Uso ed abuso dei beta-bloccanti nella pratica sportiva

Con il termine di beta-bloccante (BB) si intende qualsiasi inibitore competitivo degli effetti delle catecolamine a livello dei siti recettoriali beta-adrenergici. L’effetto principale dei beta-bloccanti consiste in una riduzione della attività cardiaca dovuta a una diminuita stimolazione dei recettori beta-adrenergici.

L’utilizzo di questo tipo di farmaci, riduce la velocità e la forza contrattile del miocardio e diminuisce la velocità di conduzione degli impulsi attraverso il sistema di conduzione, comportando una ridotta la risposta cardiaca nel corso dell’esercizio fisico..

Queste proprietà vengono utilizzate nel trattamento dell’angina pectoris allo scopo di ridurre il consumo di ossigeno ed aumentare la tolleranza del cuore all’esercizio. I farmaci beta-bloccanti sono utilizzati anche nel trattamento delle aritmie cardiache e in quello a lungo termine dell’ipertensione. Possiedono questa attività farmaci come l’isoproterenolo, il pronetalolo, il propranololo, ecc.

Tuttavia le sostanze beta-bloccanti sono utilizzate come doping anche in atleti sani come nel caso degli specialisti nelle discipline di tiro con pistola e carabina o con l’arco, ossia in quelle discipline dove per l’atleta è necessario esprimere il massimo della precisione prescindendo dagli stati emotivi, che possono comportare, come ben noto, un’alterazione del ritmo cardiaco.

Le sostanze beta-bloccanti possono causare una diminuzione della lipolisi che può portare ad una minore disponibilità di acidi grassi non esterificati (NEFA) che costituiscono una delle fonti principali d’energia nel corso di esercizi di resistenza, tuttavia alcuni Autori (Van Baak e coll., 1993) suggeriscono come la ridotta disponibilità di NEFA, causata dalla somministrazione di NEFA, non costituirebbe il maggior fattore responsabile della riduzione della prestazione in ambito resistivo, avanzando nello stesso tempo l’ipotesi di un effetto delle sostanze beta-bloccanti sul meccanismo di trasporto di membrana dei NEFA stessi.

In bibliografia è riscontrabile come in individui normotesi ed ipertesi, il trattamento con BB non causi diminuzione della prestazione di resistenza nel caso di esercizi sub-massimali, al contrario nel corso di esercizi resistivi condotti ad intensità massimale il trattamento con BB, effettuato su individui normotesi ed ipertesi, condurrebbe ad un calo della prestazione, causato principalmente da una diminuzione del massimo consumo di O2, cha a sua volta risulterebbe correlato al grado di affinità dei beta 1 recettori e con l’entità del dosaggio farmacologico somministrato (Pescatello e Buckley, 1995; Van Baak e coll., 1987).

Inoltre la capacità di sostenere allenamenti di tipo cardiovascolare, sempre in individui normotesi ed ipertesi trattati maniera cronica con BB, sembrerebbe maggiore nel caso di trattamenti con BB selettivi rispetto a trattamenti a base di BB non selettivi. I BB non selettivi infatti, limiterebbero, al contrario dei BB selettivi, la capacità di termodispersione del calore generato durante il lavoro di resistenza (Eston e Connoly, 1996; Jilka e coll. 1988).

In ogni caso, nel momento in cui si prescrivano esercitazioni di tipo aerobico in pazienti cardiopatici ed ipertesi, concomitanti all’uso di BB, occorre ricordare come questi ultimi alterino i valori assoluti del target del heart rate, ma non le intensità relative riferite al target stesso. Per questo motivo le prescrizioni normalmente raccomandate relative a frequenza durata e modalità delle esercitazioni, debbono rimanere inalterate anche nel caso di trattamento con BB, unite possibilmente ad un uso sistematico della scala di Borg per la percezione soggettiva dello sforzo (Pescatello e Buckley, 1995; Eston e Connoly, 1996; Gordon e Duncan. 1991).

L’utilizzo di BB comporta, in soggetti non ipertesi, una diminuzione della massima frequenza cardiaca, del consumo di O2, della ventilazione, fattori che comportano una sensibile diminuzione della prestazione di resistenza (Jilka e coll. 1988) che può arrivare sino ad una aumento medio del 33% del tempo necessario ad effettuare una prestazione tipicamente aerobica come i 5000 metri piani (Bengtsson C., 1991).

Gli effetti collaterali ed i rischi connessi ad un utilizzo improprio di BB sono: fibrillazione cardiaca, arresto cardiaco, senso di affaticamento e spossatezza, broncospasmo, nausea, disturbi gastro intestinali ed impotenza, inoltre i BB sono assolutamente sconsigliati nei soggetti asmatici e diabetici. Da quanto esposto quindi risulta chiaro che il ricorso a questi farmaci è giustificato solamente nel caso di terapia su atleti ipertesi sotto stretto controllo medico, per questa ragione il Comitato Olimpico Internazionale ha classificato i farmaci BB nella classe E delle sostanze soggette a determinate restrizioni d’uso.

Per chi volesse saperne di più…

Bengtsson C. Effects of various antihypertensive drugs on the physical performance of a healthy person. Scandinavian Journal of Medicine and Science in Sports (Copenhagen) 1(1), Feb 1991, 51-54

Eston R., Connolly D. The use of Ratings of Perceived Exertion for exercise prescription in patients receiving beta-blocker therapy. Sports Medicine-(Auckland, N.Z.) 21(3), Mar 1996, 176-190

Gordon NF., Duncan JJ. Effect of beta-blockers on exercise physiology: implications for exercise training. Medicine and Science in Sports and Exercise-(Baltimore, Md.) 23(6), June 1991.

Jilka SM., Joyner MJ., Nittolo JM., Kalis JK., Taylor JA., Lohman TG., Wilmore JH. Maximal exercise responses to acute and chronic beta-adrenergic blockade in healthy male subjects. Medicine and Science in Sports and Exercise(Indianapolis) 20(6), Dec 1988,

Pescatello LS., Buckley T. The influence of beta blockade on exercise performance in thermoneutral and warm environments. Medicine, Exercise, Nutrition and Health (Cambridge, Mass.)- 4(2), Mar/Apr 1995, 77-92 Refs:123

Van Baak MA., MooijJM., Wijnen JA. Effect of increased plasma non-esterified fatty acid concentrations on endurance performance during beta-adrenoceptor blockade

International Journal of-Sports Medicine (Stuttgart) 14(1), Jan 1993, 2-8

Van-Baak MA., Boehm RO., Arends BG., Van-Hooff ME., Rahn KH. Long-term antihypertensive therapy with beta-blockers: submaximal exercise capacity and metabolic effects during exercise. International Journalof Sports Medicine (Stuttgart) 8(5), Oct 1987, 342-347



Gian Nicola Bisciotti
Dr. in scienze motorie

L’importanza dell’Ossido nitrico

L’ossido di azoto (NO), impropriamente chiamato ossido nitrico, è una specie chimica reattiva di natura radicalica centrata sull’azoto.

Considerato per decenni un gas altamente inquinante – responsabile, tra l’altro, del cosiddetto “buco dell’ozono” – solo in epoca molto recente esso è stato individuato come uno dei più potenti mediatori biochimici che gli organismi viventi producono al loro interno al fine di controllare molte delle loro funzioni (1).

È sicuramente degno di nota il fatto che a questa sostanza sia legato il premio Nobel 1998 per la Medicina/Fisiologia, attribuito, appunto, al ricercatore americano Louis Ignarro “per le sue scoperte riguardanti l’ossido nitrico come molecola segnale nel sistema cardiovascolare” (2). Sei anni prima, la prestigiosa rivista scientifica “Science” aveva eletto l’NO come “molecola dell’anno” (3).

L’NO è una sostanza abbastanza ubiquitaria prodotta a partire dall’amminoacido L-arginina in una reazione multi-step catalizzata dall’enzima ossido nitrico sintetasi (figura 1). Quest’ultimo esiste in numerose isoforme, alcune costitutive (cellule endoteliali, piastrine, sistema nervoso) ed altre inducibili (macrofagi, leucociti polimorfonucleati, cellule endoteliali, cellule muscolari lisce, epatociti), e ciò dà ragione dell’ampia distribuzione dei siti di produzione dell’importante mediatore nel nostro organismo (4).

Figura 1. Sintesi schematica dell’ossido nitrico a partire dalla L-arginina

Nei sistemi biologici, l’NO agisce come un importante messaggero intra-ed inter-cellulare regolando numerosissime funzioni, in primis quella dell’endotelio vascolare (1). Infatti, in seguito ad adeguata stimolazione (meccanica o chimica), le cellule endoteliali producono l’NO che, in parte, diffonde nel compartimento ematico, riducendo l’aggregabilità delle piastrine e l’adesività dei leucociti alle pareti dei vasi sanguigni, e, in parte, raggiunge la sottostante muscolatura liscia vascolare inducendone il rilasciamento. I conseguenti effetti anti-aggreganti, anti-infiammatori ed anti-ipertensivi sono ritenuti di grande importanza nella prevenzione dell’aterosclerosi (1).

D’altronde, i famosi nitriti esteri e la stessa nitroglicerina sublinguale (Carvasin®), ampiamente usati come anti-anginosi decenni prima della “scoperta” dell’NO, sono, in realtà, dei “donatori” di questo mediatore ed è relativamente recente la messa a punto delle nitro-aspirine, derivati “nitrati” dell’acido acetilsalicilico in grado di rilasciare NO a livello periferico (1, 5). Rimanendo nell’ambito della farmacologia cardiovascolare, giova anche sottolineare che il sildenafil (Viagra®) agisce “prolungando” la durata d’azione dell’NO a livello dei corpi cavernosi del pene, contribuendo in questo modo a migliorare la funzione erettile, variamente compromessa nell’impotenza maschile (1).

Oltre all’effetto primario sull’endotelio, all’NO è riconosciuto un ruolo determinante di mediatore biochimico in numerose funzioni, a livello cerebrale (es. controllo dell’apprendimento e della memoria), gastrointestinale (modulazione delle secrezioni e della motilità), respiratorio (modulazione del tono della muscolatura liscia bronchiale), renale (autoregolazione del flusso ematico), e così via (6, 7). All’NO, in quanto radicale, è attribuita un’importante funzione di difesa nei confronti delle infezioni batteriche e, probabilmente, nel controllo della crescita dei tumori (7). A questo proposito occorre aggiungere, comunque, che condizioni di aumentato stress ossidativo – es. eccessiva produzione di anione superossido – comportano la conversione dell’NO in perossinitrito, una forma radicalica alla quale è legata la tossicità del mediatore primario (8). Dopo che ha agito, l’NO viene trasformato in una serie di derivati, quali i nitriti ed i nitrati, che si accumulano, in funzione della quantità del mediatore primario prodotto, nel sangue ed in altri fluidi extracellulari per poi essere definitivamente allontanati dall’organismo attraverso le urine.

Infatti, numerosi studi sperimentali e clinici hanno documentato che i livelli plasmatici ed urinari di nitriti/nitrati correlano abbastanza bene con la produzione “endogena” di NO, anche dopo particolari terapie (9).

Poiché la ridotta biodisponibilità dell’NO (figura 2) è ritenuta responsabile dell’insorgenza e/o dell’aggravamento di numerose quanto diffuse e temibili malattie, quali l’ipertensione arteriosa e l’aterosclerosi (2, 6-9), numerosi studi hanno valutato la possibilità di aumentare la sintesi endogena del mediatore centrato sull’azoto attraverso l’integrazione alimentare.

Figura 2. Biodisponibilità dell’ossido nitrico e malattie (NOS, ossido nitrico sintetasi, ONOO-, perossinitrito)

La strada più battuta, in tal senso, è stata la somministrazione di dosi generose di L-arginina per via orale. Infatti, come si è detto in precedenza, questo amminoacido semi-essenziale (10) è il diretto precursore dell’NO (2). In tale contesto, studi condotti su animali da laboratorio hanno dimostrato che l’integrazione alimentare con L-arginina, favorendo la sintesi di NO, accelera la guarigione di ulcere in ratti diabetici Sprague-Dawley (11), migliora la disfunzione endoteliale in hamster resi sperimentalmente iperlipemici-iperglicemici (12) ed esercita un effetto benefico sull’ipertensione ed il metabolismo lipidico in ratti diabetici (13). Questi favorevoli effetti, confermati recentissimamente anche in ratti resi diabetici mediante streptozotocina (14), dimostrano che è sperimentalmente possibile, attraverso l’aggiunta di L-arginina alla dieta, migliorare la sintesi endogena di NO e revertire gli effetti sfavorevoli dovuti ad una ridotta biodisponibilità del mediatore. D’altra parte, sembra che la carenza di arginina eserciti di per sé effetti deleteri sullo sviluppo del sistema linfoide in animali da esperimento (15). Studi condotti sull’uomo hanno confermato ed esteso le potenziali indicazioni “terapeutiche” della L-arginina che, sia come tale – grazie all’attività immuno-ed endocrinomodulatrice – sia, soprattutto, come precursore dell’NO, si sta rivelando particolarmente utile nel trattamento di numerosissime patologie, dalle varie forme cliniche della cardiopatia ischemica, quale l’angina pectoris, alla claudicatio intermittens, dall’ipertensione arteriosa all’insufficienza cardiaca congestizia, dalla preeclampsia alla disfunzione erettile (16-19). Inoltre, gli effetti dell’integrazione alimentare con L-arginina sono stati valutati anche nella terapia dell’AIDS, del diabete, della sindrome X, di alcune malattie gastrointestinali, dell’infertilità maschile e femminile, della cistite interstiziale e della demenza senile, con risultati molto interessanti (16, 20). Infine, esperimenti condotti su topi indicano che la L-arginina migliora le prestazioni muscolari in regime di esercizio aerobico attraverso un aumento della produzione di NO, e ciò conferma il già noto ruolo di questo amminoacido sulle performance atletiche (21). Nel complesso, quindi, i dati sperimentali e quelli clinici qui analizzati, dimostrano univocamente che l’aggiunta di moderate quantità di L-arginina alla dieta abituale può migliorare alcune condizioni fisio-patologiche attraverso un aumento della sintesi endogena dell’NO, importantissimo mediatore biologico, di cui l’amminoacido è il diretto precursore. Oggi sono disponibili numerose formulazioni orali a base di L-arginina, tra le quali andrebbero preferite quelle arricchite con antiossidanti, quali il selenio. Infatti, in talune circostanze, quali quelle legate allo stress ossidativo (squilibrio fra produzione ed inattivazione di specie reattive dell’ossigeno, quali l’anione superossido) l’NO, pur prodotto in quantità adeguate, viene rapidamente convertito in sottoprodotti biologicamente inattivi o addirittura tossici (es.perossinitrito) (vedi figura 2). Pertanto, sebbene la L-arginina possa esercitare di per sé un’azione anti-radicalica (22), la presenza di un antiossidante nella sua formulazione, è potenzialmente in grado di aumentare in maniera più efficiente la “biodisponibilità” dell’NO, sia fornendo il precursore fisiologico (L-arginina) sia neutralizzando le specie chimiche reattive che tenderebbero ad inattivarlo (selenio). Le “dosi” di L-arginina da assumere variano a seconda delle indicazioni (23). Ovviamente, come per qualsiasi sostanza introdotta nel nostro organismo, vale la precauzione di ordine generale di consultare il medico prima dell’uso e di non abusare di queste formulazioni in termini di dosi e/o durata del trattamento. In particolare, sebbene alla usuali dosi, la L-arginina è ben tollerata – in quanto amminoacido normalmente presente nelle proteine – essa non dovrebbe essere assunta da soggetti in trattamento con sildenafil (Viagra®) o nitroglicerina, perché questi farmaci potenziano l’azione dell’NO, aumentando il rischio di tossicità da superdosaggio (23).

Riassunto

L’ossido nitrico (NO) è una specie chimica reattiva centrata sull’azoto prodotta negli organismi viventi a partiredall’amminoacido semi-essenziale L-arginina, grazie all’azione catalitica dell’enzima ossido nitrico sintetasi. Generato quasi ubiquitariamente nell’organismo umano, l’NO modula una serie importantissima di funzioni biologiche a livello di quasi tutti gli organi e sistemi. L’aggiunta di L-arginina alla dieta è in grado di ripristinare la biodisponibilità dell’NO, revertendo almeno in parte gli effetti sfavorevoli di alcune condizioni morbose – in primis ipertensione arteriosa e disfunzione rettile – legate a deficit di questo importante mediatore biochimico.

Parole chiave

Ossido nitrico, ossido nitrico sintetasi, perossinitrito, stress ossidativo, L-arginina, disfunzione endoteliale, disfunzione erettile, integratori.

Abstract

Nitric oxide (NO) is a nitrogen-centred reactive species that living organisms produce from the semi-essential amino acid Larginine, thank to the catalytic action of a specific nitric oxide synthase. Nitric oxide is an ubiquitous molecule with a wide range of biological activities in many organs and systems. Dietary supplementation with L-arginine may at least partially restore NO bioavailability, thus reverting the unwanted effects of some diseases with impaired synthesis/degradation of such a nitrogen-centred mediator, like arterial hypertension and erectile dysfunction.

Key words

Nitric oxide, nitric oxide synthase, peroxynitrite, oxidative stress, L-arginine, endothelial dysfunction, erectile dysfunction, dietary supplementation.

Bibliografia

1. Brennan PA, Moncada S. From pollutant gas to biological messenger: the diverse actions of nitric oxide in cancer.

Ann R Coll Surg Engl. 2002. 84(2): 75-78.

2. Ignarro LJ. Nitric oxide: a unique endogenous signalling molecule in vascular biology. The Nobel Prize 1998

Medicine/Physiology Lecture. 1988.

3. Snyder SH. Nitric oxide: first in a new class of neurotransmitters? Science. 1992. 257: 494-496.

4. Förstermann U, Boissel J-P, Kleinert H. Expressional control of the ‘constitutive’ isoforms of nitric oxide synthase

(NOS I and NOS III). FASEB J. 1998. 12: 773–790.

5. Ignarro LJ, Napoli C, Loscalzo J. Nitric oxide donors and cardiovascular agents modulating the bioactivity of

nitric oxide. An Overview. 2002. Circ Res. 90: 21-28.

6. Ignarro LJ. Biological effects of nitric oxide. Proceedings of the “1st International meeting on nitric oxide. From

basic science to clinical evidence”. Barcelona, Spain. 2003, May, 24. 2003.

7. Ignarro LJ. Plenary lecture. Proceedings of the “1st International meeting on nitric oxide. From basic science to

clinical evidence”. Barcelona, Spain. 2003, May, 24. 2003.

8. Channon KM, Qian HS, George SE. Nitric oxide synthase in atherosclerosis and vascular injury. Insights from

experimental gene therapy. Arterioscler Thromb Vasc Biol. 2000. 20: 1873–1881.

9. Fujiwara N, Osanai T, Kamada T, Katoh T, Takahashi K, Okumura K. Study on the relationship between plasma

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intake. Circulation. 2000. 101: 856-861.

10. Lehninger AL, Nelson DL, Coc MM. Principi di Biochimica. 1994. 2: 563. Zanichelli, Bologna. II Ed.

11. Witte MB, Thornton FJ, Tantry U, Barbul A. L-Arginine supplementation enhances diabetic wound healing:

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12. Popov D, Costache G, Georgescu A, Enache M. Beneficial effects of L-arginine supplementation in experimental

hyperlipemia-hyperglycemia in the hamster. Cell Tissue Res. 2002. 308 (1): 109-120.

13. Kawano T, Nomura M, Nisikado A, Nakaya Y, Ito S. Supplementation of L-arginine improves hypertension and

lipid metabolism but not insulin resistance in diabetic rats. Life Sci. 2003. 73 (23): 3017-3026.

14. Kohli R, Meininger CJ, Haynes TE, Yan W, Self JT, Wu G. Dietary L-arginine supplementation enhances

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15. de Jonge WJ, Kwikkers KL, te Velde AA, van Deventer SJ, Nolte MA, Mebius RE, Ruijter JM, Lamers MC,

Lamers WH. Arginine deficiency affects early B cell maturation and lymphoid organ development in transgenic

mice. J Clin Invest. 2002. 110 (10): 1539-1548.

16. Appleton J. Arginine: clinical potential of a semi-essential amino acid. Altern Med Rev. 2002. 7 (6): 512-522.

17. Wu G, Meininger CJ. Arginine nutrition and cardiovascular function. J Nutr. 2000. 130: 2626–2629.

18. Palloshi A, Fragasso G, Piatti P, Monti LD, Setola E, Valsecchi G, Galluccio E, Chierchia SL, Margonato A. Effect

of oral L-arginine on blood pressure and symptoms and endothelial function in patients with systemic hypertension,

positive exercise tests, and normal coronary arteries. Am J Cardiol. 2004. 3 (7): 933-935.

19. Stanislavov R, Nikolova V. Treatment of erectile dysfunction with pycnogenol and L-arginine. J Sex Marital Ther.

2003. 29 (3): 207-213.

20. Battaglia C. Adjuvant L-arginine treatment for in-vitro fertilization in poor responder patients. Hum Reprod. 1999.

14 (7): 1690-1697.

21. Maxwell AJ, Ho H-KV, Le CQ, Lin PS, Bernstein S, Cooke JP. L-arginine enhances aerobic exercise capacity in

association with augmented nitric oxide production. J Appl Physiol. 2001. 90: 933–938.

22. Jablecka A, Checinski P, Krauss H, Micker M, Ast J. The influence of two different doses of L-arginine oral

supplementation on nitric oxide (NO) concentration and total antioxidant status (TAS) in atherosclerotic patients.

Med Sci Monit. 2004. 10 (1): CR29-CR32.

23. Fried R, Merrell WC. The arginine solution. 1999. Warner Books.

 

Dr. Prof. Eugenio Luigi Iorio, MD, PhD Docente Scuola Specializzazione Biochimica Clinica – Seconda Università di Napoli (Napoli).
Presidente Comitato Scientifico Osservatorio Internazionale Stress Ossidativo (Parma)

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Bodytraining.it, network dedicato interamente a sport, salute e benessere, è lieto di annuciarvi un nuovo membro del suo Staff, l’allenatore 3° dan di judo CONI – FIJLKAM e allenatore pesi CONI – FIPCF, Laura Bernacchi la quale,

Grazie al suo supporto, potrà rispondere a tutti i quesiti rigurdanti questa arte marziale e l’allenamento con i pesi ad essa abbinata.

In questa occasione, lo Staff di Bodytraining.it, ringrazia tutti gli utenti che ci seguono e ci incoraggiano ogni giorno, sintomo – per noi – di aver intrapreso la giusta direzione ed il giusto modo di dare informazioni chiare e pulite, in in questo caotico mondo del fitness.

LA NASCITA DEL JUDO

Voglio, con questo mio primo intervento, spiegare come e perché nasce il JUDO. Cercherò di essere il più possibile sintetica e di spiegare ogni termine, in modo da renderlo comprensibile anche a chi non conosce ancora nulla di quella che ritengo essere una meravigliosa attività fisica.

Il Judo è una disciplina giovane, nasce dall’esigenza di JIGORO KANO di trovare un’attività fisica che lo aiuti nella crescita, nel rafforzamento del fisico, nell’equilibrio e che sia adatta ad una persona con le sue caratteristiche.

JIGORO KANO è, infatti, un uomo di kg 50 per m1.6 di altezza; è molto esile e fragile e, pur essendo intelligentissimo, a causa della sua scarsa fisicità, è maltrattato e deriso dai compagni. Per tale motivo decide di provare ad irrobustirsi praticando delle discipline sportive. Inizia col baseball e crea il primo club giapponese il “kasei baseball club”, si interessa poi al ju jitsu o (ju jutsu che significa “arte della cedevolezza”, arte giapponese antichissima utilizzata dai Samurai). Di questa disciplina lo incuriosisce il fatto che anche una persona piccola possa battere un uomo grande e grosso.

padre judo jigoro kano arte marzialeJigoro Kano (28 ottobre 1860 – 4 maggio 1938)

Nel 1877 Jigoro, si trasferisce in università a Tokyo, dove trova un dojo (“luogo dove si segue la via” per noi occidentali, palestra dove si praticano le arti marziali) per iniziare questa nuova avventura. Jigoro Kano pratica con grande dedizione il ju jitsu prima col M° Fukuda e poi col M° Mataemon Iso, diventando Maestro lui stesso. Apprese le tecniche, si trasferisce in un altro dojo dove viene insegnato il randori, ovvero, il combattimento. In questo modo completa la sua formazione. Nel 1882 apre il suo primo dojo di soli 12 tatami. Un tatami (pannello per la pavimentazione tradizionale giapponese) misura normalmente cm90x180 e, con l’aiuto di 9 suoi discepoli, nasce il KODOKAN -JUDO (scuola per seguire la via). Jigoro estrapola alcune tecniche del ju jitsu, quelle secondo lui più efficaci per ottenere il miglior risultato col minimo sforzo, facendo nascere il JUDO, dove DO sta per via, inteso come percorso o metodo, e JU sta per cedevolezza (via della cedevolezza).

Nasce una rivalità tra i praticanti del “Metodo Kano” e quelli del Ju Jitsu tradizionale. Per sedare i nervosismi, nel 1886, venne indetto un torneo tra le due scuole che servì anche alla questura di Tokyo per decidere con quale metodo addestrare i propri agenti. Il risultato fu devastante: su 15 incontri 13 li vinsero i praticanti di JUDO e 2 finirono in parità.

Nel 1895 Jigoro, con l’aiuto dei suoi allievi migliori, decide di codificare un metodo di insegnamento suddiviso per gradi, 5 per l’esattezza, che viene chiamato GOKYO. Nel frattempo studia dei KATA, ovvero delle forme, o raggruppamenti di tecniche. In tutto, quelli riconosciuti dal Kodokan, sono 7, i randori no kata:

    • Nage no Kata – forma delle proiezioni
    • Katame no Kata – forma del controllo

e altri tipi di forme:

    • Kime no Kata – Forma della decisione
    • Kodokan Goshin Jutsu – Forme di autodifesa moderna del Kodokan
    • Ju no Kata – Forme della cedevolezza
    • Itsutsu no Kata – le cinque Forme
    • Koshiki no Kata – le Forme antiche
    • Seiryoku Zen’yō Kokumin Taiiku no Kata – Forme per l’educazione fisica nazionale alla massima efficienza

Qualche anno dopo, nel 1921, modifica e migliora il GO KYO e diventa così come lo conosciamo oggi. Una volta preso piede in Giappone, Jigoro, decide di far conoscere il JUDO al resto del mondo. Inizia, quindi, a viaggiare e rimane per diversi anni anche in Italia (dal 1928 al 1934). Il suo scopo, però, era quello di portare la “sua creatura” alle OLIMPIADI. Nel 1938 venne invitato al convegno del CIO (comitato olimpico internazionale) in Egitto, al Cairo, dove propose il judo che venne accettato. Ma il suo sogno si avverò solo alcuni anni dopo la sua morte. Jigoro, infatti, morì durante il viaggio di ritorno in nave. Nel 1964 il judo fece il suo esordio ai giochi olimpici.

Ecco una sintesi cronologica della vita di Kano, in cui si denota che non era solo uno sportivo ma una persona di grande cultura e pieno di iniziative:

    • 1860 – Nasce il 28 ottobre, a Mikage terzo figlio di Kano Jiroshaku Mareshiba, produttore di sake.
    • 1877 – Inizia lo studio di jujitsu Tenshin-shin’yo sotto Fukuda Hachinosuke.
    • 1881 – Laureato all’università di Tokyo. Inizia lo studio di Kito-ryu sotto Likubo Tsunetoshi.
    • 1882 – Apre il Kodokan in Eisho-ji. Insegna al liceo Gakusuinin (Scuola del Pari).Viaggia in Europa per studiare i metodi scolastici.
    • 1891 – Diviene Consigliere del Ministero della Pubblica Istruzione e Preside del 5° Liceo Nazionale in Kumamoto.
    • 1893 – Dirigente della Sezione Libraria del Ministero. Dirigente del 1° liceo Nazionale. Preside della Scuola dei Maestri.
    • 1898 – Dirigente del Dipartimento Affari del Ministero dell’Educazione.
    • 1902 – Fonda un’associazione per lo scambio di studenti con la Cina (attiva fino al 1909).
    • 1909 – Il Kodokan diventa Ente Morale.. Kano è membro del C.I.O.
    • 1911 – Fonda la Scuola dei Maestri del Kodokan. È il primo presidente della Japan Athletic Ass.
    • 1912 – Accompagna la prima delegazione giapponese partecipante ai Giochi olimpici di Stoccolma.
    • 1920 – Presenzia alla 7° Olimpiade in Anversa.
    • 1928 – Presenzia alla 9° Olimpiade in Amsterdam.
    • 1932 – Presenzia a Los Angeles alla 10° Olimpiade. Nasce al Kodokan la Società Ricerche Mediche sul Judo.
    • 1933 – Visita l’Europa per offrire Tokyo come sede per la 12° Olimpiade.
    • 1935 – Riceve il premio Asahi (“Speciali Contributi a Causa dello Sport”).
    • 1936 – Presenzia alla 11° Olimpiade in Berlino.
    • 1938 – Il 5 maggio sul piroscafo Hikawa Maru, Muore di polmonite tornando dal Cairo dove il C.I.O. aveva deciso di svolgere a Tokyo la 12° Olimpiade (con inclusione del Judo), poi annullata a causa della guerra.

Nella sua idea educativa il judo era il mezzo di possibile miglioramento dell’uomo, sia sotto il profilo etico che fisico.Il JUDO è comunque un’arte marziale di difesa. Non sono previsti atemi (attacchi). Sinteticamente lo si può suddividere in proiezioni, leve articolari e strangolamenti. In un prossimo intervento specificherò di cosa si tratta.

Laura Bernacchi,
allenatore 3° dan di judo CONI – FIJLKAM e allenatore pesi CONI – FIPCF

Deglutologia o Terapia miofunzionale

Oggi parliamo di una tecnica riabilitativa per correggere difetti di deglutizione, spesso cause di dolori muscolari e non solo.

Proprio cosi, sembra assurdo ma non lo è: alla base di molti problemi di salute ci sarebbe la Deglutizione Atipica, provocata da un mal posizionamento della lingua che è a sua volta causa di mal funzionamento dei muscoli oro facciali.

Se teniamo conto del fatto che ogni atto deglutorio provoca una spinta di circa un kilogrammo e che deglutiamo circa 1200 / 1500 volte al giorno, immaginiamo cosa accade quando questa spinta si ripercuote in maniera scorretta sui nostri denti e sui nostri muscoli. Eppure questo accade al 70% di coloro che si sottopongono a trattamenti ortodontici ed è legato prettamente a problemi di carattere anatomico, come ad esempio il frenulo corto, oppure a difficoltà nel parto, cordone ombelicale intorno al collo, travaglio prolungato etc. Ma la causa più diffusa è l’alimentezione artificiale in età pediatrica e l’uso di tettarelle e biberon non del tutto idonei. La lingua ed i suoi 16 muscoli rivestono un importanza fondamentale nel rapporto con i vari sistemi con i quali interagisce poiché essa è in grado di attivare alcuni recettori responsabili di inaspettate parti del nostro corpo.

Nel 1960 un logopedista americano, Daniel Garliner, iniziò ad applicare ad alcuni suoi pazienti alcuni esercizi rieducativi per la lingua ed i muscoli oro facciali, chiamò questa tecnica Terapia Miofunzionale, oggi diffusa con il nome di Deglutologia. Attraverso questa riabilitazione si riescono ad eliminare problemi come cefalee, cervicalgie, otiti, acufeni, vertigini, infiammazioni adenoideee e tonsillari, colite, areofagia; molto efficace si è rivelata anche in patologie come la scoliosi ed altre patologie della colonna vertebrale, poiché sembrerebbe che ci sia rapporto tra deglutizione e postura.

Non è facile trovare personale sanitario quali fisioterapisti, logopedisti e medici preparati in modo idoneo a praticare questa metodica: la maggior parte di coloro che la praticano lo devono alle competenze del Prof. Antonio Ferrante, docente di Deglutologia e Terapia Mio funzionale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia la Sapienza di Roma e dell’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti. Il prof. Ferrante ha dedicato molti dei suoi anni a studiare e a perfezionare questa metodica fondando a Cava de’ Tirreni (in provincia di Salerno) il Centro di Terapia Miofunzionale e a Roma il Miolab, dove si svolge attività di ricerca, cura ed insegnamento per gli addetti ai lavori. Quindi da oggi in poi mi raccomando, non sconvolgetevi se quando venite al mio studio per un dolore alla schiena, vi chiedo di farmi vedere la lingua. Un saluto!

Dr. Gianluca Salernitano
Posturologo e Presidente dell’ associazione italiana posturologi

5×5 Bill Starr – Aumentare la massa e la forza per gli intermedi

Questo metodo, creato nel 1976 per aumentare nei giocatori di football esplosività e forza è, con i dovuti aggiustamenti, un ottimo metodo per un principiante-intermedio di ottenere guadagni di forza-massa. L’allenamento originale era basato sulle tre alzate di panca piana, squat e power clean, da ripetersi tre volte a settimana.

Nel body building, ricercando l’aumento di massa (ed essendo meno interessati ad un miglioramento dell’esplosività), si è soliti sostituire il power clean con lo stacco da terra e il rematore.

Molto spesso i principianti, guardando le routine degli esperti, si perdono in mille complementari e metodiche assurde quando potrebbero trarre enormi vantaggi da un buon lavoro sui fondamentali. Per la teoria del sovraccarico progressivo,un aumento di forza (e quindi di peso utilizzato) è uno dei migliori metodi per metter su kg di massa funzionale. Altro vantaggio di andare ad eseguire spesso i fondamentali sta nel perfezionare sempre di più la tecnica delle alzate, che, unita alla base di massa e forza che questo programma può dare, costruiscono un ottimo presupposto per i progressi futuri.

Veniamo al sodo, per costruire una buona forza, come l’esperienza ci ha insegnato, servono principalmente tre cose:

    • Multifrequenza
    • Grandi esercizi multiarticolari
    • Assenza di cedimento

Potrei dibattere per pagine e pagine su questi tre punti. Li liquiderò invece in tre brevissime frasi:

    1. L’allenamento della forza cerca un adattamento nervoso e strutturale al carico, la multifrequenza ci permette di dare uno stimolo costante.
    2. L’uso dei grandi esercizi è ovvio in quanto sono quelli dove si cerca di smuovere grandi carichi.
    3. L’assenza di cedimento è fondamentale poiché, essendo questa un enorme stress per il nostro SNC (sistema nervoso centrale) ostacola l’adattamento di questo al carico.

Il programma si basa su una progressione lineare settimanale:

Conoscendo il proprio attuale 5RM in

-Panca piana
-Stacco
-Squat
-Rematore con bilanciere
-Military press

I carichi della serie target verranno impostati inizialmente in modo da raggiungere il 5rm alla fine delle prime quattro settimane aumentando costantemente il carico del 2,5% (per calcolare il peso da usare inizialmente prendete il vostro 5rm e sottraetevi il 2,5%, adesso che avete questo valore calcolatene il 2,5% e sottraetelo ancora, fino ad arrivare al carico del set più pesante della prima settimana) la progressione sembra molto lenta ma, se riuscirete a seguirla, vedrete che aumenterete la vostra forza del 10% in 9 settimane! Se una settimana non riuscite ad aumentare il carico riproverete con lo stesso carico nella settimana successiva, altrimenti, si tornerà indietro col carico in questa alzata.

NOTE:

-Come ogni metodologia di allenamento non è eterna, anche se può farvi progredire per molto tempo
-Il tempo di esecuzione è naturale, non molto lento e senza rimbalzi.
-Il tempo di recupero è da tenersi tra i 3 e i 5 minuti di recupero, in base alla respirazione.

L’allenamento si struttura su tre sedute settimanali con relativa modulazione dell’intensità

Lunedì: Seduta pesante
-Squat 5×5 Aumentando il peso fino al carico stabilito*
-Bench press 5×5 Aumentando il peso fino al carico stabilito*
-Rematore con bilanciere 5×5 Aumentando il peso fino al carico stabilito*
-Addominali

Mercoledì: Seduta leggera
-Squat 4×5 i primi tre set sono come i primi tre del lunedì, nel quarto si usa lo stesso carico del terzo
-Military press 4×5 Aumentando il peso fino al carico stabilito*
-Stacchi 4×5 Aumentando il peso fino al carico stabilito*

Venerdì : Seduta intermedia
-Squat 4×5,1×3,1×8 I primi 4 set sono come i primi 4 del lunedì, la tripla è del 2,5 % sopra il miglior set dei 5 del lunedì, e l’ultima serie da 8 reps
ha lo stesso carico della terza da 5
-Panca 4×5 1×3 1×8 Per i carichi vale lo stesso discorso dello squat
-Rematore con bilanciere 4×5 1×3 1×8 Per i carichi vale lo stesso discorso dello squat

Assistenza:
-3 set di dips 5-8 reps
-3set di curl con bilanciere 8 reps
-3 set di estensioni per i tricipiti 8 reps

In questa metodologia, alleneremo inoltre le braccia e i deltoidi, andandoci a riposare per due giorni (dopo questo allenamento bisognerà SEMPRE riposare almeno due giorni)

*Cosa vuol dire ”aumentando il peso fino al carico stabilito?
Significa che, durante i 5 set da 5, alzeremo il carico come se ci stessimo scaldando, aumentando il carico del 10-15% ad ogni set.

Esempio, sono alla quarta settimana e il mio 5rm iniziale di panca era di 105 kg?

I 5 set saranno: 45 kg-62 kg-75 kg-91 kg e infine 105 kg. Sarà un po’ come fare del riscaldamento, questo perché si deve prendere confidenza con le alzate, migliorare la coordinazione e contribuire contemporaneamente al carico totale senza alzarlo così tanto da sovrallenarsi. Se userete il vostro 5rm per tutte le serie, il tonnellaggio sarà troppo alto e, dopo un paio di settimane, non trarrete alcun beneficio dal programma.

Per non far impazzire le persone, eccovi un programmino fatto con excel in cui inserire il vostro 5rm e automaticamente otterrete i carichi da usare negli esercizio per ogni allenamento delle 9 settimane. Eccovi il link: BillStarr

Buon allenamento a tutti! Keep on Pumpin’

bodytraining user: Robespierre

Grand Prix Due Torri

l Grand Prix Due torri è uno storico trofeo italiano di body building maschile e femminile ” OPEN”, una delle più apprezzate gare di body building, considerata da anni “Il Mr. Olympia italiano”.

Nata nel 1993 dall’idea di Franco Fabbri, quest’anno avrà luogo a Bologna, tornando in una delle sue più belle e suggestive location, nei giorni 28-29 novembre 2009.

Quest’anno gli atleti IFBB italiani possono prendervi parte.

Gli atleti IFBB di altre nazioni NON possono gareggiare.

IFBB Athletes from other countries are NOT allowed to compete.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito ufficiale dell’evento: www.trofeo2torri.it

CAMPIONATI del MONDO IBFA 2009

A Roma, Domenica 18 ottobre 2009 presso il Palavicchi, Via Ranucco Bianchi Bandinelli 130, CIAMPINO si svolgeranno i campionati del mondo di Bodybuilding e Fitness Maschili e Femminili organizzati dalla IBFA (Internetional Bodybuilding & Fitness Association).

Organizzazione:
Biagio Filizola e-mail bfilizola@alice.it
Temugin Filizola e-mail info@ibfasport.com mobile: 3342579923
Tel. e Fax 0973 392820
Via Vallone Ischitello, 10
84073 SAPRI SA

Sede di Gara: Palacavicchi, Ciampino, Via Ranuccio Bianchi Bandinelli 130
Come raggiungere il Palacavicchi:

per tutti coloro che vengono dall’autostrada: FIRENZE – ROMA, NAPOLI
ROMA L’AQUILA – ROMA, ZONA NORD DI ROMA immettersi sul Grande Raccordo Anulare in direzione “AEROPORTI – Appia/Tuscolana” e proseguire fino a raggiungere l’uscita “21/22”. Prendere l’uscita e subito seguire le indicazioni per CIAMPINO, CIAMPINO ZONA INDUSTRIALE, CIAMPINO AEROPORTO.

Per tutti coloro che vengono da:AEROPORTO DI FIUMICINO, ZONA SUD-OVEST DI ROMA
immettersi sul Gande Raccordo Anulare in direzione “via APPIA – NAPOLI” e proseguire fino ad immettersi nell’unico tunnel che si trova sul G.R.A.
superato il tunnel dovete prendere la seconda uscita ” che in questo caso non ha un numero come le altre (è la successiva della 23) ed è segnalata come:
CIAMPINO – GREGNA SANT’ANDREA – ZONA INDUSTRIALE. Fate la rampa di uscita che vi immette direttamente su VIA RANUCCIO BIANCHI BADINELLI 130.

ISCRIZIONI:

Accesso è Open a tutte le atlete e gli atleti italiani e stranieri residenti in Italia.
Iscrizioni, misurazioni/ pesatura atleti:
Sabato 17 Ottobre dalle 18.00 alle 21.00 presso Hotel Palacavicchi *** Via di Ciampino 70, 00178 Roma.
Domenica 18 Ottobre dalle ore 9.00 alle 11.00 al Palacavicchi Via ranuccio Bianchi Bandinelli 130 Ciampino.
La tassa di partecipazione è di 50.00 EUR ( pagamento in contanti al ritiro del numero di gara).

Atleti Stranieri: Le iscrizioni devono pervenire entro giorno 11 Ottobre 2009, per email bfilizola@alice.it o info@ibfasport.com o fax 0973 392829
Gli atleti stranieri devono accludere all’iscrizione curriculum e foto.

CATEGORIE MASCHILI:

Juniores (nati nel 1987 e successivi)
H/P Piccole taglie (-173 – 0 kg)
H/P Alte taglie (+173 – 0kg)
H/P Piccole taglie (-173 +4 kg)
H/P Alte taglie (+173 +6 kg)
Piccole Taglie Body Building (-170 cm)
Medie Taglie Body Building (170 -178 cm)
Alte Taglie Body Building (+178 cm)
Uomini Over 45 (nati 1964 e precedenti) 2 categorie:
H/P Over 45 Athletic (+ 3kg)
Over 45 Bodybuilding (senza limite di peso)
Over 55 ( nati nel 1954 e precedenti)
Over 65 ( nati nel 1944 e precedenti)
Saranno eletti i Vincitori Assoluti delle categorie H/P e Bodybuilding

CATEGORIE FEMMINILI:

Miss Fitness 3 Rounds (Bikini, Pose, Abito) ,
Miss Shape (Categoria unica) Confronti, Routine
Miss Bodybuilding (Categoria unica) Confronti, Routine
Miss Over 35 (nate nel 1974 e precedenti): Categoria unica (Confronti, Routine)
Miss Over 45 (nate nel 1964 e precedenti). Categoria unica (Confronti, Routine)
Sarà eletta la Vincitrice Assoluta.

Premi: Statuetta al primo classificato, trofei e medaglie ai primi 6 classificati, diploma a tutti i partecipanti.

Routines: Mister 60 secondi, Miss 90 secondi.

Musica: I concorrenti possono utilizzare la base musicale peronalizzata su CD

Accessori: Sono consentiti costumi e coreografie, scarpe con tacchi per le Miss.
I costumi delle Miss non devono coprire la zona addominale, sono preferibili i bikini.

Confronti Mister:
Posizioni rilassate, frontali, lato destro, di schiena e lato sinistro.
Pose Obbligatorie: Doppio Bicipite frontale, Dorsali mani a fianchi, Pettorali laterali,
Tricipite laterale, Doppi Bicipiti di schiena, Dorsali di schiena, polpacci, Addominali mani alla nuca e Gambe, Posa del più muscoloso.

Confronti Miss:
Posizioni rilassate, frontali, lato destro, di schiena e lato sinistro.
Pose Obbligatorie: Doppio Bicipite frontale, Dorsali mani a fianchi, Pettorali laterali,
Tricipite laterale, Doppi Bicipiti di schiena, Dorsali di schiena, Polpacci, Addominali mani alla nuca e Gambe.
Nota bene: Sono richieste nelle Miss Fitness le pose obbligatorie.

TRASFERIMENTI:
Dalla Stazione di Roma Termini, con Pulman da Via Marsala perl’Aeroporto di Ciampino prezzo (6/7 €), per chi ha riservato al Hotel Palacavicchi è disponibile una navetta a pagamento (3/4 € a persona). Distanza dall’Aeroporto all’hotel 8 km circa. Metro linea A Fermata ANAGNINA.
Dalla stazione di Ciampino o Aeroporto di Ciampino al Palacavicchi ci sono Taxi o Bus.
Dall’Areoporto di Fiumicino: treno Leonardo Express per Roma Termini, prezzo 10 -12 € circa. Da Roma Termini, Metropolitana Linea A fermata ANAGNINA. Per altri trasferimenti contattare l’organizzazione.

PROGRAMMA di GARA:
Inizio gara ore 11.00 (Masters Over 65, Over 55, Over 45, Hp Over 45, Miss Over 35/45)
Pausa Ore 13.00-14.00 Inizio gara restanti categorie ore 14.00.
Sarà disponibile il programma dettagliato della gara sui siti ibfasport.com, aicitalia.org o i forum IBFA e BODYWEB da una settimana prima della gara.

Biglietti d’ingresso:
Posti vip numerati 20.00 € (solo prevendita email info@ibfasport.com, pagamento con ricarica postepay 4023 6004 4301 0311), posti non numerati10.00 €.alla biglietteria.

FOTO e VIDEO: Non saranno autorizzati fotografi non acrreditati. Sono disponibili i posti centrali in prima in prima fila al prezzo di 50 €, prego contattare l’organizzazione.

Sistemazione Alberghiera:
Contattare l’Hotel Palacavicchi www.hotelpalacavicchi.com
Via di Ciampino 70, 00178 ROMA
Tel 06 7934210 06 79342132 FAX 06 79341556
Prezzo camere: 75-80€ doppia, 90-100€ tripla.
L’hotel Palacavicchi dispone di servizio navetta a pagamento, 3/4 € a persona.

Ristoranti etc:
Sono disponibili all’interno del Palacavicchi, ristoranti, pizzerie, bar e pasticcerie etc.

BATTAGLIA dei GIGANTI:
Si svolgerà durante il Campionato del Mondo IBFA, la seconda edizione della Battaglia dei Giganti, gara ad invito con premi in denaro, per informazioni, contattare l’organizzazione.
Possono gareggiare atleti professionisti o vincitori di gare internazionali
NB: E’ prevista solo la categoria maschile della Battaglia dei Giganti 2009 a Roma.

 

L’INSONNIA

L’insonnia è un disturbo del sonno caratterizzato dall’incapacità di addormentarsi o dormire per un periodo di tempo durante la notte tale da garantire il fisiologico “riposo” dell’ intero corpo.Il ritmo sonno/veglia è regolato da una sorta di orologio biologico interno ad ognuno di noi e questo ritmo corrisponde al ciclo circadiano (dal latino circadiem= circa 1 giorno); questo regola, tramite messaggeri chimici, i processi organici del nostro organismo.

Durante la fase di sonno si hanno bassi livelli di neurotrasmettitori eccitatori e corticosteroidi (preposti alla condizione di veglia) e ciò permette all’organismo di sfruttare al meglio i livelli più elevato di GH, ormone proprio secreto durante le ore notturne.

Il ciclo del sonno è principalmente regolato dall’ormone MELATONINA, secreto dall’epifisi (piccola ghiandola posta nel cervello) e la cui secrezione è regolata dal SNC tramite l’ipotalamo; il buio provoca la secrezione di questo ormone con progressivo rallentamento delle funzioni fisiologiche in preparazione al sonno.

Il ritmo sonno/veglia è sempre abbastanza regolare, tranne quando subentrano fattori esterni che ne possono modificare il funzionamento; questi fattori sono i più svariati, diversi da soggetto a soggetto, ma principalmente si può identificare 1 fattore di spicco: lo stress, sia psicologico che metabolico.

 

TERAPIA DELL’INSONNIA

L’insonnia è stata classificata in 3 tipi:

    • TRANSITORIA, dovuta a stress acuto in soggetti che non hanno problemi di sonno
    • A BREVE TERMINE, dovuta a condizioni di stress di durata limitata nel tempo
    • A LUNGO TERMINE, più grave, dovuta a problemi psichiatrici

Esistono rimedi naturali, rimedi farmacologici e rimedi molto discutibili, professati da “santoni”.

TERAPIA NATURALE

I rimedi naturali prevedono l’utilizzo di estratti secchi di piante per infusione o come compresse; le sostanze contenute in queste piante presentano proprietà ipnotico-sedative, seppur blande. Le più comuni piante rinomate per queste caratteristiche sono la camomilla e la valeriana, che contengono rispettivamente azulene e acido valerenico; altre piante degne di nota sono la Glandulae lupuli ela Rauwolfia serpentina.

TERAPIA FARMACOLOGICA

La terapia farmacologica è indirizzata verso le condizioni di insonnia più gravi e marcate, in quanto prevede l’utilizzo di farmaci che deprimono il SNC; l’unica terapia di questo tipo che si basa essenzialmente sull’integrazione, è quella che prevede l’assunzione di melatonina per ripristinare il sonno fisiologico (può essere considerato il farmaco di prima scelta nei casi di insonnia lieve). La melatonina di sintesi è identica a quella endogena e pertanto svolge le stesse identiche funzioni con assenza di effetti collaterali; inoltre non esistono reali casi di effetti collaterali, in quanto eventuali eccessi vengono prontamente neutralizzati dagli enzimi “demolitori” specifici per la melatonina.
I farmaci utilizzati nella terapia delle forme più gravi di insonnia sono sostanzialmente di 2 categorie chimiche: le benzodiazepine e i barbiturici, ormai rimpiazzati dalle prime per il loro migliore indice terapeutico. Queste 2 principali categorie di farmaci hanno rimpiazzato molte altre sostanze usate in antichità, quali alcoli, aldeidi, carbammati, ammidi e uree che erano dotati di spiccata tossicità.
Barbiturici e benzodiazepine hanno un meccanismo d’azione simile, ma in più le seconde hanno anche altri effetti oltre a quello ipnotico sedativo; infatti vengono usate anche come ansiolitici, miorilassanti ed anticonvulsivanti.
Entrambe le categorie agiscono sui recettori GABA A per il GABA, principale neurotrasmettitore inibitorio coinvolto nel sonno; questi recettori sono presenti nella corteccia anterobasale e nell’ipotalamo ed inibiscono i neuroni tipici della fase di veglia che sono gli adrenergici, serotoninergici, colinergici ed istaminergici.
I barbiturici sono stati parecchio abbandonati dalla terapia dell’insonnia in quanto presentano basso indice terapeutico (sono stati molto usati per il suicidio) ed inoltre presentano effetti rebound, ovvero sonno durante la piena fase di veglia.
Le benzodiazepine, al contrario, presentano un buon indice terapeutico (che le rende quindi più sicure), ma di contro, inducono tolleranza e dipendenza, dando crisi d’astinenza in caso di sospensione della terapia.
Gli antagonisti colinergici ed adrenergici hanno altri fini terapici, quali trattamento dell’ipertensione, problemi cardiovascolari e polmonari; tuttavia esistono ricerche preposte alla sintesi di farmaci selettivi per il controllo anche del sonno a livello encefalico.
I farmaci antagonisti serotoninergici vengono utilizzati nel controllo delle sindromi maniacali e schizofreniche insieme ai simpaticolitici (antagonisti del sistema simpatico); il loro principale effetto collaterale è la sedazione accompagnata da sonnolenza, proprietà che ha indirizzato i ricercatori verso farmaci di questa classe dotati di spiccata attività ipnotico-sedativa. Gli antagonisti istaminergici, utilizzati contro le allergie, hanno anche loro come principale effetto collaterale la sedazione, dovuta ad interazione con i recettori H1 centrali; sono farmaci con buon indice terapeutico, alcuni utilizzati anche in pediatria. Inoltre sono in fase di studio agonisti per i recettori H3, recettori centrali responsabili della sedazione.

ALTRE TERAPIE

Le terapie da “santoni”, quali l’ipnosi e la manipolazione mentale, sono degne di nota SOLO per il valore storico che hanno avuto (e tuttora hanno) nel tempo. Tuttavia si tratta di terapie dalla dubbia efficacia, prive di riscontri scientifici degni di nota, per lo più mitizzate.
Le discussioni relative a queste terapie sono sempre accese e le versioni discordanti: ognuno – quindi – è libero di pensarla come meglio ritiene. Ciò nonostante, statisticamente, si sono solo rivelate truffe ai danni di povere persone e contro questi “trattamenti” c’è sempre la scienza che rema contro forte dei suoi risultati e dati.

 

bodytraining user: chemist84
studente di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche presso l’Università degli Studi di Pavia