero i nostri attrezzi.

La maggior parte di essi sono semplici utensili che si possono trovare anche in ferramenta, nulla di quello che nasce per il lavoro manuale è più indicato a svolgere un allenamento funzionale.

Quello di cui parleremo oggi non è sicuramente uno degli attrezzi più usati, ma è facile da costruire, semplice da usare, economico e versatile. Se lo comprate su internet può costare anche qualche centinaio di euro ma se vi servite dal self più vicino con 20 – 30 € potete creare il vostro personalissimo Water Pipe chiamato anche Slosh Pipe.

Cos’è il Water Pipe

E’ un attrezzo tanto semplice quanto geniale, un tubo in pvc di quelli che si usano per gli scarichi del bagno di diametro ci circa 20 cm lungo 2 metri, riempito con 10 litri di acqua e chiuso alle estremità con tappi a vite e guarnizione. La lunghezza può essere variabile, più il tubo è lungo e più diventerà difficile utilizzarlo anche a parità di carico, se il tubo è invece di lunghezza inferiore sarà più semplice.

Se lo fate molto corto dovrete inserire meno acqua perchè è fondamentale che questa abbia spazio sufficiente per spostarsi da un lato all’altro del tubo. Questa è la sua forza e questo è quello che renderà il vostro allenamento terrificante. L’ondeggìo del liquido infatti, creerà un continuo sbilanciamento del vostro assetto creandovi non pochi problemi a svolgere esercizi che a carico stabile riuscireste a fare tranquillamente con pesi superiori anche di 5 – 10 volte i peso del water pipe.

water pipe allenamento funzionale body training equilibrio stabilizzatori

Cosa farci

Con il water pipe potete eserguire moltissimi esercizi dai più complessi ai più semplici: una “ tranquilla “ passeggiata con il pipe in braccio davanti al petto può rivelarvi quanto sia semplice ma faticoso utilizzarlo. Quasi tutti gli esercizi che fate con un bilanciere: front squat, distensioni su panca, distensioni sopra la testa, crunch con sovraccarico, affondi, o come dicevo prima semplicemente camminare può diventare una gran bella faticata, dove il vostro core sarà messo a dura prova.

In pratica il water pipe si presta bene a essere utilizzato per tutti gli esercizi di lavoro isometrico e di spinta. Il tubo infatti è troppo grosso per essere afferrato per farci dei rematori o stacchi anche se il problema può essere risolto inserendo delle cinghie, tipo quelle per fermare i pacchi sull’auto, al centro del tubo. Si perde un po’ della sua instabilità, infatti una presa così robusta renderà tutto più facile, ma rimane comunque da provare.

A cosa serve

Ora dopo tutto questo discorso a qualcuno potrebbe venire in mente di chiedersi: perhè dovrei farlo?
Chiariamo subito che se cercate il pettorale strappa camicia o il bicipite da 50 cm di circonferenza non sarà di certo il water pipe a farveli venire. Però può rendere molto più forti tutti quei muscoli che nessuno vede e che pochi allenano ma che vi serviranno per rendere le vostre sessioni di allenamento tradizionale più efficaci.

Il continuo dondolio del tubo infatti farà lavorare in maniera impressionante un gran numero di muscoli stabilizzatori, rendendo articolazioni più forti e capaci di sopportare carichi maggiori in altri esercizi.

Qui di seguito il video di alcuni ragazzi americani, tanto per cambiare, che si allenano con il water pipe.

FTK Staff

Mr. e Miss Universo (N.B.B.U.I) 6 dicembre 2009

Roberto Santarpia e Pierluigi Borgia presentano: Domenica 6 dicembre 2009, presso il Palairno-Baronissi (Salerno)

Mr. e Miss Universe
(Unione Italiana Natural Body Builders)

Domenica 6 dicembre 2009

Programma:

Ore 8.30 – 10.00 iscrizioni atleti e pesatura presso il PalaIrno
Ore 10.00 inizio pregara

Categorie in gara

Maschili:

Cat. Body Fashion ( 2 round : abito e costume)
Cat. H/P fino a cm. 170+2kg.
Cat. H/P fino a cm. 180+5kg.
Cat. Master : over 40-50-60-70
Cat. Juniores fino a 23 anni di età
Cat. Piccole taglie fino a cm.162
Cat. Medie taglie fino a cm. 175
Cat. Alte taglie fino a cm. 185
Cat. Massime taglie oltre cm. 185

Femminili:

Cat. Body Fashion ( 2 round: abito e bikini)
Cat. Fitness fino a cm. 165 ( 2 round: bikini e routine)
Cat. Fitness oltre a cm. 165 ( 2 round: bikini e routine)
Cat. Hard fino a cm. 165
Cat. Hard oltre a cm. 165
Cat. Coppie : unica.

L’ordine delle uscite verrà consegnato agli atleti all’atto dell’iscrizione.

A fine serata buffet per giudici-atleti-accompagnatori.

Per ulteriori informazioni consultare il sito: http://www.asdsportesalute.it

Cicatrici e Postura – La parola all’esperto

L’argomento che affronteremo oggi mi affascina non poco sia per il fatto che mi occupo di Posturologia e quindi sono interessato in prima persona,sia perche’ fino a qualche anno fa era un argomento quasi del tutto sconosciuto,dico quasi per non offendere i pochi luminari che giàda anni prendevano in considerazione tale associazione.

In genere si riconosce alle cicatrici un ruolo importante per il raggiungimento di un buon recupero post-chirurgico ma da alcuni anni, come dicevo,le più importanti Scuole Posturali Internazionali ci hanno segnalato come le cicatrici siano ostacolo all’equilibrio posturale e fonte di patologie.

cicatrici postura lesioni cura post intervento

Questo tipo di ostacolo è dato non solo come si pensava in passato da aderenze, ma cosa assai interessante,da informazioni nocicettive, attraverso i recettori della pelle verso il Sistema Tonico Posturale. Per effettuare una diagnosi noi Posturologi effettuiamo un bilancio posturale integrato ed effettuando una anamnesi utilizzando : V.A.S. (Vascular Automatic Segnal) di Nogier, il Test dei Rotatori dell’Anca, il Test Kinesiologico, la Pedana Stabilometrica ed il Test di Forza. Il trattamento può essere diversificato a seconda dell’importanza della Cicatrice può essere effettuato con semplici manovre o con infiltrazioni di carbocaina 3% pasconeural oppure con prodotti omeopatici che io suggerisco, come l’arnica.

Mi piace dare queste informazioni, poichè ho sempre pensato si faccia poca informazione a tal proposito e che anche gli specialisti del settore dovrebbero aggiornarsi di più e trasmettere queste informazioni al paziente affinchè questi possa in un certo qual modo prevenire determinati disturbi o qualora si presentassero, possa sapere di cosa si può trattare,mi riferisco a quanti per esempio hanno subito un intervento di ricostruzione dei legamenti al ginocchio o a chi ha subito una appendicectomia (asportazione dell’appendice) o un qualunque altro intervento o trauma che gli abbia provocato una cicatrice.

Giusto per fare un esempio nel 2001 un giocatore di Basket professionista in seguito ad un intervento al legamento crociato anteriore è andato soggetto a distanza di un anno circa ad una condropatia rotulea, ipotonia del muscolo dell’arto operato con conseguente sovraccarico del ginocchio. Questo è solo uno dei tanti casi che possono provocari squilibri del sistema tonico posturale, grazie alla preparazione del collega a cui è capitato questo paziente si è risolto tutto nel migliore dei modi.

Ma quanti non sanno? Quanti di voi non riescono a capire qual è la causa di un ipotetico dolore? Oggi avete un’informazione in piu’un saluto!

Dr. Gianluca Salernitano
Posturologo e Presidente dell’ associazione italiana posturologi